Il 18 marzo 1983 si spegneva in esilio s.m. il re Umberto II
Data: Domenica, 22 marzo 2015 ore 06:30:00 CET
Argomento: Redazione


Umberto, nato a Racconigi il 15 settembre 1904, ter- zogenito di Vittorio Emanuele III ed Elena di Savoia, ricevette una severa educazione militare, unita a complessi studi umanistici e giuridici. Presente pur giovinetto sui campi di battaglia della Grande Guerra assieme al padre, perfezionò la sua formazione con numerosi viaggi in Europa: fu il primo Principe italiano a recarsi in Argentina e Cile, salutato entusiasticamente dalla folta colonia nazionale lì stanziatasi fra '800 e '900. Nel 1930 si univa in matrimonio con Maria Josè del Belgio: dalle nozze nascevano nel 1934 S.A.R. la Principessa Maria Pia, nel 1937 S.A.R. il Principe Vittorio Emanuele, nostro Gran Maestro, nel 1940 S.A.R. la Principessa Maria Gabriella e nel 1943 S.A.R. la Principessa Maria Beatrice. L'assunzione di sempre maggiori responsabilità istituzionali e militari si cumulò a un intenso impegno in ambito culturale e filantropico, che fece di Umberto, assieme alla consorte, un punto di riferimento per tutto il popolo italiano. All'indomani dell'armistizio del settembre 1943, Umberto animò e guidò la rinascita dell'Esercito italiano, di cui seguirà l'avanzata nella campagna di liberazione dell'Italia dall'occupante nazista: il 5 giugno 1944 assumeva le funzioni di Capo di Stato divenendo Luogotenente Generale del Regno e svolgendo il delicatissimo ruolo di rappresentante di una Nazione lacerata dalla guerra civile e dalle lotte partitiche. Al fine di pacificare gli animi accettò che la forma istituzionale dello Stato venisse decisa con un referendum popolare, che purtroppo, pur avendo assunto la corona il 9 maggio 1946, non si svolse per giudizio unanime degli storici in un clima di serenità e di pari opportunità fra gli opposti schieramenti. Il 13 giugno 1946, dopo che De Gasperi, presidente del Consiglio dei Ministri assumeva le funzioni di Capo dello Stato in assenza di una pronuncia della Corte di Cassazione sulla legittimità del referendum, (che avverrà solo il 18 giugno successivo), Umberto II lasciava l'Italia volontariamente al fine di evitare una nuova guerra civile. Dal suo esilio, durato 37 anni, il Re ha continuato a seguire le vicende nazionali intervenendo ogni qualvolta calamità naturali hanno devastato la Nazione e colpito gli Italiani. Alla sua morte ha donato all'Italia la Sua collezione numismatica e le bandiere di guerra a lui rimesse dopo il 1946, mentre al Papa Giovanni Paolo II la Sacra Sindone. La figura di Umberto II è strettamente legata alla storia della Sicilia (che ripetutamente visitò): il nostro Statuto regionale fu da lui concesso e promulgato con il Regio Decreto Legislativo n. 455 del 15 maggio 1946. Egli “dorme” il sonno dei giusti assieme alla Consorte nell’Abbazia di Altacomba e ai Principi più antichi della Sua Casa, in attesa che la basilica del Pantheon Lo accolga unitamente ai Suoi Augusti Genitori. Lo ricordiamo con questa splendida immagine che ritrae il Sovrano nella Sua prima giovinezza.

Ordini dinastici della real casa di Savoia
Delegazione di Sicilia - Vicariato di Siracusa





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