'Global Teacher Prize', parla Daniela Boscolo, docente italiana in gara
Data: Lunedì, 29 dicembre 2014 ore 07:45:00 CET
Argomento: Rassegna stampa


E' stata inserita, insieme a un docente salentino, Daniele Manni, nella rosa di cinquanta nomi che si contenderanno il Global Teacher Prize, già ribattezzato "Premio Nobel per insegnanti" e organizzato quest'anno per la prima volta dalla Varkey GEMS Foundation, un'organizzazione internazionale impegnata in prima linea nelle campagne a sostegno dell'educazione. L'assegno posto in palio come premio finale, nel corso della cerimonia che si terrà a Dubai il prossimo 16 marzo, è di un milione di dollari. E lei, Daniela Boscolo, premiata nel 2010 come "Migliore insegnante dell'anno" e da sempre in prima linea nel portare avanti progetti che consentano agli alunni portatori di disabilità di sviluppare le proprie capacità in situazioni sociali "normali", è intenzionata a vincerlo, mentre la sua testa già fantastica sul come spendere quella cifra: "Per i ragazzi comprerei subito un pulmino attrezzato per il trasporto dei disabili: potremmo fare moltissime attività in più, il trasporto è una limitazione grande".

Racconta la docente, le cui parole sono riportate dall'AGV: "Ho iniziato come insegnante curricolare di inglese, ma spesso mi sentivo impreparata di fronte agli alunni con disabilità. Così mi sono iscritta di nuovo all'Università e mi sono specializzata. Non tornerei più indietro". Ora non tornerebbe più inietro e si gode "l'enorme libertà di insegnamento che ora ho. La lezione frontale mi è sempre stata stretta, mi piace vedere i ragazzi che lavorano e creano, in classe si è ancora troppo legati alla valutazione dei risultati dell'apprendimento, mentre secondo me la cosa più importante ma anche più bella dell'insegnamento è il processo stesso dell'apprendimento, che è profondamente diverso da ragazzo a ragazzo".

Il supermercato dell'integrazione
Nel 2010, la Boscolo mette in piedi il primo di una serie di progetti per l'inclusione sociale, il "Supermercato dell'inclusione", che così descrive: "Avevo bisogno di uno spazio ampio, dove portare le classi e lavorare con il cooperative learning. Abbiamo pensato al supermercato perché è un probabile sbocco lavorativo per i ragazzi disabili, perché consente di sviluppare le abilità sociali e perché è un ambiente in cui si dispiegano tanti apprendimenti concreti: matematica, diritto, economia aziendale, anche le lingue, perché si può fare la spesa in un'altra lingua".

"La scuola aveva un vecchio magazzino, zeppo di vecchi banchi scollati: il preside dell'epoca mi disse che potevo usarlo se avessi trovato tutti i finanziamenti", racconta ancora la Boscolo, che iniziò poi a rivolgersi ai privati, coinvolgendo il Rotary Club di Porto Viro, così come supermercati della zona e il ristorante "Zafferano", che per tre mesi accordò l'utilizzo delle sue cucine.

Il ricettario "Special Masterchef"
Proprio grazie a quella partnership è nato il ricettario "Special Masterchef", che nei mercatini della zona è acquistato da molti: "Quest'anno andiamo in azienda, dove si confezionano i cibi. La sinergia con il territorio è fondamentale, senza una rete sociale fra scuola e territorio non avremmo fatto nulla e quel magazzino sarebbe ancora un magazzino". Spiega la Boscolo: "Certo stringere questi accordi costa tempo e fatica, non è facile che un'azienda ti apra le porte, devi costruirti una credibilità e fare anche un bel po' di volontariato per la scuola, perché nessuno ti paga tutte quelle ore in più".

L'appello a Renzi
L'insegnante in questi giorni si è rivolta al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, lanciando due richieste: "Basta con le promesse, noi insegnanti stiamo lavorando con i nostri mezzi perché la scuola non ha più un soldo", innanzitutto, ma anche un appello specifico per il sostegno, "perché non è corretto che la qualità dell'inclusione sia una questione di fortuna. Da un lato serve una vera formazione degli insegnanti curricolari, che non sono preparati e che spesso nemmeno considerano gli alunni con disabilità come loro alunni".

"Un insegnante di sostegno da solo non fa nulla, ma nemmeno l'insegnante curricolare da solo può gestire una classe eterogenea e numerosa come sono le classi attuali. Per questo il sostegno non può più essere, come è stato e come è ancora, l'ammortizzatore sociale del mondo della scuola", conclude la Boscolo.

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