E' stata
inserita, insieme a un docente salentino, Daniele
Manni, nella rosa di cinquanta nomi che si contenderanno il Global
Teacher Prize, già ribattezzato "Premio Nobel per insegnanti" e
organizzato quest'anno per la prima volta dalla Varkey GEMS Foundation,
un'organizzazione internazionale impegnata in prima linea nelle
campagne a sostegno dell'educazione. L'assegno posto in palio come
premio finale, nel corso della cerimonia che si terrà a Dubai il
prossimo 16 marzo, è di un milione di dollari. E lei, Daniela Boscolo,
premiata nel 2010 come "Migliore insegnante dell'anno" e da sempre in
prima linea nel portare avanti progetti che consentano agli
alunni portatori di disabilità di sviluppare le proprie capacità in
situazioni sociali "normali", è intenzionata a vincerlo, mentre la sua
testa già fantastica sul come spendere quella cifra: "Per i ragazzi
comprerei subito un pulmino attrezzato per il trasporto dei disabili:
potremmo fare moltissime attività in più, il trasporto è una
limitazione grande".
Racconta la docente, le cui parole sono riportate dall'AGV: "Ho
iniziato come insegnante curricolare di inglese, ma spesso mi sentivo
impreparata di fronte agli alunni con disabilità. Così mi sono iscritta
di nuovo all'Università e mi sono specializzata. Non tornerei più
indietro". Ora non tornerebbe più inietro e si gode "l'enorme libertà
di insegnamento che ora ho. La lezione frontale mi è sempre stata
stretta, mi piace vedere i ragazzi che lavorano e creano, in classe si
è ancora troppo legati alla valutazione dei risultati
dell'apprendimento, mentre secondo me la cosa più importante ma anche
più bella dell'insegnamento è il processo stesso dell'apprendimento,
che è profondamente diverso da ragazzo a ragazzo".
Il supermercato dell'integrazione
Nel 2010, la Boscolo mette in piedi il primo di una serie di progetti
per l'inclusione sociale, il "Supermercato dell'inclusione", che così
descrive: "Avevo bisogno di uno spazio ampio, dove portare le classi e
lavorare con il cooperative learning. Abbiamo pensato al supermercato
perché è un probabile sbocco lavorativo per i ragazzi disabili, perché
consente di sviluppare le abilità sociali e perché è un ambiente in cui
si dispiegano tanti apprendimenti concreti: matematica, diritto,
economia aziendale, anche le lingue, perché si può fare la spesa in
un'altra lingua".
"La scuola aveva un vecchio magazzino, zeppo di vecchi banchi scollati:
il preside dell'epoca mi disse che potevo usarlo se avessi trovato
tutti i finanziamenti", racconta ancora la Boscolo, che iniziò poi a
rivolgersi ai privati, coinvolgendo il Rotary Club di Porto Viro, così
come supermercati della zona e il ristorante "Zafferano", che per tre
mesi accordò l'utilizzo delle sue cucine.
Il ricettario "Special Masterchef"
Proprio grazie a quella partnership è nato il ricettario "Special
Masterchef", che nei mercatini della zona è acquistato da molti:
"Quest'anno andiamo in azienda, dove si confezionano i cibi. La
sinergia con il territorio è fondamentale, senza una rete sociale fra
scuola e territorio non avremmo fatto nulla e quel magazzino sarebbe
ancora un magazzino". Spiega la Boscolo: "Certo stringere questi
accordi costa tempo e fatica, non è facile che un'azienda ti apra le
porte, devi costruirti una credibilità e fare anche un bel po' di
volontariato per la scuola, perché nessuno ti paga tutte quelle ore in
più".
L'appello a Renzi
L'insegnante in questi giorni si è rivolta al presidente del Consiglio,
Matteo Renzi, lanciando due richieste: "Basta con le promesse, noi
insegnanti stiamo lavorando con i nostri mezzi perché la scuola non ha
più un soldo", innanzitutto, ma anche un appello specifico per il
sostegno, "perché non è corretto che la qualità dell'inclusione sia una
questione di fortuna. Da un lato serve una vera formazione degli
insegnanti curricolari, che non sono preparati e che spesso nemmeno
considerano gli alunni con disabilità come loro alunni".
"Un insegnante di sostegno da solo non fa nulla, ma nemmeno
l'insegnante curricolare da solo può gestire una classe eterogenea e
numerosa come sono le classi attuali. Per questo il sostegno non può
più essere, come è stato e come è ancora, l'ammortizzatore sociale del
mondo della scuola", conclude la Boscolo.
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