Scuola nazionale della pubblica amministrazione: 'salviamo la sede di Acireale'
Data: Martedì, 26 agosto 2014 ore 07:30:00 CEST
Argomento: Redazione


Il  Governo, presieduto da Matteo Renzi,  nell’ambito della razionalizzazione della spesa pubblica ha tagliato le sedi periferiche delle  Scuole della pubblica amministrazione  ed una di queste si trova, appunto, ad Acireale. La scuola, piccolo gioiello, dono del grande presidente della Regione Rino Nicolosi, negli anni ha prodotto notevoli servizi di formazione e di cultura della pubblica amministrazione ed è un peccato che la Sicilia e la provincia di Catania perda una così preziosa presenza. Nell’art. 21, che abolisce la sedi periferiche  della Scuola Nazionale dell’Amministrazione, si evince, inoltre, che sono mantenute in attività la sede centrale di Roma e la sede di Caserta, ospitata presso la Regia, in quanto in possesso di centro residenziale.

Le  sedi  da chiudere, infatti, sono quelle prive di servizi di accoglienza per i corsisti e ciò non è il caso di Acireale, in quanto, essendo in vigore una convenzione con il centro alberghiero che si trova all’interno del Convento di San Biagio,  è dotata di “centro residenziale”e quindi potrebbe  ancora restare in vita, continuando ad operare nel territorio che comprende tutta la Sicilia e forse anche la Calabria.

Dinnanzi a tale possibilità di recupero di un bene prezioso per il territorio, come mai la Regione non si attiva a far valere i diritti di autonomia rendendola come sua “creatura”, considerato altresì che la Sede di Acireale è l’unica ad essere istituita tramite una convenzione Stato – Regione e non con un atto unilaterale?
 Perché l’Amministrazione comunale di Acireale non si adopera a non perdere un così qualificato centro di formazione che contiene, inoltre, al suo interno, una biblioteca specialistica di circa seimila volumi ed un centro di documentazione europea, il tutto avviene in  una struttura ben attrezzata  ed efficiente?
Perché nell’ambito della nuova cultura amministrativa delle “Città metropolitane”, che comporta una diversa visione organizzativa e funzionale dei servizi ,non si valorizza “il patrimonio di competenze e di capacità operative “ costituito dal personale delle sedi decentrate “, come ha dichiarato Giovanni Tria, presidente della Scuola Nazionale dell’Amministrazione di Roma, in una recente audizione alla Camera dei Deputati?

Sono questi interrogativi che il cittadino si pone, ovvero perché nessuno agisce considerato che è un peccato mortale perdere nel territorio una presenza importante ed un centro di formazione?
Si comprende bene che senza formazione e cultura non si può migliorare la società e la qualità dei servizi ed il risparmiare su tali servizi significa  decretarne la fine e scendere sempre più in basso nelle prestazioni e nell’organizzazione della già carente pubblica amministrazione.
Cerchiamo di non farci sfuggire questa opportunità  e che i parlamentari siciliani e catanesi siano attivi nell’azione di recupero e di salvataggio.

Giuseppe Adernò
g.aderno@alice.it





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