Teatro: Inda Siracusa festeggia centenario con Rigillo
Data: Giovedì, 08 maggio 2014 ore 09:00:00 CEST
Argomento: Istituzioni


In scena la trilogia di Eschilo, l'attore napoletano si racconta SIRACUSA - L'Istituto Nazionale del Dramma Antico compie cento anni e festeggia con la sublime trilogia di Eschilo: Agamennone, Coefore, Eumenidi, al debutto al Teatro greco di Siracusa il 9 maggio. L'Orestiade è il punto di snodo, l'inizio della civiltà occidentale, il passaggio da un mondo dove regnava la vendetta a quello del diritto, del primo tribunale dove si celebra la giustizia e la democrazia. Proprio cento anni fa Mario Tommaso Gargallo, riuscendo a vincere la resistenza della soprintendenza, iniziava la splendida avventura che prosegue ancora oggi. A cento anni di distanza stesso programma; già il 16 aprile sono stati accesi a Siracusa i tripodi che indicano la via che da piazza Archimede porta al Teatro. Per l'occasione l'Inda ha arruolato il grande Arnaldo Pomodoro che firma le scene e i costumi, e tre registi come Luca De Fusco per "Agamennone", Daniele Salvo per "Coefore" ed "Eumenidi" e Mauro Avogadro per "Le vespe" di Aristofane. Le tragedie si alterneranno con la commedia e andranno avanti fino al 22 giugno. Tanti gli attori di grido che saranno in scena da Paola Gassman a Ugo Pagliai, a Massimo Venturiello, fino a Francesco Scianna, Piera Degli Esposti e Elisabetta Pozzi, che sarà Clitennestra in entrambi le tragedie.
Ma a parte l'anniversario dell'Inda, c'è un altro anniversario di riguardo, i 50 anni di presenza al Teatro di Siracusa di Mariano Rigillo, che debuttò mezzo secolo fa con Eracle di Sofocle. Dopo aver interpretato due volte il ruolo di Agamennone, quest'anno fa un "cameo", nel ruolo dell'araldo.
"Ché non si potesse dire - puntualizza con la consueta ironia - che Agamennone in Italia potevo farlo solo io. Ma questa volta il ruolo conta poco, l'emozione è quella di partecipare al centenario e poco importa come". Rigillo è un napoletano, colto, un uomo del sud che nel teatro italiano ha fama di gentiluomo e che deve tanto a un altro grande napoletano, Peppino Patroni Griffi con cui ha condiviso più di 25 di carriera, la riscoperta di Viviani e i premi vinti con le messe in scena di Pirandello, spettacoli che ancora oggi fanno scuola. " Con Peppino - ricorda - imparai a conoscere e saper leggere Viviani che non era affatto un autore strappacuore come pensavo allora, ma l'autore degli emarginati, di una plebe spesso cattiva, mossa dall' istinto della sopravvivenza". La storia lunga 50 anni che lega Rigillo al Teatro greco di Siracusa è costellata di successi: nel 2011 ha vinto L'Eschilo d'oro alla carriera, proprio nell'anno in cui proponeva un Socrate magistrale ne "Le nuvole" di Aristofane. "Il teatro greco - spiega - è la migliore palestra per un attore, è teatro nel senso più alto del termine; quando non esistevano i microfoni, fino agli inizi del nuovo millennio, non tutti potevano recitare a Siracusa, la voce era tutto e occorreva una tecnica infallibile e non solo per portare la voce a 40 metri di distanza, ma per raggiungere anche il pubblico più lontano con le emozioni".

Ansa.it





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