Luca Naso: 'Sono tornato in Sicilia perché voglio continuare a sognare'. Dai microbus agli scaffali intelligenti: Mirabella Imbaccari vince la sfida
Data: Domenica, 02 marzo 2014 ore 13:30:00 CET
Argomento: Rassegna stampa


EdisonWeb fondata da Riccardo D’Angelo e Salvatore Nisi con Luca Naso
Catania. Luca Naso è tra i pochi super esperti e super bravi che ha scelto di tornare. Definirlo un «cervello» di ritorno è riduttivo perché è molto altro: è passione, coraggio, determinazione, fantasia, senso etico, impegno.
Si è laureato in Fisica a Catania, si è specializzato alla Sissa di Trieste, ha fatto ricerca a Padova, Varsavia e Oxford, è stato assunto dall’Accademia delle scienze di Pechino e poi ha deciso di ritornare nel luogo in cui è nato, a Mirabella Imbaccari, nel cuore della Sicilia. E la moglie cinese, Yan Yan, lo ha seguito con gioia. L’anno scorso erano ritornati per le vacanze estive e alcuni compaesani lo hanno invitato a visitare la propria azienda di «software house», la EdisonWeb fondata da Riccardo D’Angelo e Salvatore Nisi.

Luca Naso ci ha pensato e ha detto sì, rischiando una posizione sicura, guadagni certi e tante occasioni di successo.
Dopo un anno può dire di non avere rischiato invano. «Elaboriamo strumenti in grado di dare una forte spinta al business - spiega -.
Un business basato e guidato dai dati, non su supposizioni, e questo significa ridurre i rischi e aumentare le possibilità di successo per le imprese, un fatto tanto più importante in tempi di crisi. I risultati sono molto positivi, le nostre proposte sono accolte con molto interesse perché ideiamo sistemi avanzati rivolti ai nuovi consumatori, cioè alle persone che usano i dispositivi mobili e che sono costantemente connesse alla rete.

Così, invece, di recepire le mode che arrivano dall’America e dal Nord Italia, siamo noi ad anticiparle, in Sicilia, usando strumenti all’avanguardia».
E il riferimento è alla pubblicità personalizzata in base alla tipologia del cliente che viene proposta, su piccoli schermi, nei taxi di New York, un sistema rivoluzionario ideato e gestito da Mirabella Imbaccari, da questo gruppo di giovani determinati.
Ed ancora il progetto di «Microbus», un sistema di trasporto tra il taxi e l’autobus che prevede auto grandi per 5 o 6 persone che si muovono su una rete stradale pensata per nodi in ognuno dei quali i potenziali utenti possono vedere, su una colonnina, che mezzo sta per arrivare, con quante persone a bordo e diretto dove. Un sistema agile, che consente di arrivare ovunque e inquina meno perché, in prospettiva, dovrebbe diventare un’alternativa all’auto privata.
Uno dei soci di EdisonWeb lo ha proposto ad una cordata di imprese, in Germania, che lo presenterà per ottenere il finanziamento comunitario.

E ancora, in prospettiva, il progetto dello «scaffale intelligente» che, con un sms, avverte la direzione che una merce sta per finire e che, con un sistema di telecamere, mantenendo l’anonimato, indica che tipo di persone si avvicinano ad uno scaffale per scegliere un prodotto e rimandano, attraverso un video, pubblicità di altri beni che potrebbero interessarli in base al genere e all’età. Un modo per fare incrociare l’offerta dei produttori e i desideri dei consumatori e per eliminare l’uso e lo spreco di tempo e di carta. Idee e progetti che nascono dalla sinergia dei giovani di un’impresa nata, venti anni fa, dalla testardaggine di Riccardo D’Angelo e Salvatore Nisi, due ragazzi che amavano smanettare con i computer quando erano in pochi a farlo.

Sono stati loro, i fondatori della EdisonWeb a ideare e a proporre i primi siti web comunali sentendosi ridere in faccia dagli amministratori, mentre oggi è obbligatorio disporre di reti civiche. Non a caso Mirabella Imbaccari, il paese dove sono nati e che non hanno mai lasciato, è stato il terzo Comune in Italia ad avere un proprio sito. E sono stati loro a chiedere a Luca Naso di fare parte del gruppo, di tornare.
«Se siamo andati avanti quando nessuno ci prendeva sul serio - racconta Salvatore Nisi - e ci dicevano che ci divertivamo a giocare con i computer, è perché ci ha spinto un po’ di follia che, come diceva Erasmo da Rotterdam, è ciò che muove il mondo.

Ci siamo detti: costi quel che costi, ce la dobbiamo fare. E per noi è motivo di orgoglio essere riusciti ad autodeterminarci».
Luca Naso lo aveva detto pubblicamente, nell’ottobre scorso, nell’aula magna dell’Università di Catania, presentato alla Presidente della Camera come uno dei «cervelli» di ritorno.
«A chi mi domanda: "chi te lo ha fatto fare a ritornare in Sicilia?" rispondo che sono tornato per continuare a sognare, per lasciare un’impronta positiva nel mondo in cui viviamo». Allora come ora ripete ai giovani di non scoraggiarsi, di non cercare alibi per il non fare. «Molti lamentano che qui, al Sud, le condizioni sono più difficili che altrove. Ma io dico che ci sono difficoltà ovunque e ovunque ci sono delle possibilità. Basti pensare alle aziende del Nord che lamentano gli incentivi dati a quelle del Sud. Ai giovani dico che le possibilità ci sono e che non bisogna tirarsi indietro. Dico che devono convincersi che i sogni si possono realizzare, tant’è che c’è chi li ha realizzati, e dico: smettiamola di cercare alibi, cerchiamo modelli».

Allora, all’Università, davanti ai rappresentanti delle istituzioni disse che «per fare cose importanti un singolo non basta, non servono le cattedrali nel deserto, ma occorre un ecosistema in cui collaborino Università, progetti del Por europeo, imprese». E concluse ripetendo che «soprattutto ci vuole passione». La passione che questo gruppo di giovani ha dimostrato e che fece dire alla presidente Laura Boldrini: «Voi siete la prova vivente che c’è una possibilità di uscire dalla crisi. Ci avete dato una lezione e una direzione, avete dimostrato che la ricetta per l’Italia c’è ed è la necessità di cambiare il modello di sviluppo basandolo sui talenti, sulle tecnologie, sulla bellezza, sui territori».
Un modello che a Mirabella Imbaccari è diventato realtà.

Pinella Leocata - La Sicilia





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