30 anni fa la prima passeggiata spaziale senza cavi Per gli astronauti uno zaino con 24 motori
Data: Giovedì, 06 febbraio 2014 ore 07:00:00 CET
Argomento: Rassegna stampa


Sono passati 30 anni esatti da quando l'uomo per la prima volta diventava un 'satellite' della Terra: il 7 febbraio 1984 l'astronauta Bruce McCandless, dopo essere uscito dallo shuttle Challenger 'indossò' uno zaino motorizzato e si allontanò senza essere vincolato in alcun modo alla navetta. Era così diventato un ''satellite umano'' che girava intorno al nostro pianeta alla stessa velocità orbitale dello space shuttle, distante da lui qualche centinaio di metri, ossia a 29.000 chilometri orari.
Nella missione STS-41B del Challenger, la decima della navetta americana dal suo esordio tre anni prima, McCandless seguito da Robert Stewart fu inviato nello spazio con il compito di collaudare una 'poltrona spaziale' chiamata Manned Maneuvering Unit (Mmu). Era un dispositivo che, grazie a 24 piccoli motori a razzo, consentiva agli astronauti di allontanarsi dalla navetta in maniera indipendente ossia, per la prima volta, senza quei cavi chiamati 'cordoni ombelicali' che li vincolavano a rimanere nei paraggi. È lo stesso zaino a razzo che utilizza George Clooney nella prima parte del film ''Gravity'' per volteggiare liberamente intorno alla Stazione Spaziale.
La Mmu era stata progettata per fornire un mezzo di locomozione agli astronauti per recuperare o riparare satelliti senza che la navetta si avvicinasse troppo consumando, nelle manovre, prezioso propellente. Dopo il collaudo eseguito da McCandless e Stewart la Mmu fu usata nel corso di altre due missioni sempre nel 1984 per recuperare tre grandi satelliti andati in avaria. Con il disastro della navetta Challenger esplosa nelle fasi di partenza nel 1986 la Mmu fu mandata in pensione perché giudicata complessa, costosa e rischiosa.
Nel 1994 fu collaudata una nuova versione molto più piccola e maneggevole chiamata Safer che è utilizzata ancora oggi ma solo per motivi precauzionali in quanto, da allora le passeggiate spaziali, sono state sempre compiute rimanendo agganciati, con robusti cavi, alla navicella. La Safer, che possiede un'autonomia di funzionamento di dieci minuti, è posizionata sotto lo zaino degli astronauti e consente loro, in caso di inavvertito allontanamento, il ritorno verso la navetta o la Stazione Spaziale Internazionale. Fu indossata, ma fortunatamente non utilizzata, anche dall'astronauta italiano Luca Parmitano nelle sue due passeggiate spaziali del luglio 2013.

Ansa.it





Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-2484994.html