Contro la crisi della famiglia, la scuola può fare di più!
Data: Mercoledì, 18 settembre 2013 ore 08:00:00 CEST
Argomento: Redazione


Il problema della devianza minorile e del diffuso disagio delle giovani generazioni con le gravi conseguenze sociali e culturali che ne derivano, sono “corollario” della profonda crisi che affligge la famiglia moderna.
La famiglia come istituzione sociale, vive i drammi e le contraddizioni della società odierna.
L’identità culturale, il rapporto genitori-figli, la ricerca del benessere, la mancanza di valori e di ideologie di riferimento, la competizione del mercato del lavoro e della produzione, l’alterazione dei ruoli tradizionali uomo-donna, l’invadenza dei mezzi di comunicazione di massa, le nuove tecnologie multimediali, hanno prodotto effetti devastanti sull’equilibrio delicato della famiglia tradizionale.
La scuola, da sempre “anello di congiunzione” con la famiglia, metabolizza queste gravi contraddizioni e diventa “cassa di risonanza” dei problema della società adulta. Certamente, la scuola non può incidere molto sulla crisi affettivo-relazionale della famiglia, non può modificare il divario socio-economico della comunità locale, non può mutare le deficienze strutturali del territorio. La scuola può fare di più! Il Consiglio dei Ministri dell’Istruzione dell’Unione Europea esprime “la convinzione che l’aumento del livello generale di formazione sia una delle principali condizioni dello sviluppo economico, sociale e culturale, nonché dell’esercizio dell’autentica democrazia e che una buona formazione può consentire a tutti di accedere all’autonomia e alla pratica della cittadinanza e di trovare gli sbocchi per il proprio inserimento sociale e professionale”.
Tre aspetti sono da valutare e da evidenziare: il valore dell’istruzione come “risorsa produttiva”, sia sul piano dello sviluppo economico che su quello dello sviluppo della democrazia; l’esigenza che il possesso di istruzione sia diffuso perché la società contemporanea ha bisogno di “intelligenza, sapere, conoscenza”; la decisione che i sistemi scolastici siano messi in grado di attuare questa diffusione di cultura e che, comunque, sia loro compito e dovere realizzarla.
Le indicazioni del “fare scuola”, quindi, costituiscono nel loro complesso dei validi rimedi per lottare contro la dispersione delle intelligenze, la devianza e il disagio giovanile.
Considerazioni significative che tendono a cambiare la mentalità, la “professionalità”, i modi di relazionarsi a quello che potremmo definire “la centralità del soggetto in formazione”, cioè lo studente. Riflessioni importanti rapportate alla specificità del territorio siciliano dove l’eterogeneità del tessuto socio-economico, sociale e relazionale, hanno prodotto una miscela esplosiva che si ripercuote soprattutto tra i minori.

Angelo Battiato (inviato speciale a Brescia)
angelo.battiato@istruzione.it





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