Periodicamente salta fuori la proposta illogica
Data: Sabato, 27 luglio 2013 ore 06:00:00 CEST
Argomento: Sindacati


La ministro Carrozza vuole riprendere il berlingueriano progetto di ridurre a 12 anni l’iter scolastico. Anche l’ingegnere Profumo anelava a mettere i nostri studenti in condizione di conseguire il diploma un anno prima: per accedere prima al lavoro! Sulla lunghezza d’onda dei suoi predecessori alla guida del MIUR, la Ministro Carrozza giudica controproducente il fatto che, rispetto agli altri paesi della UE, gli studenti italiani giungano al diploma con un anno di ritardo: “Questo è già un peso in termini di competitività, una questione che non va presa a cuor leggero''. Dov’è la consequenzialità di tale affermazione ? Che cosa non va preso a cuor leggero ? La concorrenza nei mercati internazionali? Allora dobbiamo segnalare che, alla fine degli anni Cinquanta, gli economisti della Scuola di Chicago inclusero, tra i fattori produttivi che devono essere considerati nella valutazione della ricchezza di un Paese, l’istruzione: ne riconobbero l’importanza nell’ottica economicistica del profitto. Per evidenziare il legame tra benessere economico ed istruzione, Gary Becker, già premio Nobel per l’Economia (1992) e tuttora docente emerito all'Università di Chicago, ha formulato la “teoria del capitale umano”. Secondo questa teoria, ogni persona acquisisce, durante il suo ciclo di istruzione, uno stock di competenze, conoscenze e attributi di personalità capaci di generare performance, in quanto, una volta capitalizzate, vengono impiegate per produrre beni e servizi, a profitto della comunità tutta. I Paesi ad avanzato livello di industrializzazione devono massimizzare la formazione e l’istruzione dei cittadini, perché i beni dell’informazione e della cultura contribuiscono fortemente alla crescita economica dei Paesi; dunque, è interesse della collettività dare alle giovani generazioni un elevato livello di formazione culturale e professionale. La cultura è decisiva, oltre che per lo sviluppo della persona, anche per la produttività perché non c’è attività lavorativa che non richieda livelli professionali avanzati. Negli anni Novanta il concetto di “investimento sociale produttivo in capitale umano è stato adottato da istituzioni sovranazionali quali la Comunità europea (Libro Bianco del 1995, voluto dall’ex ministro per le Politiche Educative, Édith Cresson) e l’Unesco (Nell’educazione, un tesoro, Commissione internazionale sull’educazione per il XXI secolo, 1996, di J. Delors). Soltanto una parte dei paesi europei prevede l’uscita dall’iter scolastico a 18 anni, e nel resto d’Europa gli studenti fruiscono di lezioni per più ore che in Italia. A pensare male a volte si indovina. Stanno studiando come tagliare la spesa per l’istruzione, con il pretesto del modello europeo ? Un nuovo taglio, dopo la falcidia Tremonti/Gelmini: l’erario risparmierebbe circa 1mld e mezzo, e verrebbero eliminate circa 50mila cattedre. Piuttosto che tagliare il contributo ai partiti politici.

Anief.org





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