Prima di sparare…. pensa
Data: Martedì, 18 giugno 2013 ore 09:40:00 CEST
Argomento: Redazione


E’ questo il ritornello di una nota canzone che dovrebbe essere di aiuto ai ragazzi di “pensare prima di agire” così pure anche per i grandi: “agire senza mai smettere di pensare”.
I recenti  fatti di cronaca, come l’uccisione dell’insegnante di Religione a Vittoria, fanno molto pensare  e anche se non si  arriva a tanto si riferisce di un fatto accaduto ad una professoressa di Catania la quale, passando da Via Etnea, nei pressi di un elegante bar, riceve uno sputo in faccia e poi  un veloce "non l’ho fatto apposta". La professoressa turbata, tornando a casa e riflettendo sua quanto è accaduto, da brava educatrice scrive una lettera:
Al ragazzo che venerdì scorso, attorno alle ore 15, davanti a un bar della "Catania bene" mi ha lanciato ‘inavvertitamente’ uno sputo in faccia voglio rivolgere ancora due parole.
Quella che hai "inavvertitamente" colpito è una donna non catanese, un’insegnante che cerca di fare il suo mestiere, come meglio può, da 23 anni, sempre e solo in una Catania non amata, all’inizio, ma, alla fine, scelta.
Costretta a lavorare, per buona parte del tempo, in scuole e quartieri a rischio, mi illudo ancora che il mio lavoro serva a qualcosa: non certo a lasciare saperi nella testa dei miei alunni, ma almeno buona educazione.
Ti scrivo perché ho inteso, dai pochi minuti che ci hanno obbligato ad interagire, che non hai
compreso fino in fondo cosa mi ha maggiormente ferito: hai detto una frase che troppo spesso sento pronunciare a sproposito dai miei stessi studenti "non l’ho fatto apposta!".
"Ma hai tirato un pugno al compagno!" mi capita di urlare,
"e non l’ho fatto apposta!", mi sento replicare e allora sì che i miei nervi saltano!

Ma come si può dire "non l’ho fatta apposta"? Cosa vuol dire? Cosa vuol dire sparare con la carabina per festeggiare il capodanno nel balcone, colpire a morte il vicino del piano di sopra e dire "non l’ho fatto apposta?".
Un tempo, nel paese in cui sono cresciuta, quando ciascuno sentiva i figli degli altri patrimonio dell’intera comunità, per strada si sentiva più spesso dire agli anziani "maleducato! Che ti hanno insegnato a scuola!".
Un tempo avrebbe avuto più senza dirtelo, oggi no. Io che ci vivo nella scuola so quanto miseramente essa abbia perso il carisma di scrostare cattive abitudini verbali e comportamentali, sicuramente per colpa dei molti insegnanti che non hanno avuto la mia stessa fortuna di scegliere questo mestiere, ma anche per colpa di tante famiglie che, pur non avendo la patente di genitore, invece di fidarsi e affidarsi alla scuola per il completamento dell’educazione dei propri figli, preferiscono far da sé.
Non ti chiedo di scusarti con me. Ti chiedo di trovare il tempo per rintracciare l’indirizzo di una tua vecchia insegnante e di andarla a trovare. Dovesse chiederti per quale motivo ti sia venuto questa idea. Dille solo che ti sei ricordato di lei e che la ringrazi per quanto di buono ha cercato di trasmetterti. Ed ora se puoi, abbi cura di metterlo in pratica.  (R.T.)

Questo messaggio scritto dalla professoressa di inglese  si spera possa giungere ai tanti ragazzi distratti che ancora oggi agiscono senza pensare e quindi è come se camminassero a testa in giù e piedi in aria e non si sa per quanto tempo, prima o poi crolleranno.
La scuola, palestra di educazione , dovrebbe promuovere la modifica dei comportamenti  e quindi del modo di pensare, di sentire e di agire in riferimento ai valori che vengono proposti ed insegnati anche attraverso le discipline scolastiche.
Una buona scuola è garanzia di una "buona città" e questo auspicio è nel desiderio di tutti. Solo che a volte ci si lascia prendere la mano dalle tante emergenze e si trascurano quelle basilari che sono appunto l’educazione.
Investire nella scuola e puntare verso una scuola di qualità e di efficienza dovrebbe essere il primo segno di progresso e di sviluppo per una città che intende rinascere nella "nuova primavera".

Giuseppe Adernò
g.aderno@alice.it





Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-2482367.html