Scuola: serve il rinnovamento
Data: Domenica, 09 giugno 2013 ore 08:45:00 CEST
Argomento: Redazione


Le dinamiche di trasformazione  della nostra epoca sono diventate sempre più rapide e radicali sotto l’incalzare delle nuove tecnologie, tanto da  indurci a rivedere e a ripensare molti dei nostri atteggiamenti mentali e fattuali nei confronti del mondo e dell’ambiente in cui viviamo e operiamo. Tramite l’ibridazione con la tecnologia, solo per fare un esempio, ha finito per cambiare persino la natura umana; così come, pure i processi di riproduzione, tramite la genomica. La società, insomma, è diventata  sempre più fluida, sempre in continuo movimento. Chiaro, perciò, che i vecchi paradigmi conoscitivi e valutativi del passato sono affatto insufficienti e inadeguati a reggere il passo con i tempi del post-moderno. Il progresso scientifico e tecnologico, ampliando il ventaglio delle scelte, offre, oggi, possibilità,( mai prima sospettate e sospettabili), radicalmente nuove di comunicare, di apprendere, di insegnare, di fare figli, persino, e di allevarli ed educarli.
Questo è un dato di fatto che nessuno può eludere. Meno che mai la scuola!

E’ vero, sì, che essa è luogo deputato a trasmettere un sapere codificato, ma non può certo chiudere gli occhi di fronte alle novità culturali e all’evoluzione del mondo; essa, come comunità educante, è obbligata ad interagire con la società di cui fa parte. Ma per farlo bisogna che ci sia una politica scolastica più attenta e  sensibile ai cambiamenti; una politica che abbia veramente a cuore, come priorità, quella di investire per ammodernare la cultura dei nostri giovani studenti.
Le scuole italiane (sono più di 11.000 le istituzioni scolastiche dotate di autonomia) rappresentano per il nostro paese uno dei luoghi essenziali per la costruzione del futuro di intere generazioni.
Il recente 'aut-aut‘ lanciato dal Ministro dell'Istruzione Maria Chiara Carrozza sembra muoversi  nella direzione giusta: "O ci sono margini per un reinvestimento nella scuola pubblica oppure devo smettere di fare il Ministro dell'Istruzione".
E ancora: “Bisogna puntare su un investimento nell'edilizia scolastica e sull'assunzione di "un esercito di nuovi insegnanti", condizioni necessarie per consentire il miglioramento della qualità del servizio. Dobbiamo lavorare su questo, altrimenti come facciamo a parlare di crescita?".

Speriamo che alle buone intenzioni del Ministro, seguano i fatti concreti.
E primo, tra tutti, quello che tolga i tagli  alla scuola pubblica, e pensi all'istruzione come volano principale per il rilancio dell'Italia nell’ Europa.

Nuccio Palumbo
antonino11palumbo@gmail.com





Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-2482253.html