“I promessi sposi 2.0”, un’applicazione web per rileggere i classici
Data: Mercoledì, 22 maggio 2013 ore 06:00:00 CEST
Argomento: Rassegna stampa


In quattro scuole di Trento il progetto pilota che sfrutta la praticità di un motore semantico e l’immediatezza dei social network  - E se Alessandro Manzoni fosse vissuto nel ventunesimo millennio, come avrebbe raccontato la travagliata storia d’amore di Renzo e Lucia? C’è chi ha provato a narrarla in musica o sul grande schermo e c’è chi si affida a pagine e pagine di riassunti per memorizzare l’intramontabile romanzo ambientato vicino “a quel ramo del lago di Como”. A Trento, un team di professori ha fatto un passo in più: perché non trasformare uno dei più importanti classici della letteratura italiana in una sorta di grande ipertesto multimediale? Nasce così la versione 2.0 dei “Promessi Sposi”, ovvero un’applicazione web - visualizzabile su computer, tablet e smartphone – che, grazie a un motore di ricerca semantico, ha permesso di “smontarne” gli elementi costitutivi (sequenze narrative, personaggi, luoghi e tempi) e creare una mappa di nuovi percorsi di lettura in cui potersi districare più facilmente. il tutto, aiutati da un’interfaccia grafica al passo con i tempi, più intuitiva per i giovani studenti già abituati a destreggiarsi tra social network e Web, ma anche per i docenti costretti a confrontarsi con un mondo in evoluzione che richiede un aggiornamento dei metodi di insegnamento. Il progetto pilota, realizzato da Cross Library Services in collaborazione con l’azienda di sviluppo software torinese Celi e l’Unità di ricerca Human Language Technology della Fondazione Bruno Kessler del capoluogo Altoatesino, è già una realtà in quattro licei e istituti tecnici della provincia di Trento, ma punta a diventare un valido strumento di supporto alla didattica. Sono allievi e professori in prima persona ad arricchire questo lavoro in continuo divenire, inserendo contenuti e riflessioni che poi potranno essere condivise con le altre classi, amplificando il loro valore. Come su Facebook, ogni personaggio (i protagonisti, ma anche tutti quelli minori e quelli storici) ha un proprio profilo che contiene anche i dialoghi e le scene d’azione a cui prendono parte, oltre ai commenti dell’autore. Il castello dell’Innominato, il monastero della Monaca di Monza e la chiesa di Don Abbondio si potranno poi visualizzare su una mappa del Seicento e confrontare su Google Maps. E il testo originale sarà sempre a portata di clic. La scelta dei “Promessi sposi” come prima grande opera con cui confrontarsi non è casuale, spiega il linguista Andrea Bolioli, 45 anni, tra i responsabili dell’iniziativa. «Si studia in ogni scuola ed è un libro difficile da affrontare, per lo più considerato estremamente noioso dalla maggior parte degli studenti. E spesso i docenti si trovano in seria difficoltà a trasmettere queste conoscenze – continua –. Per questo abbiamo deciso di rendere il romanzo più attraente, sia dal punto di vista della modalità narrativa, sia utilizzando delle tecnologie che fanno parte del loro quotidiano». E la risposta è stata incredibilmente positiva: «Sopra ogni aspettativa, direi: c’è un forte interesse non scontato da parte dei ragazzi e il fatto che questo metodo d’apprendimento alternativo funzioni è dimostrato dagli alti voti dei test di comprensione che vengono effettuati al termine di ogni lezione». Ma la scuola è pronta a questa “svolta”? «Se molti insegnanti hanno ancora difficoltà a passare dal libro di carta a quello digitale – sottolinea ancora Bolioli –, molti altri già hanno la possibilità di sfruttare tablet e computer, ma lamentano la mancanza di strumenti ad hoc per insegnare, come programmi per migliorare le competenze linguistiche dei ragazzi, per esempio». Senza contare l’aspetto più importante: «Le attività sono le stesse che si potrebbero fare anche alla lavagna, ma sarebbero di sicuro meno coinvolgenti».  “I promessi sposi 2.0” fanno parte del più ampio progetto di ricerca Sèduco (Sharing Educational Content) - che mira a sperimentare l’uso nelle classi di una piattaforma tecnologica che integri gestione documentale, ricerca semantica, linking e analisi del testo – e saranno presentati nell’ambito del Salone del Libro domenica alle 17 nella sezione Book To The Future. Un momento di incontro tra studenti, docenti e ricercatori universitari che per 24 mesi seguiranno la sperimentazione e a Torino racconteranno la loro esperienza finora. Esperienza che, se sarà accolta positivamente anche dagli editori, è destinata a diventare modello per la scuola di domani Il prossimo libro è già in lavorazione, annuncia Bolioli: “Pinocchio”, un altro grande classico per grandi e piccini. 
Elisa Barberis
www.lastampa.it





Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-2481987.html