In
quattro scuole di Trento il progetto pilota che sfrutta la praticità di
un motore semantico e l’immediatezza dei social network - E se
Alessandro Manzoni fosse vissuto nel ventunesimo millennio, come
avrebbe raccontato la travagliata storia d’amore di Renzo e Lucia? C’è
chi ha provato a narrarla in musica o sul grande schermo e c’è chi si
affida a pagine e pagine di riassunti per memorizzare l’intramontabile
romanzo ambientato vicino “a quel ramo del lago di Como”. A Trento, un
team di professori ha fatto un passo in più: perché non trasformare uno
dei più importanti classici della letteratura italiana in una sorta di
grande ipertesto multimediale? Nasce così la versione 2.0 dei “Promessi
Sposi”, ovvero un’applicazione web - visualizzabile su computer, tablet
e smartphone – che, grazie a un motore di ricerca semantico, ha
permesso di “smontarne” gli elementi costitutivi (sequenze narrative,
personaggi, luoghi e tempi) e creare una mappa di nuovi percorsi di
lettura in cui potersi districare più facilmente. il tutto, aiutati da
un’interfaccia grafica al passo con i tempi, più intuitiva per i
giovani studenti già abituati a destreggiarsi tra social network e Web,
ma anche per i docenti costretti a confrontarsi con un mondo in
evoluzione che richiede un aggiornamento dei metodi di insegnamento. Il
progetto pilota, realizzato da Cross Library Services in collaborazione
con l’azienda di sviluppo software torinese Celi e l’Unità di ricerca
Human Language Technology della Fondazione Bruno Kessler del capoluogo
Altoatesino, è già una realtà in quattro licei e istituti tecnici della
provincia di Trento, ma punta a diventare un valido strumento di
supporto alla didattica. Sono allievi e professori in prima persona ad
arricchire questo lavoro in continuo divenire, inserendo contenuti e
riflessioni che poi potranno essere condivise con le altre classi,
amplificando il loro valore. Come su Facebook, ogni personaggio (i
protagonisti, ma anche tutti quelli minori e quelli storici) ha un
proprio profilo che contiene anche i dialoghi e le scene d’azione a cui
prendono parte, oltre ai commenti dell’autore. Il castello
dell’Innominato, il monastero della Monaca di Monza e la chiesa di Don
Abbondio si potranno poi visualizzare su una mappa del Seicento e
confrontare su Google Maps. E il testo originale sarà sempre a portata
di clic. La scelta dei “Promessi sposi” come prima grande opera con cui
confrontarsi non è casuale, spiega il linguista Andrea Bolioli, 45
anni, tra i responsabili dell’iniziativa. «Si studia in ogni scuola ed
è un libro difficile da affrontare, per lo più considerato estremamente
noioso dalla maggior parte degli studenti. E spesso i docenti si
trovano in seria difficoltà a trasmettere queste conoscenze – continua
–. Per questo abbiamo deciso di rendere il romanzo più attraente, sia
dal punto di vista della modalità narrativa, sia utilizzando delle
tecnologie che fanno parte del loro quotidiano». E la risposta è stata
incredibilmente positiva: «Sopra ogni aspettativa, direi: c’è un forte
interesse non scontato da parte dei ragazzi e il fatto che questo
metodo d’apprendimento alternativo funzioni è dimostrato dagli alti
voti dei test di comprensione che vengono effettuati al termine di ogni
lezione». Ma la scuola è pronta a questa “svolta”? «Se molti insegnanti
hanno ancora difficoltà a passare dal libro di carta a quello digitale
– sottolinea ancora Bolioli –, molti altri già hanno la possibilità di
sfruttare tablet e computer, ma lamentano la mancanza di strumenti ad
hoc per insegnare, come programmi per migliorare le competenze
linguistiche dei ragazzi, per esempio». Senza contare l’aspetto più
importante: «Le attività sono le stesse che si potrebbero fare anche
alla lavagna, ma sarebbero di sicuro meno coinvolgenti». “I
promessi sposi 2.0” fanno parte del più ampio progetto di ricerca
Sèduco (Sharing Educational Content) - che mira a sperimentare l’uso
nelle classi di una piattaforma tecnologica che integri gestione
documentale, ricerca semantica, linking e analisi del testo – e saranno
presentati nell’ambito del Salone del Libro domenica alle 17 nella
sezione Book To The Future. Un momento di incontro tra studenti,
docenti e ricercatori universitari che per 24 mesi seguiranno la
sperimentazione e a Torino racconteranno la loro esperienza finora.
Esperienza che, se sarà accolta positivamente anche dagli editori, è
destinata a diventare modello per la scuola di domani Il prossimo libro
è già in lavorazione, annuncia Bolioli: “Pinocchio”, un altro grande
classico per grandi e piccini.
Elisa Barberis
www.lastampa.it