La crisi pagata dai precari
Data: Venerdì, 12 aprile 2013 ore 05:00:00 CEST
Argomento: Rassegna stampa


In 160mila hanno dovuto lasciare la scuola mentre lo Stato continua a perdere i ricorsi e a pagare i danni - Sono 160mila i precari eliminati dalle scuole negli ultimi due anni. La Ragioneria dello Stato ha reso noti i dati sui tagli degli ultimi due anni e i precari della scuola sono passati dal 46% del totale del pubblico impiego, al 15%, vale a dire 160mila persone in meno, un numero terribile se si pensa a 160mila vite che hanno preso un corso diverso. Il problema è tutto nelle mani del prossimo governo, una soluzione si dovrà trovare e forse i tagli renderanno almeno più semplice affrontare il nodo anche perché per lo Stato il precariato stabile ha un costo non indifferente. E'di mercoledì 10 aprile la notizia di una nuova vittoria in tribunale da parte dell'Anief, uno dei sindacati che sta seguendo da tempo le vertenze dei precari. Il tribunale di Trani ha deciso l'assunzione a tempo indeterminato di un prof  che aveva svolto un numero superiore ai 36 mesi di servizio a tempo determinato richiesti. Il docente ha già firmato, presso l’Ust di Bari, la proposta di assunzione in ruolo, dopo che il giudice del capoluogo pugliese ha accolto il ricorso presentato dal legale dell’Anief chiedendo  l’applicazione della direttiva comunitaria, la 1999/70/CE, che da 13 anni impone ai Paesi dell’Ue di assumere tutti i lavoratori che hanno svolto 36 mesi di servizio attraverso i contratti a termine. Il 4 aprile il giudice della Corte di Appello di Torino ha confermato la sentenza di primo grado sulla liceità di assegnare gli scatti stipendiali anche al personale non di ruolo. Ignorando totalmente, tra l’altro, la sentenza della Cassazione n. 10127/2012 che giustifica il regime derogatorio adottato in Italia rispetto alla direttiva europea 1999/70/CE sulla stabilizzazione dei precari “storici”. Facciamo due calcoli: ci sono almeno 80mila precari che hanno diritto alla stabilizzazione via tribunale e solo per gli scatti non riconosciuti i risarcimenti sono di almeno 150mila euro a testa. Allo stato non conviene trovare una soluzione?
Flavia Amabile
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