Il tempo scuola in Italia
Data: Sabato, 09 marzo 2013 ore 07:45:00 CET
Argomento: Redazione


Ho molte volte considerato, da anni ma anche in tempi recenti, l’importanza di una formazione scolastica integrata e coerente, con adeguati ritmi di lavoro per gli allievi e con una seria considerazione del tempo (e modi) di lavoro da parte dei docenti. In tali considerazioni entravano le riflessioni sulla necessità di spostare in avanti delle scelte irreversibili da parte degli allievi, assistiti da un serio lavoro di orientamento. Ciò poteva significare sia l’istituzione del biennio unico, come (per avvicinarci all’Europa) la scelta di un  percorso unificato prima della specializzazione triennale. Naturalmente un discorso a parte merita la considerazione su tempi e modi del lavoro didattico. Oggi si torna a parlare di accorciare di un anno il percorso di studi scolastici per avvicinarci all’Europa, ignorando che i vari modelli di scuola altrove prevedono tempi di lavoro giornalieri più lunghi dei nostri, semplificazione e tecnicizzazione di programmi, varie opzioni relativamente a scelte professionali legate alla realtà produttiva dei vari Paesi, nonché, alla fine, percorsi  universitari contrassegnati da un reale rapporto docente-studente, senza cedere alla infinita parcellizzazione delle materie  di studio intesa a moltiplicare all’infinito le cattedre universitarie.
Nei cinquantanove anni passati entro aule scolastiche di varie città italiane e qualcuna europea mi sono reso ben conto che si può apprendere molto anche in tempi brevi, qualora si è assistiti da una guida didattica costante senza essere abbandonati a se stessi o alle famiglie. Ciò comporta un adeguato tempo di “relazione didattica” dall’asilo all’università, con relativo adeguato investimento di spesa. Il lavoro scolastico è infatti sempre un esercizio costante di apprendimento teorico-pratico con la necessità di un continuo dialogo docente-discente nell’acquisizione del sapere e del saper fare, un efficace controllo sul piano della pratica ed un adeguato stimolo nella metodologia della ricerca. Ridurre un anno di scuola solo per risparmiare licenziando (o non assumendo che è lo stesso) diverse decine di migliaia  di docenti, lasciando immutato il resto è quanto di più stolto un governo civile possa pensare e attuare, anche in tempi di reale ristrettezza economica.    

Roberto Laudani
robertolaudani@simail.it





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