La storia delle due borgate
Data: Domenica, 24 febbraio 2013 ore 06:00:00 CET
Argomento: Redazione


La storia delle due borgateAi tempi del Re, all’interno della Sicilia, vi erano due borgate, poste sul crinale dei Monti Nebrodi. Questi due antichi villaggi erano stati acquistati da una famiglia dell’alta borghesia, collegata con la nobiltà di quei tempi.
Il feudatario del luogo propose al Monarca di istituire una Municipalità con sede nella borgata più numerosa del feudo, dove vi era anche il suo castello. Con provvedimento del Governo di Sua Maestà, venne nominato un Intendente per sovrintendere alla conduzione amministrativa delle due borgate, con sede nella borgata principale, mentre il nobile feudatario abitava nella lontana Capitale del Regno.
La borgata minore, era distante, in linea d’aria, quasi un chilometro, dalla sede principale.
La vita delle due borgate, dedite all’agricoltura ed alla pastorizia, scorreva serena e nell’assoluta normalità, ma con l’andare del tempo man mano che le due borgate crescevano per numero di abitanti, si moltiplicarono le esigenze e si intravedevano le disparità tra una località e l’altra,  in quanto nella borgata, detta del Castello, sede principale della Municipalità, e luogo deputato alla riscossione delle tasse e al controllo delle merci, era alquanto privilegiata rispetto all’altra borgata.
Queste differenze crebbero sempre di più, tanto che avvennero delle evidenti disparità di “trattamento” tra gli abitanti delle due borgate, con la palese complicità dell’Intendente della Municipalità.
Accadde però che, il Primo Ministro di Sua Maestà venne in Sicilia, per conoscere e visitare le varie città dell’isola; e così fece tappa anche nella zona dei Nebrodi, e quindi anche nella Municipalità delle due borgate.
Gli abitanti del territorio periferico, avendo saputo dell’imminente visita, decisero di chiedere al rappresentante del governo centrale il loro “distacco” e la nascita della loro municipalità, e così si attivarono, eleggendo un comitato di rappresentanza per presentare l’istanza al Governo.
Il Comitato, in breve tempo, raccolse la richiesta e le relative “firme”, e le fece pervenire sia al Prefetto della Provincia, che al Re.
Alla venuta dell’illustre e atteso visitatore, gli abitanti della borgata con il loro Comitato, con le dovute cautele che il caso imponeva, fecero una vera e propria “manifestazione di protesta” per l’autonomia, e di fronte alle autorità presenti, gridarono ad alta voce: “Viva il Re, viva il Governo, viva il Primo Ministro, viva l’Autonomia!”.
Inoltre, il Comitato chiese di essere ricevuto dall’alto rappresentante del Governo di Sua Maestà, il quale lusingato dalla manifestazione in suo omaggio, ricevette il comitato civico e promise il suo “personale interessamento” per la causa a Lui prospettata.
Il Primo Ministro, ritornato nella Capitale del Regno, mantenne fede alla promessa e dopo non molto tempo venne emesso il decreto reale di riconoscimento della autonomia della borgata con la istituzione della apposita Municipalità.
Questi fatti delle “due borgate”, avvennero tanto tempo fa, quando in Sicilia regnava il Re…
Sembra una favola, invece,… è una storia vera!

Giuseppe Scaravilli
giuseppescaravilli@tiscali.it





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