Intervista al coordinatore nazionale della Gilda, Rino Di Meglio (in allegato scheda sulla progressione stipendiale)
Data: Giovedì, 29 novembre 2012 ore 06:30:00 CET Argomento: Sindacati
Il 22 novembre i
sindacati della scuola (esclusa la Cgil) hanno sospeso lo sciopero
con manifestazione che avevano indetto a Roma per il 24 contro il
blocco degli
scatti di anzianità e contro l'aumento dell'orario di cattedra a 24 ore
per i docenti
della secondaria. La decisione, pur se conseguita alla Convocazione a
Palazzo Chigi
dei Sindacati e alla presentazione dell'Atto di indirizzo per il
recupero degli scatti di
anzianità, è arrivata a ridosso di un'organizzazione ormai predisposta
e con docenti
pronti allo sciopero. Questa scelta ha suscitato non solo attestazioni
di stima per
un successo ottenuto senza che i docenti ci rimettessero una giornata
di lavoro e
che permetterà il passaggio di
gradone, il recupero degli arretrati e un conteggio
più favorevole per la pensione ma anche proteste. Proteste dure
e molto polemiche contro i sindacati, pronti sempre a cedere e ancora
di più contro
la Gilda che
è sembrata rinunciare ad uno stile che fino ad allora l'aveva
contraddistinta. E' vero,
tutto ciò? La Gilda- e lo sa bene chi la segue- non ha mai avuto
problemi a rispondere sulle sue scelte e sulle sue decisioni, che sono,
lo ribadiamo,
scelte politiche
e come tali vanno giudicate.
Per questo, intervistiamo il Coordinatore nazionale, Rino Di Meglio,
dando voce a
quelle critiche inflessibili che si sono levate perché lo stile della
Gilda è di trasparenza e di assunzione di responsabilità, nella
consapevolezza che è
l'appunto piuttosto
che la lode lo strumento da privilegiare. Poiché permette di chiarire e
di approfondire e di trovare anche nuove opportunità di azione in una
situazione
politica, non solo
nazionale, che ogni giorno di più diventa complessa e difficile per la
vita dei cittadini.
Coordinatore, voci di protesta si sono levate per la sospensione dello
scio-
pero. Davvero i sindacati hanno ottenuto tanto da giustificare questa
scelta
repentina?
La piattaforma unitaria dei quattro sindacati che avevano indetto lo
sciopero del
24 novembre era costituita da due richieste: l'atto di indirizzo per il
recupero degli
scatti di anzianità del 2011, cui si era aggiunta la questione
dell'aumento dell'orario.
Quest'ultima si è risolta con il voto del Parlamento, quella dell'atto
di indirizzo (i
cui contenuti sono quelli richiesti lo scorso 12 giugno) nel corso
dell'incontro a
Palazzo Chigi del 22 novembre. Certo l'estrema tardività del Governo,
che ha ceduto a 24 ore dallo sciopero, ci ha messo in grande difficoltà
in quanto la macchina
della protesta era avviata ormai a pieno ritmo, come ci ha messo in
difficoltà la
scelta della CGIL che prima si era unita alla nostra piattaforma, poi
ha deciso diversamente, dichiarandosi contraria ad attingere al fondo
d'istituto per pagare gli scatti. La CGIL sa bene, sin dallo scorso 12
giugno, quale sia la strada per recuperare gli
scatti. Ma non è una novità che Gilda e CGIL abbiano sulla questione
del fondo
idee contrapposte.
Cosa rispondere a quei colleghi che
ritengono questa decisione un arretramento rispetto al pericolo che
l'aumento di 6 ore di cattedra, senza compenso, venga riproposto in
fase contrattuale?
La legge ha fissato al 2014 il rinnovo del CCNL, è meglio non sprecare
le cartucce
con troppo anticipo. Chiedo ai colleghi: sarebbe stato realistico
scioperare a futura memoria? Io posso sin d'ora garantire che la Gilda
non firmerà mai un contratto
che peggiori le condizioni della docenza.
E poi, dicono altri, i problemi della
scuola (aule fatiscenti e sovraffollate,
precari senza posto, burocrazia invadente ecc...) avrebbero più che
giustificato
questo sciopero...
Sono tutti problemi reali che da sempre la Gilda segnala e che spesso
ha portato
all'attenzione da sola e che contrasta con impegno e sistematicità ma
ritengo che
una singola battaglia debba fondarsi su ciò che è realisticamente
conseguibile, altrimenti si cade nel gioco di chi agita i massimi
sistemi, ben sapendo che
questi non
possono essere modificati con uno sciopero. A nostro parere, così
facendo si prende in giro la categoria.
In ogni caso, restava sempre il
Progetto di Legge ex Aprea per il quale protestare...
In verità il Progetto di Legge è praticamente defunto e di questo
risultato rivendichiamo la nostra parte. Gli studenti l'hanno più o
meno scoperta oggi,
la Gilda
invece si è mossa da tempo. All'indomani dell'Assemblea nazionale di
Marzo in cui
se ne era parlato, io stesso ho cominciato i contatti politici, avendo
avuto conferma dai componenti della VII Commissione del Senato che
questo Progetto non
sarebbe passato. Ebbene, così è stato. Durante l'estate tutti i membri
di questa
Commissione avevano ricevuto copia delle nostre osservazioni e in
ottobre c'è
stato il convegno del Centro Studi sulla Governance della scuola, alla
presenza di
politici che hanno ascoltato le critiche della Gilda. Oggi, la VII
Commissione del
Senato ascolta i sindacati (diversamente da quella della Camera),
discute la proposta in sede referente (rimandandola all'aula
Parlamentare e quindi di
fatto metten-
dola da parte) e cassando quindi la decisione della Commissione della
Camera che
l'aveva approvata in sede deliberante. Oggi abbiamo dunque la
soddisfazione di
un'operazione politica riuscita?
Non sarà che la Gilda, in nome
dell'unità sindacale, sta cambiando fisionomia tanto da confondersi con
gli altri?
L'unità sindacale è stata una scelta sofferta, dovuta all'emergenza, ma
la nostra identità resta profondamente diversa dagli altri. Voglio qui
ricordare a
tutti i colleghi,
soprattutto a quelli più critici, che la Gilda è sempre stata ed è
tuttora autonoma dai
partiti. E' una libertà di cui si vanta, ma che ha un suo prezzo:
nessuno protegge la
Gilda e i successi che ottiene sono il risultato di un impegno che si
rinnova ogni
volta e non dell'appoggio a priori delle forze politiche in Parlamento.
Ho ricordato
questo perché rivendico la nostra libertà in ogni scelta politica,
sempre dettata dal
principio dell'opportunità e non dell'opportunismo. Poi, la questione
del FIS. Noi
riteniamo che così come è stata sostenuta dagli altri abbia finito per
degradare la
funzione docente, spingendola all'impiegatizzazione. Il fondo viene
utilizzato infatti
per premiare soprattutto chi si presta a funzioni burocratico
organizzative o al supporto del Dirigente, la cosiddetta "produttività"
nella scuola per noi
può significare
soltanto avere buoni docenti che si dedichino al compito fondamentale
di trasmissione della cultura e dell'educazione agli alunni, ad altri
appartiene
la responsabilità
storica di aver sempre avuto una visione quantitativa della docenza,
secondo la logica operaistica: "se vuoi guadagnare di più devi stare
più tempo a
scuola". Sarebbe
bene che i colleghi chiedessero conto ai sindacati di piattaforme e
proposte, anche
per evitare il rischio di essere usati per progetti che non
condividono.
A proposito di "produttività", si dice
che l'atto di indirizzo, grazie al quale lo
sciopero è stato sospeso, condizioni il recupero degli scatti alla
produttività
dei docenti. E' vero?
Nell'incontro con il Governo non si è sottoscritto assolutamente nulla,
è stata data
lettura dell'atto di indirizzo sugli scatti, da parte del ministro
Profumo che non con-
teneva la parola "produttività". La questione della produttività è
stata citata da
ambienti CGIL, nella scuola è normalmente connessa al fondo d'istituto,
non sicuramente agli scatti che ricordiamo bene, SONO TRATTAMENTO
FONDAMENTALE E PENSIONABILE, non accessorio, destinati a TUTTI e non a
pochi. Il
Ministro
dell'Economia, Grilli, nel corso di uno stringato intervento ha fatto
riferimento
all'accordo sulla produttività siglato il giorno prima per il settore
privato, ed ha
detto che anche nella scuola si sarebbe dovuto ragionare di
produttività nel futuro contratto di lavoro. La Gilda, replicando al
Ministro Grilli, ha
precisato che nella
scuola produttività significa insegnamento e trasmissione della cultura
e che, nella
Scuola sino ad oggi le risorse per la cosiddetta produttività, quelle
per del fondo
di istituto, sono state in gran parte utilizzate male in quanto tese
non a rafforzare
l'offerta didattica, ma utilizzate per incentivare i compiti
burocratici amministrativi, e talvolta inutili progettifici. La Gilda
ed i docenti, ho detto,
auspicano che si
apra un dibattito culturale su queste tematiche, e sugli errori
compiuti, prima del
contratto del 2014.
Come ci si muoverà nel prossimo
futuro? Cosa farà la Gilda di fronte ad una
deriva tragica dell'Istruzione, quali impegni intende prendere e
mantenere?
La GILDA continuerà a battersi strenuamente per la difesa della Scuola
pubblica
statale, per i valori che essa esprime come Istituzione della
Repubblica, secondo la
nostra Costituzione e contro chi la vuole trasformare in un "servizio
su domanda".
La Gilda sosterrà sempre la centralità della professione docente,
contro la deriva
impiegatizia.
Quali parole la Gilda, attraverso il
suo Coordinatore nazionale, può dire a
quegli iscritti un po' delusi?
Voglio ricordare loro che usciamo a testa alta da questa vicenda perché
abbiamo
operato secondo i principi di correttezza e coerenza (non dimentichiamo
che le
richieste alla base dello sciopero sono state ottenute) anche
soffrendo. Siamo
insegnanti e anche questi sono valori importanti che noi dobbiamo
trasmettere ai
giovani.
Filippo
Tortorici
coordinatore@gildacatania.it
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