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Lavoro: Intervista al coordinatore nazionale della Gilda, Rino Di Meglio (in allegato scheda sulla progressione stipendiale)

Sindacati
Rino Di MeglioIl 22 novembre i sindacati della scuola (esclusa la Cgil) hanno sospeso lo sciopero con manifestazione che avevano indetto a Roma per il 24 contro il blocco degli scatti di anzianità e contro l'aumento dell'orario di cattedra a 24 ore per i docenti della secondaria. La decisione, pur se conseguita alla Convocazione a Palazzo Chigi dei Sindacati e alla presentazione dell'Atto di indirizzo per il recupero degli scatti di anzianità, è arrivata a ridosso di un'organizzazione ormai predisposta e con docenti pronti allo sciopero. Questa scelta ha suscitato non solo attestazioni di stima per un successo ottenuto senza che i docenti ci rimettessero una giornata di lavoro e che permetterà il passaggio di gradone, il recupero degli arretrati e un conteggio più favorevole per la pensione ma anche proteste. Proteste dure e molto polemiche contro i sindacati, pronti sempre a cedere e ancora di più contro la Gilda che è sembrata rinunciare ad uno stile che fino ad allora l'aveva contraddistinta. E' vero, tutto ciò? La Gilda- e lo sa bene chi la segue- non ha mai avuto problemi a rispondere sulle sue scelte e sulle sue decisioni, che sono, lo ribadiamo, scelte politiche e come tali vanno giudicate. Per questo, intervistiamo il Coordinatore nazionale, Rino Di Meglio, dando voce a quelle critiche inflessibili che si sono levate perché lo stile della Gilda è di trasparenza e di assunzione di responsabilità, nella consapevolezza che è l'appunto piuttosto che la lode lo strumento da privilegiare. Poiché permette di chiarire e di approfondire e di trovare anche nuove opportunità di azione in una situazione politica, non solo nazionale, che ogni giorno di più diventa complessa e difficile per la vita dei cittadini.

Coordinatore, voci di protesta si sono levate per la sospensione dello scio- pero. Davvero i sindacati hanno ottenuto tanto da giustificare questa scelta repentina?

La piattaforma unitaria dei quattro sindacati che avevano indetto lo sciopero del 24 novembre era costituita da due richieste: l'atto di indirizzo per il recupero degli scatti di anzianità del 2011, cui si era aggiunta la questione dell'aumento dell'orario. Quest'ultima si è risolta con il voto del Parlamento, quella dell'atto di indirizzo (i cui contenuti sono quelli richiesti lo scorso 12 giugno) nel corso dell'incontro a Palazzo Chigi del 22 novembre. Certo l'estrema tardività del Governo, che ha ceduto a 24 ore dallo sciopero, ci ha messo in grande difficoltà in quanto la macchina della protesta era avviata ormai a pieno ritmo, come ci ha messo in difficoltà la scelta della CGIL che prima si era unita alla nostra piattaforma, poi ha deciso diversamente, dichiarandosi contraria ad attingere al fondo d'istituto per pagare gli scatti. La CGIL sa bene, sin dallo scorso 12 giugno, quale sia la strada per recuperare gli scatti. Ma non è una novità che Gilda e CGIL abbiano sulla questione del fondo idee contrapposte.

Cosa rispondere a quei colleghi che ritengono questa decisione un arretramento rispetto al pericolo che l'aumento di 6 ore di cattedra, senza compenso, venga riproposto in fase contrattuale?
La legge ha fissato al 2014 il rinnovo del CCNL, è meglio non sprecare le cartucce con troppo anticipo. Chiedo ai colleghi: sarebbe stato realistico scioperare a futura memoria? Io posso sin d'ora garantire che la Gilda non firmerà mai un contratto che peggiori le condizioni della docenza.

E poi, dicono altri, i problemi della scuola (aule fatiscenti e sovraffollate, precari senza posto, burocrazia invadente ecc...) avrebbero più che giustificato questo sciopero...
Sono tutti problemi reali che da sempre la Gilda segnala e che spesso ha portato all'attenzione da sola e che contrasta con impegno e sistematicità ma ritengo che una singola battaglia debba fondarsi su ciò che è realisticamente conseguibile, altrimenti si cade nel gioco di chi agita i massimi sistemi, ben sapendo che questi non possono essere modificati con uno sciopero. A nostro parere, così facendo si prende in giro la categoria.

In ogni caso, restava sempre il Progetto di Legge ex Aprea per il quale protestare...
In verità il Progetto di Legge è praticamente defunto e di questo risultato rivendichiamo la nostra parte. Gli studenti l'hanno più o meno scoperta oggi, la Gilda invece si è mossa da tempo. All'indomani dell'Assemblea nazionale di Marzo in cui se ne era parlato, io stesso ho cominciato i contatti politici, avendo avuto conferma dai componenti della VII Commissione del Senato che questo Progetto non sarebbe passato. Ebbene, così è stato. Durante l'estate tutti i membri di questa Commissione avevano ricevuto copia delle nostre osservazioni e in ottobre c'è stato il convegno del Centro Studi sulla Governance della scuola, alla presenza di politici che hanno ascoltato le critiche della Gilda. Oggi, la VII Commissione del Senato ascolta i sindacati (diversamente da quella della Camera), discute la proposta in sede referente (rimandandola all'aula Parlamentare e quindi di fatto metten- dola da parte) e cassando quindi la decisione della Commissione della Camera che l'aveva approvata in sede deliberante. Oggi abbiamo dunque la soddisfazione di un'operazione politica riuscita?

Non sarà che la Gilda, in nome dell'unità sindacale, sta cambiando fisionomia tanto da confondersi con gli altri?
L'unità sindacale è stata una scelta sofferta, dovuta all'emergenza, ma la nostra identità resta profondamente diversa dagli altri. Voglio qui ricordare a tutti i colleghi, soprattutto a quelli più critici, che la Gilda è sempre stata ed è tuttora autonoma dai partiti. E' una libertà di cui si vanta, ma che ha un suo prezzo: nessuno protegge la Gilda e i successi che ottiene sono il risultato di un impegno che si rinnova ogni volta e non dell'appoggio a priori delle forze politiche in Parlamento. Ho ricordato questo perché rivendico la nostra libertà in ogni scelta politica, sempre dettata dal principio dell'opportunità e non dell'opportunismo. Poi, la questione del FIS. Noi riteniamo che così come è stata sostenuta dagli altri abbia finito per degradare la funzione docente, spingendola all'impiegatizzazione. Il fondo viene utilizzato infatti per premiare soprattutto chi si presta a funzioni burocratico organizzative o al supporto del Dirigente, la cosiddetta "produttività" nella scuola per noi può significare soltanto avere buoni docenti che si dedichino al compito fondamentale di trasmissione della cultura e dell'educazione agli alunni, ad altri appartiene la responsabilità storica di aver sempre avuto una visione quantitativa della docenza, secondo la logica operaistica: "se vuoi guadagnare di più devi stare più tempo a scuola". Sarebbe bene che i colleghi chiedessero conto ai sindacati di piattaforme e proposte, anche per evitare il rischio di essere usati per progetti che non condividono.

A proposito di "produttività", si dice che l'atto di indirizzo, grazie al quale lo sciopero è stato sospeso, condizioni il recupero degli scatti alla produttività dei docenti. E' vero?
Nell'incontro con il Governo non si è sottoscritto assolutamente nulla, è stata data lettura dell'atto di indirizzo sugli scatti, da parte del ministro Profumo che non con- teneva la parola "produttività". La questione della produttività è stata citata da ambienti CGIL, nella scuola è normalmente connessa al fondo d'istituto, non sicuramente agli scatti che ricordiamo bene, SONO TRATTAMENTO FONDAMENTALE E PENSIONABILE, non accessorio, destinati a TUTTI e non a pochi. Il Ministro dell'Economia, Grilli, nel corso di uno stringato intervento ha fatto riferimento all'accordo sulla produttività siglato il giorno prima per il settore privato, ed ha detto che anche nella scuola si sarebbe dovuto ragionare di produttività nel futuro contratto di lavoro. La Gilda, replicando al Ministro Grilli, ha precisato che nella scuola produttività significa insegnamento e trasmissione della cultura e che, nella Scuola sino ad oggi le risorse per la cosiddetta produttività, quelle per del fondo di istituto, sono state in gran parte utilizzate male in quanto tese non a rafforzare l'offerta didattica, ma utilizzate per incentivare i compiti burocratici amministrativi, e talvolta inutili progettifici. La Gilda ed i docenti, ho detto, auspicano che si apra un dibattito culturale su queste tematiche, e sugli errori compiuti, prima del contratto del 2014.

Come ci si muoverà nel prossimo futuro? Cosa farà la Gilda di fronte ad una deriva tragica dell'Istruzione, quali impegni intende prendere e mantenere?
La GILDA continuerà a battersi strenuamente per la difesa della Scuola pubblica statale, per i valori che essa esprime come Istituzione della Repubblica, secondo la nostra Costituzione e contro chi la vuole trasformare in un "servizio su domanda". La Gilda sosterrà sempre la centralità della professione docente, contro la deriva impiegatizia.

Quali parole la Gilda, attraverso il suo Coordinatore nazionale, può dire a quegli iscritti un po' delusi?
Voglio ricordare loro che usciamo a testa alta da questa vicenda perché abbiamo operato secondo i principi di correttezza e coerenza (non dimentichiamo che le richieste alla base dello sciopero sono state ottenute) anche soffrendo. Siamo insegnanti e anche questi sono valori importanti che noi dobbiamo trasmettere ai giovani.

Filippo Tortorici
coordinatore@gildacatania.it








Postato il Giovedì, 29 novembre 2012 ore 06:30:00 CET di Redazione
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