Difendiamo la scuola pubblica e la professionalità e dignità dei docenti
Data: Mercoledì, 21 novembre 2012 ore 06:30:00 CET Argomento: Opinioni
La scuola pubblica
italiana è sotto scacco. Gli ultimi ministri dell’istruzione, invece di
difenderla dalle difficoltà della crisi, l’hanno usata per spremerne
risorse da destinare altrove. Per anni si è sostenuto -a ragione!- che
il futuro del nostro Paese dipende dall’istruzione e dalla ricerca, ma
allo stesso tempo si è fatto di tutto per distruggere quanto di meglio
si era realizzato nel nostro sistema formativo. Con un’opera di
sistematica mistificazione si continuano a chiamare riforme
provvedimenti che sono l’esatto contrario delle vere riforme di cui la
scuola ha bisogno.
Dopo la sottrazione di otto miliardi di euro operata dalla coppia
Tremonti-Gelmini, il riordino dei cicli, riducendo drasticamente le ore
settimanali di lezione, ha impoverito di fatto l’offerta formativa di
tutte le scuole secondarie, per di più con la pretesa di migliorarla,
proponendo una didattica per competenze nel momento in cui si
riducono i tempi e gli strumenti per poterla realizzare. La demagogia
regna sovrana, ed è accompagnata da una continua opera di denigrazione
degli insegnanti anche da parte di chi dovrebbe sostenerli.
Lo smantellamento della scuola pubblica è parte integrante della
distruzione dello Stato sociale, perseguita dai recenti governi e
portata a termine da quello attuale. Lo Stato mostra un unico interesse
verso la scuola: ridurne i costi, con buona pace del ruolo della
formazione per lo sviluppo del Paese, che così si colloca sempre più a
livelli da terzo mondo.
La vicenda delle 24 ore è sintomatica di questo clima. Con una semplice
intervista il ministro competente annuncia un provvedimento assurdo e
devastante, volto esclusivamente a fare cassa nell’ambito del documento
di stabilità (con un “risparmio” di 182,9 milioni di euro nel 2013, di
172,7 nel 2014 e di 236,7 milioni nel 2015), stanziando nello stesso
tempo, senza alcun senso del pudore, altri 223 milioni di euro per le
scuole paritarie. La mobilitazione generale dei docenti, il risveglio
dei sindacati, l’intervento di qualche partito e il sostegno del
movimento degli studenti hanno per ora fatto rientrare questa geniale
trovata, ma il ministro resta al suo posto!
Nulla è stato fatto dal governo dei
tecnici per invertire la tendenza al declino della scuola pubblica.
Anzi! Quest’anno a metà novembre il Miur non ha ancora informato le
scuole sull’entità del fondo di istituto di cui potranno disporre. A
loro volta gli Enti locali, strozzati dalla spending review, non
garantiscono alcun sostegno agli istituti di loro competenza e
minacciano perfino di non pagare il gasolio per il riscaldamento
invernale. Per di più alcuni strascichi del passato governo come il
Progetto di legge Aprea, che si sperava fossero morti con lui, vengono
riesumati, mantenendo aperta la minaccia di soffocare ogni processo
democratico all’interno della scuola.
Alla mistificazione dilagante occorre contrapporre una corretta
informazione sulla reale situazione della scuola. Solo chi non la conosce può pensare che il
carico di lavoro degli insegnanti si riduca alle 18 ore di lezione in
classe, non tenendo conto delle numerose attività che di fatto li
impegnano per non meno di 36 ore settimanali (preparazione delle
lezioni, preparazione e correzione dei compiti, ricevimento dei
genitori, consigli di classe, collegi dei docenti, riunioni di
dipartimento e così via). Solo i
nostri ministri non sanno, o fingono di non sapere, che da lunghi anni
la nostra scuola continua a reggersi, nonostante loro, solo grazie al
lavoro volontario o scarsamente retribuito del personale scolastico
(insegnanti, collaboratori, amministrativi).
La scuola pubblica è una risorsa fondamentale di ogni paese, ed è stata
per decenni uno strumento di reale emancipazione soprattutto per i
ragazzi meritevoli cui ha aperto prospettive di lavoro e
cittadinanza. L’attuale retorica sul futuro dei giovani nasconde
invece il loro sostanziale abbandono ad un destino di precarietà.
Riteniamo sia ormai
ora di dire BASTA!
- Alla scorretta e diffamatoria informazione riguardo
alle 18 ore lavorative settimanali del docente a fronte delle 36
– 37 ore settimanali realmente svolte!
- Al processo denigratorio perpetrato nei
confronti della cultura e della scuola tramite i mezzi di informazione!
- Al saccheggio delle ore scolastiche!
- All’ abbandono dell’ allievo diversamente abile, con la
drastica riduzione delle ore di sostegno!
- Ad una scuola che sta diventando sempre più elitaria, per pochi
privilegiati ( un privilegio legato alla disponibilità economica )!
- Al sistema del numero chiuso della università che
annulla i sogni e le aspirazioni dei giovani
per puro business con la scusa della pianificazione
sociale!
- Alle false riforme che deprivano e danneggiano
le fasce più deboli del sistema sociale!
- Alla incompetenza di coloro che dovrebbero prendere delle
decisioni per la Scuola e quindi per il futuro della società!
Denunciamo
- I tagli operati in questi anni al sistema scolastico in termini
di finanziamenti, strutture e organici.
- Il blocco dei contratti e degli scatti di anzianità.
- L’indiscriminato aumento dei requisiti per il pensionamento.
- Le incursioni legislative su temi contrattuali.
- Le scelte politiche del Ministro Profumo e più in generale del
Governo, che rischiano di dare il colpo di grazia alla scuola Italiana,
già colpita dai numerosi interventi penalizzanti degli ultimi anni
(basta ricordare l’innalzamento del rapporto alunni-insegnanti,
l’accorpamento degli Istituti, la riduzione dei posti di Dirigente
Scolastico, dei DSGA, dell’organico ATA e Docente e numerosi interventi
nei confronti di alcune categorie, spesso le più deboli).
Chiediamo
al Ministro, al Governo, alle forze politiche che lo sostengono:
- Di emendare il disegno di legge
di stabilità eliminando ogni intrusione su tematiche oggetto
della CCNL e stornando alla scuola pubblica le somme indebitamente
attribuite a quella paritaria.
- Di sbloccare il riconoscimento
dell’anzianità di servizio per l’anno 2011.
- Di consentire alle scuole un
regolare svolgimento dell’anno scolastico accelerando il finanziamento
del fondo di istituto.
Dichiariamo uno stato di agitazione e
mobilitazione continua a difesa delle condizioni di lavoro e della
dignità della nostra professione.
Ci impegniamo a partecipare a tutte le
forme di aggregazione dal basso e a utilizzare gli strumenti di lotta
necessari per il raggiungimento di questi obiettivi, a partire dallo
sciopero generale della scuola del prossimo 24 novembre.
Mozione approvata dalla
assemblea dei lavoratori del Liceo “Turrisi Colonna” di Catania il 13
novembre 2012.
sapienzasalv@libero.it
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