Le ragioni inconfessabili della politica regionale in materia di dimensionamento scolastico in Sicilia
Data: Mercoledì, 13 giugno 2012 ore 17:54:41 CEST
Argomento: Opinioni


La Corte Costituzionale nega che il dimensionamento rientri tra le Norme Generali sull’Istruzione, di competenza esclusiva dello Stato e afferma che la “razionalizzazione”, si configura, invece, come materia di competenza concorrente tra Stato e Regione, dove lo Stato può stabilire unicamente i principi fondamentali. Da qui la dichiarazione di illegittimità costituzionale, poiché l’art. 19, quarto comma, della già citata Legge 12 novembre 2011, n 183, fissando la verticalizzazione obbligatoria delle scuole primarie e secondarie di I ciclo nonché imponendo modalità e valori numerici “dettagliati”, impedisce alle Regioni, nella disciplina in oggetto, il pieno esercizio delle loro prerogative costituzionali. b) Lo Stato può decidere i parametri numerici delle Scuole nelle quali assegnare i dirigenti scolastici, essendo essi dipendenti statali e non dipendenti regionali. Tutto ciò, sulla base all’art. 117 della Costituzione, rientra nella sfera della competenza esclusiva dello Stato. Legittimità costituzionale, dunque, per l’art. 19, comma quinto, del D.L. 6 luglio 2011, n. 98, convertito con modifiche nella Legge 12 novembre 2011, n 183. 2) Il vuoto e ambiguo trionfalismo che caratterizza il comunicato dell’Assessore Centorrino vuole, con tutta evidenza, nascondere il gravissimo errore tecnico-politico del piano di dimensionamento della rete scolastica in Sicilia, approvato con Decreto Assessoriale n. 806 del 6 marzo 2012. In questo decreto si sovrappongono dolosamente le due questioni richiamate ai punti 1a e 1b sulle quali la Corte Costituzionale si è distintamente pronunciata. Infatti il Piano di razionalizzazione della rete scolastica siciliana è risultato costituito da vecchi e nuovi Istituti comprensivi con un numero di alunni, di norma, superiori a 1000; da Scuole primarie o secondarie di primo o di secondo grado autonomamente funzionanti, di norma, con una popolazione scolastica superiore ai 600 alunni e da 171 Istituzioni scolastiche autonome con un numero di allievi inferiore a 600 unità. Quest’ultima scellerata scelta, in aperto contrasto con le disposizioni introdotte dalla Legge183/2011 (la cosiddetta Legge di Stabilità), che prevede la soppressione della titolarità dell’ufficio di Dirigente scolastico e di DSGA, nelle scuole con popolazione inferiore ai 600 alunni. 3) Sul Decreto 806 del 6 Marzo si è realizzata la prevista intesa tra MIUR e Regione Sicilia. L’intesa acquisita riguarda anche le Istituzioni scolastiche inferiori a 600 alunni Ciò significa che il MIUR, in tempi anteriori alla pronuncia della Corte Costituzionale di questi giorni e fatte salve le considerazioni espresse dalla stessa Corte sui “dettagli”imposti dallo Stato, che il MIUR allora non poteva conoscere, ha operato tenendo conto della competenza costituzionale riservata alla Regione. Ciò comporta la piena responsabilità tecnico-politica dell’Atto di Intesa proposto dall’Assessorato P.I., nella parte sopratutto del disconoscimento dei limiti introdotti con la legge di Stabilità n.183/2011, che rischiano di lasciare 171 scuole, per l’a.s. 2012/13, senza continuità e stabilità nelle due figure professionali apicali del dirigente scolastico e del direttore dei servizi generali amministrativi. Non è consentito, pertanto, all’Assessore Centorrino di metterla in “politichese”ovvero di non rispondere delle scelte operate e delle conseguenti ricadute che tali scelte avranno sul sistema scolastico siciliano nel prossimo anno scolastico. 4) L’ANP Sicilia riconosce che l’abolizione dei parametri numerici, ottenuta grazie al ricorso proposto anche dalla Regione Sicilia, costituisce il vero punto forte di (ri)conquista dell’Autonomia regionale. È auspicabile che l’Assessorato P.I. e la direzione generale dello stesso assessorato colgano l’occasione per rilanciare con determinazione, rapidità, sistematicità, competenza il piano di ristrutturazione della nostra rete scolastica regionale. La necessità di rimodulare il Piano, alla luce della sentenza n. 147/2012 dell’Alta Corte può rappresentare un’opportunità eccezionale che richiede un eccezionale senso di responsabilità da parte di tutti, addetti ai lavori o no, poiché la Scuola è patrimonio e garanzia di sviluppo per tutti. L’ANP, nella chiarezza delle posizioni e nella consapevolezza della distinzione dei ruoli, darà il massimo del contributo, perchè si affermi l’esclusivo interesse generale. Palermo 10/06/2012

Il presidente regionale
Gioacchino Genuardi





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