La Corte Costituzionale nega che il dimensionamento rientri tra le
Norme Generali
sull’Istruzione, di competenza esclusiva dello Stato e afferma che la
“razionalizzazione”, si
configura, invece, come materia di competenza concorrente tra Stato e
Regione, dove lo
Stato può stabilire unicamente i principi fondamentali.
Da qui la dichiarazione di illegittimità costituzionale, poiché l’art.
19, quarto comma, della
già citata Legge 12 novembre 2011, n 183, fissando la verticalizzazione
obbligatoria delle
scuole primarie e secondarie di I ciclo nonché imponendo modalità e
valori numerici
“dettagliati”, impedisce alle Regioni, nella disciplina in oggetto, il
pieno esercizio delle loro
prerogative costituzionali.
b) Lo Stato può decidere i parametri numerici delle Scuole nelle quali
assegnare i dirigenti
scolastici, essendo essi dipendenti statali e non dipendenti regionali.
Tutto ciò, sulla base
all’art. 117 della Costituzione, rientra nella sfera della competenza
esclusiva dello Stato.
Legittimità costituzionale, dunque, per l’art. 19, comma quinto, del
D.L. 6 luglio 2011, n.
98, convertito con modifiche nella Legge 12 novembre 2011, n 183.
2) Il vuoto e ambiguo trionfalismo che caratterizza il comunicato
dell’Assessore Centorrino
vuole, con tutta evidenza, nascondere il gravissimo errore
tecnico-politico del piano di
dimensionamento della rete scolastica in Sicilia, approvato con Decreto
Assessoriale n. 806
del 6 marzo 2012. In questo decreto si sovrappongono dolosamente le due
questioni
richiamate ai punti 1a e 1b sulle quali la Corte Costituzionale si è
distintamente pronunciata.
Infatti il Piano di razionalizzazione della rete scolastica siciliana è
risultato costituito da
vecchi e nuovi Istituti comprensivi con un numero di alunni, di norma,
superiori a 1000; da
Scuole primarie o secondarie di primo o di secondo grado autonomamente
funzionanti, di
norma, con una popolazione scolastica superiore ai 600 alunni e da 171
Istituzioni
scolastiche autonome con un numero di allievi inferiore a 600 unità.
Quest’ultima
scellerata scelta, in aperto contrasto con le disposizioni introdotte
dalla Legge183/2011 (la
cosiddetta Legge di Stabilità), che prevede la soppressione della
titolarità dell’ufficio di
Dirigente scolastico e di DSGA, nelle scuole con popolazione inferiore
ai 600 alunni.
3) Sul Decreto 806 del 6 Marzo si è realizzata la prevista intesa tra
MIUR e Regione Sicilia.
L’intesa acquisita riguarda anche le Istituzioni scolastiche inferiori
a 600 alunni Ciò
significa che il MIUR, in tempi anteriori alla pronuncia della Corte
Costituzionale di questi
giorni e fatte salve le considerazioni espresse dalla stessa Corte sui
“dettagli”imposti dallo
Stato, che il MIUR allora non poteva conoscere, ha operato tenendo
conto della competenza
costituzionale riservata alla Regione. Ciò comporta la piena
responsabilità tecnico-politica
dell’Atto di Intesa proposto dall’Assessorato P.I., nella parte
sopratutto del disconoscimento
dei limiti introdotti con la legge di Stabilità n.183/2011, che
rischiano di lasciare 171 scuole,
per l’a.s. 2012/13, senza continuità e stabilità nelle due figure
professionali apicali del
dirigente scolastico e del direttore dei servizi generali
amministrativi.
Non è consentito, pertanto, all’Assessore Centorrino di metterla in
“politichese”ovvero di
non rispondere delle scelte operate e delle conseguenti ricadute che
tali scelte avranno sul
sistema scolastico siciliano nel prossimo anno scolastico.
4) L’ANP Sicilia riconosce che l’abolizione dei parametri numerici,
ottenuta grazie al
ricorso proposto anche dalla Regione Sicilia, costituisce il vero punto
forte di (ri)conquista
dell’Autonomia regionale. È auspicabile che l’Assessorato P.I. e la
direzione generale dello
stesso assessorato colgano l’occasione per rilanciare con
determinazione, rapidità,
sistematicità, competenza il piano di ristrutturazione della nostra
rete scolastica regionale.
La necessità di rimodulare il Piano, alla luce della sentenza n.
147/2012 dell’Alta Corte può
rappresentare un’opportunità eccezionale che richiede un eccezionale
senso di responsabilità
da parte di tutti, addetti ai lavori o no, poiché la Scuola è
patrimonio e garanzia di sviluppo
per tutti.
L’ANP, nella chiarezza delle posizioni e nella consapevolezza della
distinzione dei ruoli,
darà il massimo del contributo, perchè si affermi l’esclusivo interesse
generale.
Palermo 10/06/2012
Il presidente regionale
Gioacchino Genuardi