Il dimensionamento della rete scolastica ridurrà l’organico dei dirigenti e dei DSGA per effetto della Legge 111
Data: Martedì, 05 giugno 2012 ore 12:55:39 CEST
Argomento: Redazione


Il dimensionamento
Come detto, il dimensionamento ha riguardato essenzialmente il primo ciclo, con la trasformazione dei Circoli Didattici e delle Scuole Medie in istituti com­prensivi; il prossimo anno scolastico le scuole del primo ciclo saranno 943 in meno, il 13,28%:

Le scuole del primo ciclo per regione

 

A. S. 2011/2012

2052/2013

DIFFERENZA

ABRUZZO

175

141

­34

BASILICATA

105

90

­15

CALABRIA

351

260

­91

CAMPANIA

958

833

­125

EMILIA ROMAGNA

378

373

­5

FRIULI V.GIULIA

129

107

­22

LAZIO

611

494

­117

LIGURIA

147

122

­25

LOMBARDIA

914

861

­53

MARCHE

176

155

­21

MOLISE

52

52

0

PIEMONTE

464

426

­38

PUGLIA

626

463

­163

SARDEGNA

246

211

­35

SICILIA

827

701

­126

TOSCANA

349

326

­23

UMBRIA

113

110

­3

VENETO

481

434

­47

ITALIA

7.102

6.159

­943



Non è però che il dimensionamento del primo ciclo possa considerarsi concluso, per il semplice motivo che non tutte le scuole state trasformate in istituti com­prensivi:

Scuole del primo ciclo non a norma per regioni


REGIONI

CIRC. DIDATTICI +
SCUOLE MEDIE

SCUOLE NON A
NORMA

SCUOLE NON A NORMA IN %

ABRUZZO

19

141

13,5

BASILICATA

0

90

0,0

CALABRIA

2

260

0,8

CAMPANIA

372

833

44,7

EMILIA ROMAGNA

103

373

27,6

FRIULI V.GIULIA

0

107

0,0

LAZIO

9

494

1,8

LIGURIA

0

122

0,0

LOMBARDIA

151

861

17,5

MARCHE

5

155

3,2

MOLISE

16

52

30,8

PIEMONTE

150

426

35,2

PUGLIA

158

463

34,1

SARDEGNA

43

211

20,4

SICILIA

217

701

31,0

TOSCANA

53

326

16,3

UMBRIA

58

110

52,7

VENETO

28

434

6,5

ITALIA

1.384

6159

22,5

Come si vede, quasi un quarto delle scuole del primo ciclo sono rimaste Circoli Didattici o Scuole Medie, sono cioè fuori legge; solo la Basilicata, la Liguria e il Friuli Venezia Giulia ha applicato per intero la legge.
Come succede sempre in Italia, la situazione varia da regione a regione, si va dalle tre regioni che sono pienamente in regola all’Umbria, dove oltre la metà delle scuole non è a norma:


Percentuale scuole primo ciclo non a norma per regione


REGIONI

SCUOLE NON A NORMA
IN %

UMBRIA

52,7

CAMPANIA

44,7

PIEMONTE

35,2

PUGLIA

34,1

SICILIA

31,0

MOLISE

30,8

EMILIA ROMAGNA

27,6

SARDEGNA

20,4

LOMBARDIA

17,5

TOSCANA

16,3

ABRUZZO

13,5

VENETO

6,5

MARCHE

3,2

LAZIO

1,8

CALABRIA

0,8

BASILICATA

0,0

FRIULI V.GIULIA

0,0

LIGURIA

0,0

Come detto, tre regioni sono a posto, quattro sono sotto il 10%, le altre presenta­no valori a due cifre, quattro sono oltre un terzo; il sistema non si è di certo asse­stato.
Anche nel secondo ciclo le scuole sono diminuite, sia pur di poco: 70 unità; fa comunque impressione che in Campania le scuole superiori siano aumentate di 11 unità ed in Sicilia di 14 unità.
Considerando il totale delle scuole, abbiamo una diminuzione di 1.013 istituzio­ni scolastiche , pari al 9,92% del totale:


Diminuzione scuole per regione


REGIONI

A.S.
2011 /2012

A.S
2012/2013

DIFFERENZA

ABRUZZO

252

215

­37

BASILICATA

158

144

­14

CALABRIA

506

406

­100

CAMPANIA

1.330

1216

­114

EMILIA ROMAGNA

556

551

­5

FRIULI V.GIULIA

194

172

­22

LAZIO

903

767

­136

LIGURIA

216

191

­25

LOMBARDIA

1.285

1222

­63

MARCHE

266

245

­21

MOLISE

84

82

­2

PIEMONTE

655

608

­47

PUGLIA

896

704

­192

SARDEGNA

375

336

­39

SICILIA

1.146

1034

­112

TOSCANA

524

499

­25

UMBRIA

166

158

­8

VENETO

701

650

­51

ITALIA

10.213

9.200

­1.013

Le scuole sottodimensionate
Come detto, non ci sono solo le 1.013 in meno a seguito del dimensionamento, ci sono anche le scuole formalmente autonome, ma prive di dirigente e DSGA perché sottodimensionate in base ai criteri numerici stabiliti dalla Legge 183/2011.
Nel prossimo anno scolastico, avremo:

Scuole sottodimensionate 201272013


REGIONI

SCUOLE SOTTODI­
MENSIONATE

TOTALE SCUOLE

SCUOLE SOTTODI-
MENSIONATE
IN %

ABRUZZO

24

215

11,2

BASILICATA

41

144

28,5

CALABRIA

85

406

20,9

CAMPANIA

249

1.216

20,5

EMILIA ROMAGNA

38

551

6,9

FRIULI V.GIULIA

10

172

5,8

LAZIO

66

767

8,6

LIGURIA

10

191

5,2

LOMBARDIA

59

1.222

4,8

MARCHE

28

245

11,4

MOLISE

40

82

48,8

PIEMONTE

39

608

6,4

PUGLIA

35

704

5,0

SARDEGNA

79

336

23,5

SICILIA

171

1.034

16,5

TOSCANA

46

499

9,2

UMBRIA

32

158

20,3

VENETO

73

650

11,2

ITALIA

1.125

9.200

12,2

Più del 10% delle scuole italiane sarà senza dirigente e senza DSGA, nel Molise arriviamo quasi al 50%, alcune grandi regioni meridionali sono oltre il 20%.
La diminuzione delle sedi di dirigenza
Se consideriamo insieme il dato del dimensionamento e quello delle scuole sot­todimensionate, abbiamo la diminuzione delle scuole sede di dirigenza e conse­guentemente dei posti in organico:


Diminuzione sedi di dirigenza per regione


REGIONI

SEDI A. S.
2011/2012

DIMINUZIONE A. S.
2012/2013

DIMINUZIONE IN %

ABRUZZO

252

61

24,2

BASILICATA

158

55

34,8

CALABRIA

506

185

36,6

CAMPANIA

1.330

363

27,3

EMILIA ROMAGNA

556

43

7,7

FRIULI V.GIULIA

194

32

16,5

LAZIO

903

202

22,4

LIGURIA

216

35

16,2

LOMBARDIA

1.285

122

9,5

MARCHE

266

49

18,4

MOLISE

84

42

50,0

PIEMONTE

655

86

13,1

PUGLIA

896

227

25,3

SARDEGNA

375

118

31,5

SICILIA

1.146

283

24,7

TOSCANA

524

71

13,5

UMBRIA

166

40

24,1

VENETO

701

124

17,7

ITALIA

10.213

2.138

20,9

Più di un quinto delle sedi dirigenziali è scomparso in un anno. Le situazioni di sofferenza
Come visto, la situazione varia da regione a regione, da quelle che sono pratica­mente in regola a quelle che sono fuori di circa la metà; per rendere conto di queste diverse situazioni, utilizziamo un indicatore di tipo descrittivo: la “ situa­zione di sofferenza”.
Come più volte detto, le scuole possono essere non a norma per due motivi:
­ nel primo ciclo, il fatto che abbiano ancora la veste giuridica del Circolo
Didattico o della Scuola Media
­ in ambedue i cicli, il fatto che siano sottodimensionate.
E’ evidente che non si possono sommare i valori dei due parametri, perché sono parzialmente sovrapponibili: si possono avere molti Circoli Didattici o Scuole Medie che sono anche sottodimensionate; noi lo faremo ugualmente, individuan­do così le “situazioni di sofferenza”, tenendo presente che la singola scuola può trovarsi in una o in ambedue le situazioni.L’indicatore serve a dare l’idea dell’ulteriore intervento che sarà necessario ef­fettuare nel prossimo anno scolastico.
Vediamo allora queste situazioni di sofferenza: Situazione di sofferenza per regione


REGIONI

CIRCOLI DIDAT­
TICI + SCUOLE
MEDIE

SCUOLE SOTTO­
DIM.

SOFFERENZE

TOTALE SCUOLE

ABRUZZO

19

24

43

215

BASILICATA

0

41

41

144

CALABRIA

2

85

87

406

CAMPANIA

372

249

621

1.216

EMILIA ROM.

103

38

141

551

FRIULI V.G.

0

10

10

172

LAZIO

9

66

75

767

LIGURIA

0

10

10

191

LOMBARDIA

151

59

210

1.222

MARCHE

5

28

33

245

MOLISE

16

40

56

82

PIEMONTE

150

39

189

608

PUGLIA

158

35

193

704

SARDEGNA

43

79

122

336

SICILIA

217

171

388

1.034

TOSCANA

53

46

99

499

UMBRIA

58

32

90

158

VENETO

28

73

101

650

ITALIA

1.384

1.125

2.509

9.200

Più che il dato oggettivo in sé, per dare un’idea della situazione può essere utile mettere a confronto il dato delle sofferenze con il totale delle scuole; usiamo lo strumento della percentuale, anche se non sarebbe corretto, diciamo che faccia­mo un confronto di natura descrittiva:


Confronto tra situazioni di sofferenza e totale delle scuole


REGIONI

CONFRONTO SOFFEREN-
ZE/SCUOLE

MOLISE

68,3

UMBRIA

57,0

CAMPANIA

51,1

SICILIA

37,5

SARDEGNA

36,3

PIEMONTE

31,1

BASILICATA

28,5

PUGLIA

27,4

EMILIA ROMAGNA

25,6

CALABRIA

21,4

ABRUZZO

20,0

TOSCANA

19,8

LOMBARDIA

17,2

VENETO

15,5

MARCHE

13,5

LAZIO

9,8

FRIULI V. GIULIA

5,8

LIGURIA

5,2

Le regioni più piccole sono oltre la metà, ma il dato veramente impressionante è quello della Campania, anch’essa oltre la metà, seguite a ruota dalle isole mag­giori, che sono oltre un terzo.







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