Docenti di sostegno: ripiego di accomodamento
Data: Martedì, 15 maggio 2012 ore 08:30:00 CEST
Argomento: Redazione


La proposta ministeriale di trasformare i docenti in soprannumero in “docenti di sostegno” mediante un breve corso ripresenta un modello già adottato nella storia della scuola italiana, quasi un film già visto. Qualcuno ricorderà la trovata geniale  del Ministero  quando fu istituita la figura dei docenti “operatori tecnologici” per  azzerarla presenza dei doppi docenti di educazione tecnica e, quindi, esaurito l’esubero la figura dei docenti di Educazione Tecnica, il compito dell’operatore tecnologico è stato cancellato , dopo aver svolto corsi e seminari di formazione e di riconversione. La stessa operazione è avvenuta con i docenti di dattilografia e trattamento testi  e così sarà per le altre materie che lentamente tendono a scomparire, riducendo le ore scolastiche   e le discipline da insegnare.
 E’ stato scritto da persone che credono nella scuola che “Questa storia della riconversione dei soprannumerari in docenti di sostegno grida vendetta al cospetto di Dio”, ed è una vero e grave errore  tramutare in docente di sostegno come ripiego, quei docenti disciplinari che si trovano della sfortunata situazione di perdenti posto.
Ben venga l’attenzione alla formazione e alla qualificazione professionale, ben strutturata e resa efficace da una specifica azione di tirocinio guidato, ma occorre innanzitutto la motivazione a farne tesoro.
La carriera docente dovrebbe avere una valenza di  “missione” per la delicata azione professionale che pone i docenti in relazione con gli studenti,  nel difficile compito educativo e formativo e a maggior ragione il compito di “docente di sostegno”  che aiuta, sostiene, integra il processo formativo degli studenti disabili nella specifica attenzione ai bisogni di ciascuno, non può essere imposto per legge sol perché si è perdenti posto e quindi   soluzione da ultima spiaggia per restare ancora  a scuola e percepire lo stipendio
Se ciò dovesse avvenire  quale garanzia di successo  si assicura all’azione integrativa dell’allo disabile  se docente di sostegno  svolge un compito perché “costretto”?.
Dare invece l’opportunità di scegliere  un serio percorso di riqualificazione professionale nella specificità del sostegno a tutti i docenti che lo desiderano e se ne ritrovano le competenze e le attitudini , risolverebbe ugualmente la questione numerica dei posti di sostegno, ma  assicurerebbe  altresì una migliore qualità nelle prestazioni e nelle specifiche attenzioni all’alunno diversabile.
La scuola ha bisogno non di posti o di numeri di docenti in organico, bensì di professionisti che svolgano con competenza un compito non facile  e complesso ed i corsi di qualificazione professionale per il sostegno  dovrebbero tendere  a  questi obiettivi.
Nel mondo della scuola si registra a volte una macchina organizzativa che muove uomini e cose, ma con scarsa efficacia e produttività, registrando in seguito, dopo un certo tempo, la poca efficacia di tale azione. Ad esempio in questi giorni si sta avviando la macchina del  corsi TFA che apporteranno per le Università un introito di circa 50 milioni di euro o farse anche di più , essendo  mediamente di 2.500 euro  il costo individuale per la frequenza del TFA è, con punte di 3.000 e più, cui si aggiungono 100-150 euro per le prove di selezione. Tutto ciò apporterà beneficio alla scuola?  Se si svolgeranno dei corsi come quelli delle SISSIS, è legittimo avanzare qualche perplessità, anche se in molti corsi si sono registrate positive punte di eccellenza.
Non si comprende ancora quale logica governa il meccanismo dei posti in organico se ogni anno, avviene una  girandola di posti di sostegno assegnati sull’organico di fatto e quindi senza i presupposti della continuità. All’insegna della regola i tagli   i posti di sostegno ad inizio d’anno vengono ridotti ed in seguito a sentenze dei tribunali che accolgono le richieste dei genitori e delle associazioni delle famiglie dei disabili, in corso d’opera viene riconosciuto il diritto al sostegno e si recuperano posti per  docenti di sostegno senza alcuna regola di continuità
Quando si iscrive un bambino in  una prima classe ed è certificata la necessità del sostegno si dovrebbe garantire per cinque o tre anni la continuità del docente di sostegno e pertanto il posto dovrebbe risultare nell’organico della scuola. Se ciò non avviene non si assicura continuità e sviluppo al processo di formazione e di integrazione ed ogni anno sarà una vera sofferenza per l’alunno, i genitori ed i docenti, dovendo iniziare tutto da capo.
Quando cambieranno le cose? I nuovi docenti  , oggi in esubero, domani, dopo il corso, titolari nel sostegno, avranno garanzia di stabilità? Sono queste le domande che si pongono non solo i docenti coinvolti, ma anche  i genitori che collaborano con la scuola nella ricerca del miglior bene del proprio figlio, specie se disabile.

Giuseppe Adernò
g.aderno@alice.it





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