Il 95 per cento delle famiglie catanesi vogliono l’introduzione del tempo pieno
Data: Martedì, 28 febbraio 2012 ore 18:12:27 CET
Argomento: Sindacati


Denaro: «Raccoglieremo le firme per una petizione contro il blocco degli organici».
Il 95 per cento delle famiglie catanesi vorrebbe un tempo scuola più lungo. Ma il tempo pieno offerto non supera il 4 per cento. E lo stato della scuola catanese contribuisce a produrre il 25 per cento di abbandono. Sono alcuni dati che la Cisl Scuola di Catania ha raccolto il 20 febbraio, in occasione della chiusura delle iscrizioni. E che vuole trasformare in una petizione popolare con forme raccolte scuola per scuola. «La dispersione scolastica a Catania – spiega Giuseppe Denaro, segretario generale della Cisl Suola etnea – è più bassa rispetto alla media siciliana, che è del 26 per cento, ma è testimone di un malessere diffuso tra gli studenti che sono demotivati, frequentano irregolarmente e abbandonano più spesso, specie nelle superiori». A che cosa è dovuto? «Nelle 235 istituzioni scolastiche catanesi – risponde Denaro – la mancanza dei bidelli si è fatta sentire in modo molto pesante; gli oltre 1500 tagli subiti negli ultimi tre anni non consentono letteralmente di “tenere le scuole aperte”, pertanto si riduce il tempo scuola e si fanno meno progetti. Chi paga il prezzo più alto sono i ragazzi diversamente abili e con gravi problemi di apprendimento, perché così finiscono per gravare sulle spalle delle famiglie che fanno quello che possono ». «I dati in nostro possesso – aggiunge Denaro – dicono però che le famiglie
catanesi vogliono più tempo lungo a scuola. Oggi il “tempo pieno” non supera il 4 per cento contro il 45,7 per cento della Lombardia. Anche nelle medie vi è una forte richiesta di tempo prolungato, con un aumento del 13 per cento, per non parlare delle superiori, dove i tagli delle ore di laboratorio hanno messo in ginocchio tutti gli istituti tecnici e professionali». Denaro sottolinea come l’Istat confermi per l’ennesima volta che «l’Italia non investe per l’istruzione. Infatti, l’incidenza sul Pil del settore istruzione è pari al 4,8 per cento (dati del 2009), un valore inferiore rispetto a quello medio dell’Unione Europea che è pari al 5,6 per cento. Riguardo i titoli di studio, il 45 per cento della popolazione tra i 25 e i 64 anni ha la licenza media come titolo di studio più elevato, dato distante dalla media europea che è del 27,3 per cento (dato del 2010)». «Da tempo la Cisl denuncia lo stato di abbandono della scuola siciliana e catanese – ricorda il segretario – e ricordiamo, in ordine di tempo, l’appello al nostro prefetto per chiedere una scuola a misura di alunno, in termini di sicurezza degli edifici, di stabilità degli organici e di attenzione verso i precari. La legge sul diritto allo studio è sepolta da sempre all’Assemblea regionale. Per dirla in breve, la politica e il governo nazionale assistono colpevolmente inermi all’agonia della nostra scuola, che si regge sulle spalle di chi ci lavora con grande abnegazione e sui genitori». La denuncia non basta più – conclude Denaro - è necessaria una forte alleanza tra la scuola, le famiglie, gli alunni e la politica. Per questo la Cisl Scuola di Catania lancia una forte mobilitazione territoriale per una petizione popolare, scuola per scuola , comune per comune, per chiedere da subito il blocco degli organici e dei tagli, più docenti e personale Ata per garantire la scelta delle famiglie di un tempo scuola più lungo e rispondente alle reali esigenze degli alunni, un serio piano sulla messa in sicurezza degli edifici, un serio progetto di dimensionamento della rete scolastica che non guardi ai numeri (abbiamo perso 32 istituti) , ma alla qualità del servizio».

La Sicilia





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