Denaro:
«Raccoglieremo le firme per una petizione contro
il blocco degli organici».
Il 95 per cento delle famiglie catanesi
vorrebbe un tempo scuola più lungo.
Ma il tempo pieno offerto non supera il
4 per cento. E lo stato della scuola catanese
contribuisce a produrre il 25 per
cento di abbandono. Sono alcuni dati
che la Cisl Scuola di Catania ha raccolto
il 20 febbraio, in occasione della chiusura
delle iscrizioni. E che vuole trasformare
in una petizione popolare con forme
raccolte scuola per scuola. «La dispersione
scolastica a Catania – spiega Giuseppe
Denaro, segretario generale della Cisl
Suola etnea – è più bassa rispetto alla
media siciliana, che è del 26 per cento,
ma è testimone di un malessere diffuso
tra gli studenti che sono demotivati, frequentano
irregolarmente e abbandonano
più spesso, specie nelle superiori».
A che cosa è dovuto? «Nelle 235 istituzioni
scolastiche catanesi – risponde
Denaro – la mancanza dei bidelli si è fatta
sentire in modo molto pesante; gli oltre
1500 tagli subiti negli ultimi tre anni
non consentono letteralmente di “tenere
le scuole aperte”, pertanto si riduce
il tempo scuola e si fanno meno progetti.
Chi paga il prezzo più alto sono i
ragazzi diversamente abili e con gravi
problemi di apprendimento, perché così
finiscono per gravare sulle spalle delle
famiglie che fanno quello che possono
».
«I dati in nostro possesso – aggiunge
Denaro – dicono però che le famiglie
catanesi vogliono più tempo lungo a
scuola. Oggi il “tempo pieno” non supera
il 4 per cento contro il 45,7 per cento
della Lombardia. Anche nelle medie vi è
una forte richiesta di tempo prolungato,
con un aumento del 13 per cento, per
non parlare delle superiori, dove i
tagli delle ore di laboratorio
hanno messo in ginocchio
tutti gli istituti tecnici e
professionali».
Denaro sottolinea come
l’Istat confermi per
l’ennesima volta che «l’Italia
non investe per l’istruzione.
Infatti, l’incidenza
sul Pil del settore
istruzione è pari al 4,8 per cento
(dati del 2009), un valore inferiore
rispetto a quello medio dell’Unione
Europea che è pari al 5,6 per cento. Riguardo
i titoli di studio, il 45 per cento
della popolazione tra i 25 e i 64 anni ha
la licenza media come titolo di studio
più elevato, dato distante dalla media
europea che è del 27,3 per cento (dato
del 2010)».
«Da tempo la Cisl denuncia lo stato di
abbandono della scuola siciliana e catanese
– ricorda il segretario – e ricordiamo,
in ordine di tempo, l’appello al
nostro prefetto per chiedere
una scuola a misura di
alunno, in termini di sicurezza
degli edifici, di stabilità
degli organici e di
attenzione verso i precari.
La legge sul diritto
allo studio è sepolta da
sempre all’Assemblea regionale.
Per dirla in breve,
la politica e il governo nazionale
assistono colpevolmente inermi
all’agonia della nostra scuola, che si regge
sulle spalle di chi ci lavora con grande
abnegazione e sui genitori».
La denuncia non basta più – conclude
Denaro - è necessaria una forte alleanza
tra la scuola, le famiglie, gli alunni e la
politica. Per questo la Cisl Scuola di Catania
lancia una forte mobilitazione territoriale
per una petizione popolare,
scuola per scuola , comune per comune,
per chiedere da subito il blocco degli
organici e dei tagli, più docenti e personale
Ata per garantire la scelta delle famiglie
di un tempo scuola più lungo e rispondente
alle reali esigenze degli alunni,
un serio piano sulla messa in sicurezza
degli edifici, un serio progetto di dimensionamento
della rete scolastica che
non guardi ai numeri (abbiamo perso 32
istituti) , ma alla qualità del servizio».
La Sicilia