“Incontri a più voci”, un progetto per aiutare i bambini non udenti di Brescia
Data: Lunedì, 30 gennaio 2012 ore 17:32:06 CET
Argomento: Rassegna stampa


Ogni bambino sordo è un mondo a sé, per questo l’integrazione inizia unendo competenze e professionalità, facendo convergere gli sforzi di chi, come assistente o formatore, ne segue la crescita. Con questo spirito è stato sottoscritto nel 2010 un protocollo d’intesa tra la Provincia Regionale di Brescia, l’Ufficio Scolastico Territoriale, la scuola Audiofonetica, l’Ente Nazionale Sordi e la Fondazione Pio Istituto Pavoni, che hanno costituito un gruppo di lavoro, concentrato sul profilo e sulla formazione degli operatori educativi. Il risultato della convenzione interistituzionale è un progetto formativo dal titolo, “Incontri a più voci” per avviare una riflessione sugli interventi educativi che il territorio è in grado di fornire alle persone sorde e alle loro famiglie. Sono previste sei lezioni che si terranno, dal 21 gennaio al 26 maggio, nella sede dell’ENS di Brescia. «Si tratta del primo passo operativo per valorizzare l’attività degli operatori che seguono i ragazzi sordi, non solo a scuola ma anche in famiglia», spiega Aristide Peli, l’assessore alle Attività Sociali della Provincia bresciana.
La prospettiva da imboccare, secondo la dirigente dell’USP di Brescia, Rosa Raimondi, «non può essere solo di tipo riabilitativo, ma deve essere quella di un “progetto di vita” da condividere con i diversi attori coinvolti, per sviluppare al meglio le potenzialità della persona». Sul territorio bresciano ci sono 131 bambini e ragazzi sordi, di questi 50 frequentano la scuola Audiofonetica di Mompiano, mentre 63 vengono seguiti, dall’asilo all’università, dall’istituto Pavoni.
«Oggi ci sono pochi riferimenti normativi per le persone che operano nell’ambito della sordità: nel mondo della scuola le competenze si disperdono nell’universo più generale dell’handicap ed è ancora peggio fuori dall’ambito scolastico, dove chi opera lo fa per vocazione individuale», sottolinea, Lucio Vinetti, direttore della scuola Audiofonetica, che evidenzia anche la necessità di un salto di qualità per “far capire a tutti cosa significa essere portatori di disabilità sensoriale”. Al corso formativo che inizia in questi giorni si cono iscritte una quarantina di persone fra cui educatori domiciliari, assistenti ad personam, assistenti di comunicazione, logopediste, insegnanti e coordinatori di cooperative. «Spesso le figure professionali coinvolte nel settore della sordità – dice Mario Rinaldini, presidente dell’Istituto Pavoni – soffrono di poca relazione con la scuola e si sentono figlie di un dio minore».
Per questo l’obiettivo del progetto è creare un curricolo formativo per chi vuole occuparsi di ragazzi sordi nei ruoli di supporto e di sostegno, peraltro non ancora definiti dalla normativa vigente. Un’idea interessante e utile che può essere riproposta in tutto il territorio nazionale.

Angelo Battiato (inviato speciale a Brescia)
angelo.battiato@istruzione.it





Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-247439.html