Fondi strutturali comunitari: Il Governo e Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia condividono un accordo per l’utilizzo degli Fsc.
Data: Lunedì, 19 dicembre 2011 ore 12:26:32 CET
Argomento: Rassegna stampa


L’intervento, al quale hanno già aderito anche Abruzzo e Molise (Regioni dell’Obiettivo Competitività), si rende necessario al fine di utilizzare interamente i fondi strutturali, concentrando gli investimenti in tre settori ad alto impatto socioeconomico (scuola, ferrovie e agenda digitale), e di sostenere l’occupazione dei lavoratori svantaggiati, maggiormente colpiti dalle difficoltà di questa fase congiunturale negativa. 
               Vengono riallocati complessivamente 3,1 miliardi di euro. In particolare: la riprogrammazione all’interno dei Programmi regionali di 1,5 miliardi di euro. Così divisi: scuola, 974 milioni di euro; agenda digitale, 423 milioni di euro; credito per l’occupazione, 142 milioni di euro; la costituzione di un Fondo da 1,6 miliardi di euro a favore di investimenti su reti e nodi ferroviari, che porta a circa 6,5 miliardi di euro l’insieme dei finanziamenti per le ferrovie nel Sud.
Il disegno programmatico del “Piano d’azione coesione” e la sua attuazione anticipano per molti aspetti la riforma della politica di coesione in via di approvazione da parte della Commissione europea, nella direzione di: orientare ogni azione agli obiettivi di miglioramento della qualità della vita dei cittadini; concentrare gli investimenti su priorità di intervento di interesse nazionale declinate, Regione per Regione, secondo le esigenze dei diversi contesti; rafforzare il presidio degli interventi da parte dei centri di competenza nazionale; affidare il governo dell’intervento del Piano d’Azione Coesione a un Gruppo di Azione a direzione nazionale, nel quadro di una rafforzata cooperazione con la Commissione Europea.
Con la presentazione del Piano d’azione coesione viene rispettato l’impegno preso dall’Italia lo scorso 26 ottobre 2011 e accolto in quella stessa data dal Vertice Euro nella dichiarazione approvata. Viene inoltre soddisfatto il requisito per l’attuazione della deroga al patto di stabilità interno prevista, per 1 miliardo l’anno dal 2012 al 2014, dal decreto legge n. 201 del 2011, in corso di approvazione da parte del Parlamento.
Scuola. La ridefinizione dei Programmi Operativi Regionali in tema di istruzione persegue i seguenti obiettivi:
Orientamento al lavoro: sviluppare negli studenti la consapevolezza delle proprie attitudini, potenzialità e capacità attraverso esperienze concrete: tirocini in azienda della durata media di due mesi.
Lingue straniere: migliorare le competenze nella lingua straniera, sviluppando al contempo la capacità di adattamento in diversi ambienti e contesti culturali durante periodi di studio all’estero.
Successo formativo: ridurre il fallimento formativo e la dispersione scolastica tenendo in considerazione e coinvolgendo il contesto territoriale di riferimento con progetti di azione educativa in aree di esclusione sociale e culturale particolarmente grave, anche attraverso la valorizzazione delle reti esistenti.
Scuola come spazio collaborativo, flessibile e dinamico: miglioramento delle strutture, delle attrezzature, delle reti e delle tecnologie atte a fornire alle scuole gli strumenti per divenire luoghi dove i saperi possono costruirsi in spazi collaborativi, flessibili e dinamici.
Contestualmente verrà rafforzato il Piano Operativo Nazionale, con particolare riferimento ai seguenti campi di azione:
Conoscenze e competenze irrinunciabili. Implementare l’offerta formativa: sia valorizzando la professionalità dei docenti, con un investimento sulla loro formazione che migliori la qualità del lavoro, sia attraverso percorsi dedicati allo sviluppo delle conoscenze e competenze irrinunciabili per innalzare il livello di apprendimento degli studenti. In questa seconda azione verrà prestata una speciale attenzione agli studenti al di sotto del livello minimo, anche grazie all’apertura delle scuole nell’arco dell’intera giornata.
Verranno privilegiati gli interventi nelle scuole con particolare esperienza o che propongano progetti particolarmente ben strutturati, anche in rete con altri soggetti educativi.
Orientamento formativo. Fornire ai giovani informazioni, strumenti e occasioni per accrescere la consapevolezza della propria potenzialità al fine delle successive scelte formative nei due passaggi decisivi: tra l’ultimo anno della scuola secondaria di primo grado e l’avvio del biennio dell’obbligo di istruzione; tra il biennio finale dell’istruzione secondaria di secondo grado e le scelte successive.
Saranno sostenuti i processi di autovalutazione e di valutazione delle scuole, al fine del miglioramento degli apprendimenti, anche attraverso il consolidamento e il rafforzamento dell’INVALSI. Una particolare azione sarà destinata alle scuole nelle quali si riscontrino bassi livelli di apprendimento, avvalendosi del supporto di team di esperti.
Verrà costituita una cabina di regia presso gli uffici di diretta collaborazione del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca allo scopo di svolgere una costante funzione di accompagnamento, documentazione e riflessione su questo piano di interventi.
Reti Ferroviarie. Risultati attesi – L’obiettivo è di migliorare la mobilità a lunga, media e breve percorrenza sulla rete ferroviaria del Sud, oggi caratterizzata da tempi elevati e da condizioni di disagio nel servizio di trasporto. Il Piano di Azione Coesione si prefigge di avviare o completare alcune scelte strategiche per la modernizzazione della rete ferroviaria anche tenendo conto degli obiettivi fissati. Con gli interventi tecnologici a più rapida realizzazione (36/48 mesi), si conseguiranno i primi benefici di miglioramento nei tempi di percorrenza. Gli interventi infrastrutturali con tempi lunghi (fino a 10 anni) consentiranno di costruire un quadro di certezze per il futuro, rilevante per le realizzazioni di importanti relazioni ferroviarie con ricadute positive per cittadini e imprese.
Azioni – Al fine di raggiungere questi risultati, sono stati individuati d’intesa fra Governo e Regioni alcuni assi prioritari d’intervento: asse Catania–Palermo, asse Napoli–Bari, nodo di Bari e tratte adriatiche, asse Taranto-Sibari-Gioia Tauro, asse jonico e rete ferroviaria sarda. In base ad una recuperata logica di programmazione unitaria, per ognuno di questi assi i nuovi interventi da finanziare sono stati identificati in modo da completare (in tutto o in parte) i finanziamenti già disponibili dal Fondo Sviluppo e Coesione (delibera CIPE 62/2011), dal Programma Operativo Nazionale o da fonti di finanziamento ordinario.
Finanziamenti – Il finanziamento degli interventi identificati viene realizzato attraverso la riduzione del tasso di co-finanziamento dei fondi comunitari per un importo complessivo pari a 1.620 milioni di euro. In particolare vengono destinati nuovi finanziamenti a:  Campania – variante Cancello-Napoli, tratta Cancello-Frasso Telesino, Traccia-Napoli e acquisto di materiale rotabile; Puglia – nodo di Bari e raddoppio Lesina-Ripalta; Sicilia – linea Catania-Palermo; Sardegna – ammodernamento e velocizzazione rete sarda (oltre a collegamenti stradali necessari a superare le condizioni di particolare isolamento della Regione); Calabria – elettrificazione dorsale jonica
Questi interventi si aggiungono a precedenti finanziamenti del Fondo Sviluppo e Coesione per 830 milioni di euro e ad altri finanziamenti nazionali per 4.221 milioni di euro. Complessivamente vengono mobilitate risorse per circa 6,5 miliardi di euro.
Agenda digitale. La sfida “agenda digitale” ambisce allo sviluppo socioeconomico del territorio del Mezzogiorno mediante importanti investimenti in infrastrutture di comunicazione elettronica. Tale sfida si articola in tre progetti da realizzare nelle 8 regioni del Sud Italia per conseguire importanti obiettivi chiaramente percepibili dai cittadini in termini di miglioramento della qualità di vita:Azzeramento del digital divide: incremento della velocità di accesso a Internet ad almeno 2 Mbps per tutti i cittadini e le imprese del Sud entro il 2013, grazie al Piano Banda Larga realizzato dal Ministero dello sviluppo economico a cui hanno aderito tutte le Regioni del Mezzogiorno; Adeguamento competitivo dell’accesso a Internet per cittadini e imprese con le reti di nuova generazione: incremento della velocità di accesso a Internet oltre 100 Mbps per il 50 percento dei cittadini e almeno 30 Mbps per tutta la popolazione entro il 2020. Vengono avviati investimenti nelle reti di nuova generazione per 254 milioni di euro da parte di Calabria, Basilicata, Sicilia, Sardegna e Molise (che si vanno ad aggiungere ai 288 milioni di euro già impegnati dalle stesse Sicilia e Sardegna, nonché dalla Campania). Con queste risorse per il Sud si dà il via operativo al piano Agenda digitale Italia 2020; Aumento nella quantità e qualità dei servizi della Pubblica Amministrazione accessibili via Internet grazie alla creazione di Data Center di ultima generazione, integrati nelle Reti di nuova generazione. Calabria, Basilicata e Sardegna, assieme al Molise, che ha scelto di aderire al Piano di Azione disegnato per le altre Regioni, ne avviano la realizzazione destinandogli 161 milioni di euro al fine di creare le condizioni che permetteranno la definitiva digitalizzazione della Pubblica amministrazione e la fruizione on line di tutti i suoi servizi, lo sviluppo del cloud computing per la Pubblica Amministrazione e le imprese, e l’attrazione di investimenti dell’industria ICT nel Sud del Paese.
Occupazione. Risultati attesi – L’obiettivo è di dare nuove opportunità ai lavoratori svantaggiati (disoccupati di lunga durata, donne residenti in aree a bassa occupazione femminile, giovani inoccupati) e molto svantaggiati (disoccupati di più lungo periodo) di entrare nel sistema produttivo in questa fase di grave difficoltà del ciclo economico. Si tratta di lavoratori che tendono ad essere discriminati nella scelta da parte delle imprese, per condizioni personali o di contesto. Il Piano offre l’opportunità di riequilibrare questo
 Azioni – Questo risultato viene perseguito attraverso l’introduzione di un credito d’imposta per le imprese del Mezzogiorno, pari al 50% del costo salariale di un anno per ciascun lavoratore svantaggiato assunto dalle imprese delle Regioni coinvolte. Per i lavoratori molto svantaggiati il credito di imposta è esteso a due anni.
Risorse - Per il credito all’occupazione vengono al momento messi a disposizione dell’intervento 142 milioni di euro. L’utilizzo dello strumento verrà sottoposto a attento monitoraggio, per verificarne il tiraggio e l’opportunità di assegnargli ulteriori finanziamenti.    (da http://www.etribuna.com)






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