L’intervento,
al quale hanno già aderito anche Abruzzo e Molise (Regioni
dell’Obiettivo Competitività), si rende necessario al fine di
utilizzare interamente i fondi strutturali, concentrando gli
investimenti in tre settori ad alto impatto socioeconomico (scuola,
ferrovie e agenda digitale), e di sostenere l’occupazione dei
lavoratori svantaggiati, maggiormente colpiti dalle difficoltà di
questa fase congiunturale negativa.
Vengono riallocati complessivamente 3,1 miliardi di euro. In
particolare: la riprogrammazione all’interno dei Programmi regionali di
1,5 miliardi di euro. Così divisi: scuola,
974 milioni di euro; agenda digitale, 423 milioni di euro; credito per
l’occupazione, 142 milioni di euro; la costituzione di un Fondo da 1,6
miliardi di euro a favore di investimenti su reti e nodi ferroviari,
che porta a circa 6,5 miliardi di euro l’insieme dei finanziamenti per
le ferrovie nel Sud.
Il disegno programmatico del “Piano d’azione coesione” e la sua
attuazione anticipano per molti aspetti la riforma della politica di
coesione in via di approvazione da parte della Commissione europea,
nella direzione di: orientare ogni azione agli obiettivi di
miglioramento della qualità della vita dei cittadini; concentrare gli
investimenti su priorità di intervento di interesse nazionale
declinate, Regione per Regione, secondo le esigenze dei diversi
contesti; rafforzare il presidio degli interventi da parte dei centri
di competenza nazionale; affidare il governo dell’intervento del Piano
d’Azione Coesione a un Gruppo di Azione a direzione nazionale, nel
quadro di una rafforzata cooperazione con la Commissione Europea.
Con la presentazione del Piano d’azione coesione viene rispettato
l’impegno preso dall’Italia lo scorso 26 ottobre 2011 e accolto in
quella stessa data dal Vertice Euro nella dichiarazione approvata.
Viene inoltre soddisfatto il requisito per l’attuazione della deroga al
patto di stabilità interno prevista, per 1 miliardo l’anno dal 2012 al
2014, dal decreto legge n. 201 del 2011, in corso di approvazione da
parte del Parlamento.
Scuola. La ridefinizione dei Programmi
Operativi Regionali in tema di istruzione persegue i seguenti obiettivi:
Orientamento al lavoro: sviluppare
negli studenti la consapevolezza delle proprie attitudini, potenzialità
e capacità attraverso esperienze concrete: tirocini in azienda della
durata media di due mesi.
Lingue straniere: migliorare le
competenze nella lingua straniera, sviluppando al contempo la capacità
di adattamento in diversi ambienti e contesti culturali durante periodi
di studio all’estero.
Successo formativo: ridurre il
fallimento formativo e la dispersione scolastica tenendo in
considerazione e coinvolgendo il contesto territoriale di riferimento
con progetti di azione educativa in aree di esclusione sociale e
culturale particolarmente grave, anche attraverso la valorizzazione
delle reti esistenti.
Scuola come spazio collaborativo,
flessibile e dinamico: miglioramento delle strutture, delle
attrezzature, delle reti e delle tecnologie atte a fornire alle scuole
gli strumenti per divenire luoghi dove i saperi possono costruirsi in
spazi collaborativi, flessibili e dinamici.
Contestualmente verrà rafforzato il
Piano Operativo Nazionale, con particolare riferimento ai seguenti
campi di azione:
Conoscenze e competenze
irrinunciabili. Implementare l’offerta formativa: sia valorizzando la
professionalità dei docenti, con un investimento sulla loro formazione
che migliori la qualità del lavoro, sia attraverso percorsi dedicati
allo sviluppo delle conoscenze e competenze irrinunciabili per
innalzare il livello di apprendimento degli studenti. In questa seconda
azione verrà prestata una speciale attenzione agli studenti al di sotto
del livello minimo, anche grazie all’apertura delle scuole nell’arco
dell’intera giornata.
Verranno privilegiati gli interventi
nelle scuole con particolare esperienza o che propongano progetti
particolarmente ben strutturati, anche in rete con altri soggetti
educativi.
Orientamento formativo. Fornire ai
giovani informazioni, strumenti e occasioni per accrescere la
consapevolezza della propria potenzialità al fine delle successive
scelte formative nei due passaggi decisivi: tra l’ultimo anno della
scuola secondaria di primo grado e l’avvio del biennio dell’obbligo di
istruzione; tra il biennio finale dell’istruzione secondaria di secondo
grado e le scelte successive.
Saranno sostenuti i processi di
autovalutazione e di valutazione delle scuole, al fine del
miglioramento degli apprendimenti, anche attraverso il consolidamento e
il rafforzamento dell’INVALSI. Una particolare azione sarà destinata
alle scuole nelle quali si riscontrino bassi livelli di apprendimento,
avvalendosi del supporto di team di esperti.
Verrà costituita una cabina di regia
presso gli uffici di diretta collaborazione del Ministro
dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca allo scopo di svolgere
una costante funzione di accompagnamento, documentazione e riflessione
su questo piano di interventi.
Reti Ferroviarie. Risultati attesi – L’obiettivo è di migliorare la
mobilità a lunga, media e breve percorrenza sulla rete ferroviaria del
Sud, oggi caratterizzata da tempi elevati e da condizioni di disagio
nel servizio di trasporto. Il Piano di Azione Coesione si prefigge di
avviare o completare alcune scelte strategiche per la modernizzazione
della rete ferroviaria anche tenendo conto degli obiettivi fissati. Con
gli interventi tecnologici a più rapida realizzazione (36/48 mesi), si
conseguiranno i primi benefici di miglioramento nei tempi di
percorrenza. Gli interventi infrastrutturali con tempi lunghi (fino a
10 anni) consentiranno di costruire un quadro di certezze per il
futuro, rilevante per le realizzazioni di importanti relazioni
ferroviarie con ricadute positive per cittadini e imprese.
Azioni – Al fine di raggiungere questi risultati, sono stati
individuati d’intesa fra Governo e Regioni alcuni assi prioritari
d’intervento: asse Catania–Palermo, asse Napoli–Bari, nodo di Bari e
tratte adriatiche, asse Taranto-Sibari-Gioia Tauro, asse jonico e rete
ferroviaria sarda. In base ad una recuperata logica di programmazione
unitaria, per ognuno di questi assi i nuovi interventi da finanziare
sono stati identificati in modo da completare (in tutto o in parte) i
finanziamenti già disponibili dal Fondo Sviluppo e Coesione (delibera
CIPE 62/2011), dal Programma Operativo Nazionale o da fonti di
finanziamento ordinario.
Finanziamenti – Il finanziamento degli interventi identificati viene
realizzato attraverso la riduzione del tasso di co-finanziamento dei
fondi comunitari per un importo complessivo pari a 1.620 milioni di
euro. In particolare vengono destinati nuovi finanziamenti a:
Campania – variante Cancello-Napoli, tratta Cancello-Frasso
Telesino, Traccia-Napoli e acquisto di materiale rotabile; Puglia –
nodo di Bari e raddoppio Lesina-Ripalta; Sicilia – linea
Catania-Palermo; Sardegna – ammodernamento e velocizzazione rete sarda
(oltre a collegamenti stradali necessari a superare le condizioni di
particolare isolamento della Regione); Calabria – elettrificazione
dorsale jonica
Questi interventi si aggiungono a precedenti finanziamenti del Fondo
Sviluppo e Coesione per 830 milioni di euro e ad altri finanziamenti
nazionali per 4.221 milioni di euro. Complessivamente vengono
mobilitate risorse per circa 6,5 miliardi di euro.
Agenda digitale. La sfida “agenda digitale” ambisce allo sviluppo
socioeconomico del territorio del Mezzogiorno mediante importanti
investimenti in infrastrutture di comunicazione elettronica. Tale sfida
si articola in tre progetti da realizzare nelle 8 regioni del Sud
Italia per conseguire importanti obiettivi chiaramente percepibili dai
cittadini in termini di miglioramento della qualità di vita:Azzeramento
del digital divide: incremento della velocità di accesso a Internet ad
almeno 2 Mbps per tutti i cittadini e le imprese del Sud entro il 2013,
grazie al Piano Banda Larga realizzato dal Ministero dello sviluppo
economico a cui hanno aderito tutte le Regioni del Mezzogiorno;
Adeguamento competitivo dell’accesso a Internet per cittadini e imprese
con le reti di nuova generazione: incremento della velocità di accesso
a Internet oltre 100 Mbps per il 50 percento dei cittadini e almeno 30
Mbps per tutta la popolazione entro il 2020. Vengono avviati
investimenti nelle reti di nuova generazione per 254 milioni di euro da
parte di Calabria, Basilicata, Sicilia, Sardegna e Molise (che si vanno
ad aggiungere ai 288 milioni di euro già impegnati dalle stesse Sicilia
e Sardegna, nonché dalla Campania). Con queste risorse per il Sud si dà
il via operativo al piano Agenda digitale Italia 2020; Aumento nella
quantità e qualità dei servizi della Pubblica Amministrazione
accessibili via Internet grazie alla creazione di Data Center di ultima
generazione, integrati nelle Reti di nuova generazione. Calabria,
Basilicata e Sardegna, assieme al Molise, che ha scelto di aderire al
Piano di Azione disegnato per le altre Regioni, ne avviano la
realizzazione destinandogli 161 milioni di euro al fine di creare le
condizioni che permetteranno la definitiva digitalizzazione della
Pubblica amministrazione e la fruizione on line di tutti i suoi
servizi, lo sviluppo del cloud computing per la Pubblica
Amministrazione e le imprese, e l’attrazione di investimenti
dell’industria ICT nel Sud del Paese.
Occupazione. Risultati attesi – L’obiettivo è di dare nuove opportunità
ai lavoratori svantaggiati (disoccupati di lunga durata, donne
residenti in aree a bassa occupazione femminile, giovani inoccupati) e
molto svantaggiati (disoccupati di più lungo periodo) di entrare nel
sistema produttivo in questa fase di grave difficoltà del ciclo
economico. Si tratta di lavoratori che tendono ad essere discriminati
nella scelta da parte delle imprese, per condizioni personali o di
contesto. Il Piano offre l’opportunità di riequilibrare questo
Azioni – Questo risultato viene perseguito attraverso
l’introduzione di un credito d’imposta per le imprese del Mezzogiorno,
pari al 50% del costo salariale di un anno per ciascun lavoratore
svantaggiato assunto dalle imprese delle Regioni coinvolte. Per i
lavoratori molto svantaggiati il credito di imposta è esteso a due anni.
Risorse - Per il credito all’occupazione vengono al momento messi a
disposizione dell’intervento 142 milioni di euro. L’utilizzo dello
strumento verrà sottoposto a attento monitoraggio, per verificarne il
tiraggio e l’opportunità di assegnargli ulteriori finanziamenti.
(da http://www.etribuna.com)