Concorso dirigenti scolastici, il TAR Lazio rigetta il ricorso degli esclusi dalla prova preseselettiva. Il 6 dicembre sarà discusso il secondo
Data: Venerdì, 25 novembre 2011 ore 06:56:55 CET
Argomento: Redazione


Il TAR Lazio, nell’udienza del 24 corrente, ha rigettato il primo ricorso dei candidati esclusi dalla prova preselettiva del concorso per il reclutamento dei dirigenti scolastici. Il 6 dicembre prossimo sarà discusso il secondo ricorso.
Pubblichiamo la notizia con il solito distacco e con il semplice obiettivo di rimarcare quanto detto e ridetto nei vari articoli che abbiamo pubblicato nei giorni scorsi.
Non ci siamo mai schierati a favore o contro i ricorrenti. Abbiamo sempre e solo ribadito che nel Bel Paese esiste il diritto a ricorrere.  Diritto sacrosanto che nessuno può negare vietare. Ben altra cosa è, però, l’esito del ricorrere. Spetta ai Giudici valutare, rispettando la Legge, e decidere.
E così è stato: il Tar Lazio ha  deciso.
Non ci sono vinti e vincitori. E’ stato esercitato semplicemente  un DIRITTO.
Abbiamo tentato in tutti i modi possibili di ostacolare e bloccare i tentativi di quanti hanno pensato di fare cassa approfittando della situazione  proponendo un ricorso ad “opponendum”. A cosa? Al diritto di presentare un ricorso? Come se il Giudice potesse o dovesse tenere conto delle reazioni emotive “piegando” la Legge alle emozioni .  Ci siamo riusciti. Il colpo è stato sventato.  Il monte premio era ghiotto:  oltre un milione di euro.
I paladini dell’ “opponendum”, qualora avessero voluto agire per tutelare e difendere un PRINCIPIO  e non per CASSA, avrebbero potuto tranquillamente presentare l’inutile ricorso ad “opponemdum”, ma senza alcuna tangente.  Un ricorso cumulativo al TAR, a voler essere generosi, anche se preparato e presentato da un illuminare del diritto (si trattava di scrivere due paginette per dire noi ci opponiamo al ricorso degli esclusi!) può costare al massimo, ma al massimo,  5.000, 00 euro. Ossia circa 60 centesimi per ognuno dei docenti interessati e non 125 euro! Ma si sa l’occasione fa l’uomo ladro.
A sventare il colpo hanno contribuito, con le loro reazioni, i docenti della Campania e della Lombardia rendendo pubblica  la loro indignazione e revocando le deleghe al loro sindacato che … predica bene e razzola male.
Ringraziando il cielo la norma che vietava la revoca delle deleghe, norma ovviamente voluta dai sindacati vecchio sistema, è stata abrogata. Oggi si può rilasciare una delega ad un’ organizzazione sindacale perché si ha fiducia in essa e si condivide il programma, ma la si può anche, e giustamente, revocare appena ci si rende conto, come hanno fatto i docenti della Lombardia, che si vende fumo e addirittura si ragiona ancora con il “divide et impera” . E la regola vale per tutti: non si può rilasciare una delega a chi  invece di tutelare i propri delegati tutela solo i propri interessi, come è successo per la firma del CCNL dell’area V. I Dirigenti italiani hanno “autorizzato” con le loro deleghe la firma del contratto che li ha resi “pezzenti” ancora più di come già  lo erano e sarà ancora peggio fra qualche anno, allorquando i vecchi ex direttivi  andranno tutti in pensione e, con loro, il riconoscimento della RIA negata, sempre dai soliti “autorizzati”, ai vincitori degli ultimi e del prossimo concorso.
Ma il Lupo, come scrisse, l’ex presidente dell’ANP, quando indignato revocò la propria delega, Vincenzo Ciotola, ora vice presidente della Dirpresidi, perde il pelo ma non il vizio. Il lupo sta  preparando, anche con colpi bassi,  un altro piano che sarà regolarmente sventato  se ci saranno complici pronti a soddisfare le sue illegittime “avances”.  
Ci vuole un bel coraggio a chiedere il rinvio, previsto dalla legge, del calcolo delle deleghe e della conseguente rappresentatività…. ancora “sub legge rex”? 
Al di sopra di tutti c’è la legge non le camarille!

www.dirpresidi.org






Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-246052.html