Concorso DS: le Forche Caudine dell’istruzione
Data: Lunedì, 31 ottobre 2011 ore 11:41:59 CET
Argomento: Redazione


Studiare vuol dire indagare, analizzare, osservare attentamente qualcosa o qualcuno, in altre parole applicarsi con metodico impegno per apprendere una disciplina o un argomento, servendosi di libri ( non di insulsi “ libroni rossi “ ) o altri strumenti. Studiare è il nostro primo mestiere di homo sapiens e rappresenta un agire indispensabile come esseri viventi che cercano di sopravvivere. Si potrebbe dire che..chi meglio studia...meglio sopravvive, per cui la scuola dovrebbe rappresentare il luogo in cui si  insegna a studiare per sopravvivere meglio. Quindi insegnare a studiare significa addestrare uno studente al saper rivolgere maggiore attenzione e  intenzione su di un  contenuto disciplinare al fine di estrapolarne maggior conoscenza e competenza. La comprensione di un argomento è la combinazione di tre componenti fondamentali: l’interesse verso qualcosa, la capacità di rivolgersi verso questa cosa con una qualche forma di metodo (approccio strutturalmente ordinato alle informazioni o voce da studiare), la capacità di saper o poter duplicare (farne una sintesi nella propria mente) quella cosa che si sta studiando.
Rituffiamoci nello spiacevole mondo della prova preselettiva del concorso DS,  qui lo studio non è di casa, lo è invece la costrizione dell’imparare a memoria tutto ed il contrario di tutto, per dimostrare un indottrinamento servile verso chi può lanciare “ l’osso “ di una migliore posizione sociale ed una più alta retribuzione economica. Nel premettere che sono solidale con tutti i docenti, idonei e non, che preparano con abnegazione, da anni, questa prova concorsuale, non posso nascondere che  considero questa costrizione dell’imparare a memoria una sorta di Forche Caudine dell’istruzione.  “ Passare dalle Forche Caudine “ è un modo di dire che risale addirittura all’antica Roma, e precisamente alla Seconda guerra sannitica, significa, infatti, subire una grave umiliazione o una prova mortificante. Interessante è l’osservazione del fatto che  oltre l’umiliazione morale, la pena fu pure fisica: infatti i Romani, consoli in testa, vennero sodomizzati. L’episodio sembra essere all’origine del modo di dire che associa la fortuna alle dimensioni del sedere: chi aveva un grosso ano soffriva meno la violenza dei Sanniti ed era perciò più fortunato degli altri. In questo articolo non si vuole fare alcun riferimento alla ipotetica e virtuale “ sodomizzazione “ culturale ed intellettuale di chi ha partecipato a questa preselezione, ma  è evidente che  molti di coloro che sono stati fatti  idonei, hanno avuto più fortuna, a parità di tempo dedicato nell’imparare a memoria, di altri colleghi risultati inidonei. E’ difficile capire la logica selettiva tra chi ha ottenuto 81/100 e chi invece 79/100,  in una prova piena di errori sostanziali. Insomma è stata anche una questione di “ lato b “, e quindi ben vengano tutti i ricorsi possibili.

Aldo Domenico Ficara
aldodomenicoficara@alice.it





Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-245548.html