Drammatizzazione, educazione e teatro. Nella tesi di specializzazione in pedagogia, della giovane Rosa Lao
Data: Venerdì, 21 ottobre 2011 ore 16:30:00 CEST
Argomento: Redazione


Il teatro può educare? La recitazione può avere un valore pedagogico? La rappresentazione teatrale può essere un modo per formare i giovani? A rispondere a queste domande è la dott.ssa Rosa Lao, laureata in Pedagogia alla facoltà di Scienze Pedagogiche, dell’Università di Catania, dove ha discusso, brillantemente, un’originale e interessante tesi di specializzazione dal titolo, “Drammatizzazione, educazione e teatro”. “Questo mio lavoro ha indagato due ambiti che da sempre suscitano il mio interesse: l’Educazione ed il Teatro. – ha affermato la dott.ssa Lao – Due mondi paralleli che si intersecano, viaggiando attraverso obiettivi comuni, emozioni condivise e sofferenze ritrovate. Nella mia esperienza umana e di educatrice, ho avuto modo di lavorare con il teatro, strumento multiforme e pluri – educativo. Dall’applicazione del suddetto strumento, nasce l’esigenza di approfondire l’ambito teorico, più strettamente legato alla riflessione pedagogica, nostro oggetto di studi. Pedagogia e teatro si incontrano in molti momenti, relativi alla loro azione, primo tra tutti, nell’ esplicarsi delle proprie ed altrui emozioni, che sono, da sempre, ambito privilegiato nell’esplicarsi del processo educativo, tanto che, negli ultimi anni, si parla di una vera e propria, Pedagogia delle emozioni, disciplina che approfondisce questo delicato ambito. L’impalpabilità, propria dell’aspetto emotivo, necessita una serie di competenze che ogni educatore/regista/attore, deve possedere. Tra queste competenze, ci sono: la capacità di leggere oltre le parole, decifrando lo sconfinato mondo del “linguaggio non verbale”; essere in grado di distanziarsi dai propri parametri interpretativi, dando significato all’esperienza altrui; la capacità di un ascolto attivo, privo di pregiudizi; avere piena padronanza dei propri processi emozionali, che inevitabilmente entrano in gioco, e saperli gestire; preferire i tempi lunghi, diffidando dei facili risultati, anche se più gratificanti. La comunicazione emotiva è il canale principale dello strumento teatrale. Molteplici sono le emozioni con cui si confronta, chi fa teatro, a qualsiasi livello ed età: le emozioni espresse dall’autore di un copione, quelle che trapelano da ogni singola battuta, da ogni scena, da ogni atto; le emozioni che l’attore esprime, che provengono dalla sua esperienza e dal suo personalissimo sentire; le emozioni provate dallo spettatore, filtrate ancora una volta, ma pur sempre intense. Tutti questi livelli entrano in gioco ogni volta che si fa teatro e, a maggior ragione, quando si usa il teatro come strumento educativo; è necessaria, quindi, una particolare preparazione per gli educatori. Sulla scia di Maria Grazia Contini, pedagogista contemporanea di grande spessore, si parla di “educazione alla teatralità”, auspicando dei veri e propri training per educatori, in modo che si possano acquisire le competenze necessarie all’uso dello strumento teatrale. Secondo la mia esperienza, non c’è nulla che educhi al teatro più del teatro stesso. Fare parte, in prima persona, di un lavoro teatrale; confrontarsi con l’impegno, la tenacia, la passione, necessarie per realizzarlo, è il modo più bello ed immediato per comprenderne tutte le possibilità e le potenzialità di questo meraviglioso strumento. Ciò non significa che tutti debbano fare gli attori! Il teatro è democratico. Offre ad ognuno un ruolo, davanti e dietro le quinte, in base al bisogno, ai propri talenti, passioni, predisposizioni. E tutti di eguale importanza. Ogni lavoro teatrale ha bisogno dell’attento lavoro di ciascuno e proprio quest’aspetto collaborativo, conviviale e di intensa condivisione, è un altro elemento di grande importanza educativa. Attraverso la condivisione dell’attività teatrale e grazie alla forte carica emotiva, in essa presente, nascono delle grandi amicizie: vere, sentite e trasversali. Il teatro educa, così come l’educazione è teatrale; entrambi gli strumenti sono attivi: come lo è l’attore che interpreta una parte, e come è attiva l’educazione che persegue il suo scopo: lo sviluppo equilibrato e completo della persona”.
Rosa Lao, attualmente, svolge attività lavorativa in alcune scuole materne ed elementari del catanese; si occupa di animazione culturale nella parrocchia S. Nicolò, di Misterbianco, con il laboratorio teatrale, e, inoltre, fa parte del gruppo, “Progetto Siderurgico”, di Michele Condorelli, con il quale ha realizzato diversi spettacoli teatrali, con notevole successo di pubblico e di critica.

Angelo Battiato (inviato speciale a Brescia)
angelo.battiato@istruzione.it





Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-245333.html