Il
teatro può educare? La recitazione può avere un valore pedagogico? La
rappresentazione teatrale può essere un modo per formare i giovani? A
rispondere a queste domande è la dott.ssa Rosa Lao, laureata in
Pedagogia alla facoltà di Scienze Pedagogiche, dell’Università di
Catania, dove ha discusso, brillantemente, un’originale e interessante
tesi di specializzazione dal titolo, “Drammatizzazione,
educazione e teatro”. “Questo mio lavoro ha indagato due ambiti
che da sempre suscitano il mio interesse: l’Educazione ed il Teatro. – ha affermato la dott.ssa
Lao – Due mondi paralleli che si intersecano, viaggiando attraverso
obiettivi comuni, emozioni condivise e sofferenze ritrovate. Nella mia
esperienza umana e di educatrice, ho avuto modo di lavorare con il
teatro, strumento multiforme e pluri – educativo. Dall’applicazione del
suddetto strumento, nasce l’esigenza di approfondire l’ambito teorico,
più strettamente legato alla riflessione pedagogica, nostro oggetto di
studi. Pedagogia e teatro si incontrano in molti momenti, relativi alla
loro azione, primo tra tutti, nell’ esplicarsi delle proprie ed altrui
emozioni, che sono, da sempre, ambito privilegiato nell’esplicarsi del
processo educativo, tanto che, negli ultimi anni, si parla di una vera
e propria, Pedagogia delle emozioni, disciplina che approfondisce
questo delicato ambito. L’impalpabilità, propria dell’aspetto emotivo,
necessita una serie di competenze che ogni educatore/regista/attore,
deve possedere. Tra queste competenze, ci sono: la capacità di leggere
oltre le parole, decifrando lo sconfinato mondo del “linguaggio non
verbale”; essere in grado di distanziarsi dai propri parametri
interpretativi, dando significato all’esperienza altrui; la capacità di
un ascolto attivo, privo di pregiudizi; avere piena padronanza dei
propri processi emozionali, che inevitabilmente entrano in gioco, e
saperli gestire; preferire i tempi lunghi, diffidando dei facili
risultati, anche se più gratificanti. La comunicazione emotiva è il
canale principale dello strumento teatrale. Molteplici sono le emozioni
con cui si confronta, chi fa teatro, a qualsiasi livello ed età: le
emozioni espresse dall’autore di un copione, quelle che trapelano da
ogni singola battuta, da ogni scena, da ogni atto; le emozioni che
l’attore esprime, che provengono dalla sua esperienza e dal suo
personalissimo sentire; le emozioni provate dallo spettatore, filtrate
ancora una volta, ma pur sempre intense. Tutti questi livelli entrano
in gioco ogni volta che si fa teatro e, a maggior ragione, quando si
usa il teatro come strumento educativo; è necessaria, quindi, una
particolare preparazione per gli educatori. Sulla scia di Maria Grazia
Contini, pedagogista contemporanea di grande spessore, si parla di
“educazione alla teatralità”, auspicando dei veri e propri training per
educatori, in modo che si possano acquisire le competenze necessarie
all’uso dello strumento teatrale. Secondo la mia esperienza, non c’è
nulla che educhi al teatro più del teatro stesso. Fare parte, in prima
persona, di un lavoro teatrale; confrontarsi con l’impegno, la tenacia,
la passione, necessarie per realizzarlo, è il modo più bello ed
immediato per comprenderne tutte le possibilità e le potenzialità di
questo meraviglioso strumento. Ciò non significa che tutti debbano fare
gli attori! Il teatro è democratico. Offre ad ognuno un ruolo, davanti
e dietro le quinte, in base al bisogno, ai propri talenti, passioni,
predisposizioni. E tutti di eguale importanza. Ogni lavoro teatrale ha
bisogno dell’attento lavoro di ciascuno e proprio quest’aspetto
collaborativo, conviviale e di intensa condivisione, è un altro
elemento di grande importanza educativa. Attraverso la condivisione
dell’attività teatrale e grazie alla forte carica emotiva, in essa
presente, nascono delle grandi amicizie: vere, sentite e trasversali.
Il teatro educa, così come l’educazione è teatrale; entrambi gli
strumenti sono attivi: come lo è l’attore che interpreta una parte, e
come è attiva l’educazione che persegue il suo scopo: lo sviluppo
equilibrato e completo della persona”.
Rosa Lao, attualmente, svolge attività lavorativa in alcune scuole
materne ed elementari del catanese; si occupa di animazione culturale
nella parrocchia S. Nicolò, di Misterbianco, con il laboratorio
teatrale, e, inoltre, fa parte del gruppo, “Progetto Siderurgico”, di
Michele Condorelli, con il quale ha realizzato diversi spettacoli
teatrali, con notevole successo di pubblico e di critica.
Angelo
Battiato (inviato speciale a Brescia)
angelo.battiato@istruzione.it