Modello inglese per gli istituti. Maxi scuole con mille alunni
Data: Venerdì, 16 settembre 2011 ore 10:00:00 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Quando si parla di scuola si pensa subito a tagli e accorpamenti. Lo sa bene Aristide Peli, assessore provinciale all’Istruzione di Brescia, che, ieri mattina, ha voluto convocare l’ottava commissione (quella che sta ridisegnando la geografia degli istituti comprensivi di Brescia) a Salò, nella biblioteca dell’ITG “Battisti”. Una scelta, quella delle «riunioni itineranti», voluta da Peli per rimanere vicino alle diverse realtà della provincia.
Anche se ieri la «scusa ufficiale» per la trasferta sull'alto lago è stata l'apertura dell'anno scolastico, celebrato a poche centinaia di metri dal Battisti. Un'occasione unica per riunire intorno allo stesso tavolo politici e dirigenti dell'ex provveditorato. Tant'è che Maria Rosa Raimondi, responsabile dell'ufficio scolastico, alla fine si è unita ai consiglieri della commissione, ascoltando in silenzio le future strategie dell'ente di Piazza Paolo VI.
«Sono ospite – ha dichiarato la dott.ssa Raimondi, mettendo subito le mani avanti – Ascolto e non parlo. Ci sarà tempo per confrontarsi e ragionare sulle scelte». Campo libero ai politici, abituati a gestire situazioni complesse. E guardando le otto pagine di tabelle srotolate da Peli sul tavolo della commissione, gli accorpamenti degli istituti comprensivi non saranno semplici.
«Prima di decidere sarà opportuno sentire i sindaci - ha ricordato l'assessore ai colleghi -.
L'idea è quella di creare poli da almeno mille studenti, che consentano di razionalizzare i dirigenti e superare l'empasse degli ultimi anni. Ancora troppe sedi sono senza un responsabile, su 165 quelle coordinate da un reggente sono 56. Il nostro obiettivo è arrivare a dimezzare le assenze, unendo sotto un unico tetto le realtà più vicine». Come dire: senza il benestare dei comuni le presidenze non si toccano. «Penso al caso di Polaveno. - ricorda Peli - Per mantenere la sua identità deve trovare un accordo con Brione, altrimenti è destinato a finire sotto la direzione di Sarezzo, che ha già troppi alunni per conto suo. E' come mettere insieme un puzzle: ogni tassello è unico e insostituibile. Ma attenzione, non verranno tagliate ne classi, ne scuole. Stiamo parlando di razionalizzare le strutture amministrative».
L'idea nuova è quella di una gestione condivisa delle scuole che possa finalmente funzionare e dare servizi di qualità eliminando le «reggenze». Un discorso che alla fine è stato condiviso da tutta la commissione, anche se i consiglieri Pd hanno storto il naso. Il colpo lo ha affondato Pier Luigi Mottinelli, presidente anche della commissione Bilancio:
«In un periodo in cui ci si interroga sul ruolo della Provincia, dobbiamo dare un segnale forte. La razionalizzazione degli istituti comprensivi deve guardare avanti, non piegarsi alle logiche dei singoli campanili. E' chiaro che i sindaci vorranno difendere e mantenere aperte le segreterie. Ma è nostro compito metterli davanti alla realtà: senza gli accorpamenti dei servizi le piccole realtà lavorano male e sono destinate a sparire».
Discorso diverso per le realtà montane. «Nelle valli - chiosa Mottinelli - questi problemi sono già stati affrontati. Penso alla Valcamonica e alle scuole di Breno che già da tempo hanno accentrato segreterie e direzioni». In soldoni il lavoro di sintesi chiesto all'ottava commissione garantirebbe il risparmio di circa 50 uomini dell'amministrazione e l'accorpamento di almeno dieci scuole da qui a un anno.
La proposta da inviare in regione dovrà essere pronta entro la fine del mese. Poi si aprirà la discussione e una ipotetica «fase due» del progetto che avrà come modello i campus anglosassoni. L'ipotesi, caldeggiata dalla Raimondi, è quella di alzare l'asticella dei numeri, imponendo maxi fusioni anche per gli istituti che già superano i mille iscritti.

Giuseppe Spatola - Bresciaoggi





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