Quando si
parla di scuola si pensa subito a tagli e accorpamenti. Lo sa bene
Aristide Peli, assessore provinciale all’Istruzione di Brescia, che,
ieri mattina, ha voluto convocare l’ottava commissione (quella che sta
ridisegnando la geografia degli istituti comprensivi di Brescia) a
Salò, nella biblioteca dell’ITG “Battisti”. Una scelta, quella delle
«riunioni itineranti», voluta da Peli per rimanere vicino alle diverse
realtà della provincia.
Anche se ieri la «scusa ufficiale» per la trasferta sull'alto lago è
stata l'apertura dell'anno scolastico, celebrato a poche centinaia di
metri dal Battisti. Un'occasione unica per riunire intorno allo stesso
tavolo politici e dirigenti dell'ex provveditorato. Tant'è che Maria
Rosa Raimondi, responsabile dell'ufficio scolastico, alla fine si è
unita ai consiglieri della commissione, ascoltando in silenzio le
future strategie dell'ente di Piazza Paolo VI.
«Sono ospite – ha dichiarato la dott.ssa Raimondi, mettendo subito le
mani avanti – Ascolto e non parlo. Ci sarà tempo per confrontarsi e
ragionare sulle scelte». Campo libero ai politici, abituati a gestire
situazioni complesse. E guardando le otto pagine di tabelle srotolate
da Peli sul tavolo della commissione, gli accorpamenti degli istituti
comprensivi non saranno semplici.
«Prima di decidere sarà opportuno sentire i sindaci - ha ricordato
l'assessore ai colleghi -.
L'idea è quella di creare poli da almeno mille studenti, che consentano
di razionalizzare i dirigenti e superare l'empasse degli ultimi anni.
Ancora troppe sedi sono senza un responsabile, su 165 quelle coordinate
da un reggente sono 56. Il nostro obiettivo è arrivare a dimezzare le
assenze, unendo sotto un unico tetto le realtà più vicine». Come dire:
senza il benestare dei comuni le presidenze non si toccano. «Penso al
caso di Polaveno. - ricorda Peli - Per mantenere la sua identità deve
trovare un accordo con Brione, altrimenti è destinato a finire sotto la
direzione di Sarezzo, che ha già troppi alunni per conto suo. E' come
mettere insieme un puzzle: ogni tassello è unico e insostituibile. Ma
attenzione, non verranno tagliate ne classi, ne scuole. Stiamo parlando
di razionalizzare le strutture amministrative».
L'idea nuova è quella di una gestione condivisa delle scuole che possa
finalmente funzionare e dare servizi di qualità eliminando le
«reggenze». Un discorso che alla fine è stato condiviso da tutta la
commissione, anche se i consiglieri Pd hanno storto il naso. Il colpo
lo ha affondato Pier Luigi Mottinelli, presidente anche della
commissione Bilancio:
«In un periodo in cui ci si interroga sul ruolo della Provincia,
dobbiamo dare un segnale forte. La razionalizzazione degli istituti
comprensivi deve guardare avanti, non piegarsi alle logiche dei singoli
campanili. E' chiaro che i sindaci vorranno difendere e mantenere
aperte le segreterie. Ma è nostro compito metterli davanti alla realtà:
senza gli accorpamenti dei servizi le piccole realtà lavorano male e
sono destinate a sparire».
Discorso diverso per le realtà montane. «Nelle valli - chiosa
Mottinelli - questi problemi sono già stati affrontati. Penso alla
Valcamonica e alle scuole di Breno che già da tempo hanno accentrato
segreterie e direzioni». In soldoni il lavoro di sintesi chiesto
all'ottava commissione garantirebbe il risparmio di circa 50 uomini
dell'amministrazione e l'accorpamento di almeno dieci scuole da qui a
un anno.
La proposta da inviare in regione dovrà essere pronta entro la fine del
mese. Poi si aprirà la discussione e una ipotetica «fase due» del
progetto che avrà come modello i campus anglosassoni. L'ipotesi,
caldeggiata dalla Raimondi, è quella di alzare l'asticella dei numeri,
imponendo maxi fusioni anche per gli istituti che già superano i mille
iscritti.
Giuseppe
Spatola - Bresciaoggi