La commedia dell'assurdo delle assunzioni a tempo indeterminato
Data: Domenica, 28 agosto 2011 ore 08:44:25 CEST Argomento: Rassegna stampa
Mancano ormai
pochi giorni all’inizio dell’anno scolastico, pochissimi a quel 31
agosto indicato come data ultima per le immissioni in ruolo dei
lavoratori della scuola, e possiamo sin d’ora dire senza timore di
smentita che il primo giorno di scuola saranno ancora tantissime le
cattedre prive di un docente. Si sta dando infatti inizio alle
operazione di nomina a tempo indeterminato solo in questi giorni e,
soltanto dopo che queste operazioni si saranno concluse, i
provveditorati potranno individuare il personale avente diritto a
contratti annuali, per poi, infine, passare alle nomine da parte delle
singole scuole.
Il cronico ritardo non appare però l’unico problema: la questione delle
immissioni in ruolo dei docenti pare quest’anno farsi ogni giorno più
complessa e tra poco la matassa potrebbe essersi ingarbugliata così
tanto da rendere impossibile l'individuazione di capo e coda.
Cerchiamo di individuarne gli elementi essenziali, partendo da tre
brevi premesse, una riguardante il decreto assunzioni, l’altra le
graduatorie e l’ultima una spinosa vertenza.
Premesse:
Il recente decreto sviluppo ha previsto, per i prossimi tre anni,
l’assunzione a tempo indeterminato di poco più di 30000 docenti. Un
numero che, al di là dell’enfasi propagandistica data alla notizia, non
è poi gran cosa se si pensa che i pensionamenti saranno, per lo stesso
periodo, almeno il doppio. Con una decisione quantomeno stravagante, un
terzo di queste assunzioni (10000) si avranno attingendo dalla
graduatoria dello scorso anno (2010-2011).
o Ricordiamo che le graduatorie, dette “ad esaurimento” (GAE),
concepite dal ministro Fioroni, consentivano ai docenti precari di
indicare una sola provincia di appartenenza e che in pratica questa non
poteva più essere cambiata. Nel 2009, l’attuale Ministro consentiva,
per motivi difficilmente comprensibili, di indicare, oltre alla
provincia originaria, anche altre tre, dove ogni insegnante sarebbe
stato collocato "in coda" rispetto ai colleghi che l’avevano già
individuata come loro prima scelta. Tutti, quindi, sono stati inserito
nel biennio 2009-2011 in 4 province contemporaneamente; in una, per
così dire, in serie A, e nelle altre tre in serie B.
o In questi ultimi due anni l'Anief e altre associazioni hanno portato
avanti un’azione legale contro il governo, chiedendo che i precari che
rappresentano (pare siano circa 3000) fossero inseriti anche in queste
ulteriori province non già "in coda", ma "a pettine", cioè come se in
ognuno dei quattro elenchi indicati fosse una prima scelta. Il Tar del
Lazio ha quindi nominato un commissario ad acta che, riconoscendo le
ragioni dei 3000 ricorrenti, ne ha imposto l’inserimento a pettine
nelle vecchie graduatorie (2009-2011). In queste si sarebbero dovuti
trovare inseriti a pari titolo, ognuno di loro in 4 diverse province .
Conseguenze:
grazie anche alla scelta di assumere10000 docenti dalle vecchie
graduatorie e non dalle nuove, i 3000 ricorrenti avrebbero titolo per
essere assunti a tempo indeterminato potenzialmente nello stesso
momento in 4 diverse province. Non solo: molti di loro hanno la
specializzazione per il sostegno, quindi sono inseriti anche nelle
relative graduatorie; potrebbero quindi avere accesso
contemporaneamente ad 8 assunzioni in ruolo.
Le ultime novità, di male in peggio:
il Ministero, non abbandona il suo piglio bellicoso e decide di
attendere la pubblicazione della sentenza del TAR del Lazio prima si
stabilire se e come vadano tutelati i diritti pregressi dei ricorrenti.
In particolare, in merito alla possibilità di immettere in ruolo questi
docenti sulla base delle vecchie graduatorie, il MIUR decide di non
decidere.
Intanto si deve urgentemente dare inizio alle assegnazioni dei
contratti a tempo indeterminato per poi passare a quelli a tempo
determinato, ma gli uffici scolastici nei quali sono inseriti i 3000
ricorrenti (principalmente i provveditorati del centro nord) non sanno
assolutamente come comportarsi con le 10000 assunzioni da vecchie
graduatorie, che del resto non possono che anticipare le 20000 da farsi
sulla base delle nuove.
Gli uffici del Piemonte, del Veneto e della provincia di Brescia hanno
chiesto istruzioni al Ministero che ha dato indicazione di non
convocare i ricorrenti, ma di "accantonare", i posti ai quali
potrebbero aver diritto fino a nuovo ordine ovvero fino a pubblicazione
della sentenza definitiva della magistratura. Fino a quel giorno,
intanto, si suggerisce che i posti così congelati siano assegnati dai
dirigenti scolastici, attingendo dalle graduatorie d'istituto.
Alcune considerazioni:
La Scuola pubblica, già piegata da tre anni di tagli indiscriminati,
deve subire anche il peso di scelte molto creative ma poco sagge, quali
la possibilità di scegliere 4 province, o il voler assumere oggi parte
del personale con decorrenza da ieri. Il Governo da un lato e l’Anief
dall’altro stanno, che lo vogliano o meno, provocando nuove tensioni
tra i lavoratori della scuola e ulteriori problemi per gli studenti.
Il Ministero dell’Istruzione potrebbe a questo punto accontentarsi
degli errori già commessi ed evitare danni che non sono nemmeno
giustificati dalla necessità di fare cassa. Nel caso specifico si
potrebbero limitare in gran parte i disagi chiedendo ai ricorrenti di
indicare sin da subito quale dei 2, o 3, o 6 posti disponibili
intenderebbero scegliere qualora fossero definitivamente riconosciute
le loro ragioni.
È ragionevole attendersi che questi docenti, consapevoli di non poter
occupare più di un posto di lavoro per volta, non avrebbero difficoltà
ad esprimere le loro preferenze. Ciò consentirebbe di congelare non più
di un posto per ogni insegnante/ricorrente. In questo modo non solo gli
altri colleghi precari potrebbero accedere al posto di insegnamento a
cui hanno diritto e che è disponibile, ma si ridurrebbero enormemente i
disagi di tantissimi studenti.
Tenendo conto dei diversi posti che ognuno dei 3000 potrebbe ricoprire,
temiamo possa essere accantonata una quota parte notevole dei 10000
posti da assegnare per il 2010-11. Ciò provocherebbe, ad anno
scolastico in corso, un balletto di cattedre ancora maggiore. I posti
accantonati ad inizio anno verrebbero infatti assegnati dai dirigenti
scolastici a precari inseriti nelle liste d’istituto. Questi ultimi
sarebbero solo apparentemente baciati dalla fortuna, perché al
sopraggiungere della sentenza del TAR, magari a metà anno scolastico, i
ricorrenti prenderebbero possesso dei propri posti, liberando quelli
che hanno occupato sino ad allora. Altri precari occuperebbero poi i
posti lasciati liberi dai 3000 ricorrenti. Lo stesso accadrebbe se
questi dovessero avere torto, perché i posti accantonati spetterebbero
comunque ad altri che devono entrare in ruolo, quelli che il ricorso
non l’hanno voluto fare.
E decina di migliaia di classi cambierebbero professore.
(da http://www.retescuole.net)
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