Pantaleo: un altro accordo separato contro il contratto nazionale
Data: Domenica, 07 agosto 2011 ore 17:25:21 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Non è moralmente accettabile lo scambio tra occupazione, minori diritti e più bassi salari che è la filosofia dell'intesa Aran sottoscritta dalle altre organizzazioni sindacali. Proprio mentre c'è un attacco senza precedenti alle condizioni di lavoro e di vita delle persone, con una manovra finanziaria che si configura come una vera e propria macelleria sociale, si demolisce ulteriormente il contratto nazionale quale strumento fondamentale di unità e di solidarietà tra i lavoratori. A cosa serve il sindacato se si accetta quel ricatto! Diritto al lavoro e dignità nel lavoro non possono mai essere separati tra loro.          Ma la Gelmini e il suo governo, dopo aver demolito con i tagli la scuola, l'università e la ricerca pubblica vogliono utilizzare la disperazione dei precari per assestare un ulteriore colpo alle condizioni di lavoro, differenziando i salari e abolendo la contrattazione. Ricordo che i contratti pubblici sono bloccati fino al 2014 e la Brunetta riduce gli spazi contrattuali collettivi per affidare alla legge la premialità individuale. In base all'accordo truffa, un collaboratore scolastico precario, che guadagna in media 930 euro mensili, perderà 313 euro l'anno e un docente, con stipendi già di fame, da 565 a 1287 euro l'anno fino al compimento di 9 anni di anzianità. Nella ricostruzione delle carriere dei precari della icuola 4 anni di servizio valgono interi e gli altri computati per 2/3. Quindi ci vorranno undici anni per maturare il primo aumento di stipendio. Un furto ai danni dei più deboli! La Flc-Cgil è stata protagonista di una battaglia difficile contro il precariato. Ricordo le campagne dell'operazione centomila nella scuola, quelle per le stabilizzazione negli istituti di ricerca e nelle università. Grazie alle lotte e alle vertenze legali si è riusciti ad imporre nel sistema scolastico un piano triennale di assunzioni con 67 immissioni in ruolo a partire dal prossimo settembre. Il Governo, nel decreto sullo sviluppo ha imposto, prima volta nella storia dei nostri comparti, l'invarianza della spesa per le stabilizzazioni. Nonostante la palese ingiustizia contro i precari abbiamo avanzato la proposta di utilizzare i risparmi del fondo d'istituto che serve per la contrattazione nelle scuole. All'Aran non ci hanno consentito nemmeno di esporre i nostri conti che dimostravano la percorribilità di quella strada. In realtà si è svolta una trattativa truccata, il cui esito era già stato concordato tra le organizzazioni "responsabili" e alcuni ministri. A loro interessava solo modificare il contratto e, allo stesso tempo, scaricare esclusivamente sui precari i costi delle immissioni in ruolo attraverso la rinuncia al primo gradone nella ricostruzione delle camere che determina pesanti conseguenze sul salario ed indirettamente sul tfr e sulle pensioni. Così si penalizzeranno i giovani e si detemiineranno discriminazioni perché, a parità di mansioni e di anzianità, ci saranno diverse retribuzioni. Peraltro, il piano di stabilizzazione presenta molte incognite e rischia di rivelarsi una beffa per le aree del Mezzogiorno già fortemente penalizzate dai tagli epocali della Gelmini. Anche da questa vicenda emerge la necessità di determinare nel Paese una radicale alternativa sociale che parta dal valore del lavoro opponendosi ai tentativi di cancellare diritti fondamentali e di frantumare gli interessi per spingere il mondo del lavoro verso una deriva corporativa. Più che dannosi patti sociali a Settembre bisogna costruire un vasto movimento di lotta che unisca lavoratori, precari, studenti e movimenti. In un Paese devastato dalle disuguaglianze la crisi devono pagarla i più ricchi e non i lavoratori e i pensionati. La Flc ha dimostrato anche in questa occasione coerenza e solidi valori di riferimento ed aggiungo, anche coraggio. Saremo come sempre parte fondamentale della mobilitazione sociale di settembre. E il 22 ottobre, con la Funzione Pubblica faremo una grande manifestazione nazionale. Vogliamo con le lotte rendere visibile il nesso inscindibile tra riconquista del contratto nazionale, difesa della scuola, dell'università e della ricerca pubblica e la fine del precariato che è la forma più odiosa di oppressione e di sfruttamento di questo sistema economico.  (di Mimmo Pantaleo da Liberazione)

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