Pochi, maledetti e subito. Quanto può risparmiare lo Stato eliminando gli scatti ai nuovi assunti? E di fonte agli sprechi piange per pagare proprio il lavoro?
Data: Giovedì, 04 agosto 2011 ore 19:51:26 CEST
Argomento: Redazione


Pochi, maledetti e subito. La scuola come i produttori di arance in Sicilia che dopo un anno di cure ai giardini e di lavoro alla fine devono svendere il loro frutto, strozzati dai commercianti. E’ una frase che abbiamo sentito mille volte in bocca pure ai coltivatori di ficodindia e che ora percepiamo sussurrata nell’intimo senso dei 67 mila precari che saranno assunti, ma con la revisione degli accordi contrattuali che allungano gli scatti di anzianità, a partire dal prossimo settembre. Purchè ci stabilizzano anche a metà prezzo, ci pare di sentire in un coro lungo che la mancanza di speranza aveva acuito e reso incombente durante la marcia di questo piccolo esercito verso il posto di lavoro che ora finalmente si apre.  E se lo si ascolta attentamente si capisce
che nessuno può dire mezza parola contro, anzi siamo solidali con loro perché è nel lavoro che ci si avvicina al divino.
Ciò che non potremo mai capire, e di questo non ci scusiamo con nessuno perché è il nostro pensiero (in tedesco pensare si dice: meinen  la cui radice deriva da mein=mio), sono i comunicati dei sindacati che hanno firmato il contratto. Qualcuno li chiama gialli, ma non lo sono, se ricordiamo le lotte comuni nel recente passato; altri concertativi, ma ci pare poco adatto e appropriato  alle tradizioni di Cisl e Uil: e allora che sindacati sono? Sicuramente trasformati e lo si capisce dal semplice fatto che considerano una vittoria ciò che invece è una sconfitta e sonora; e si vantano di un pragmatismo modernista come i grandi strateghi della politica: novelli Metternich insomma.
 Il loro ragionamento è pressappoco il seguente: considerato che siamo in piena crisi, che l’unica agenzia statale che ancora assume è la scuola, che c’era il rischio persino che non si assumesse, se i precari perdono qualcosa per l’abolizione del primo gradino stipendiale è roba irrisoria (tutta da dimostrare) per cui l’accordo resta una vittoria. Se tuttavia si osserva bene, tali parole coincidono con  quelle dei produttori di arance in Sicilia quando non avendo a chi vendere la merce la regalano a prezzi stracciati al primo commerciante che arriva: pochi, maledetti e subito. Tuttavia ci chiediamo e  demagogicamente: quanto avrebbe influito per le casse dello stato il rispetto del contratto di lavoro e il riconoscimento dei gradoni? Qualche milione di euro? Sicuramente di meno di quanto costa il nuovo ministero per il Turismo elargito alla Brambilla che l’ha espressamente richiesto al vecchio amico Silvio;  e di meno certamente di quanto costano i sottosegretari “responsabili”, nominati per sostenere questo governo, e di cui non si sentiva la necessità.  E perché per costoro le risorse si trovano e per dei lavoratori della scuola da anni sotto scopa si declamano tante difficoltà e povertà e miseria e indigenza dello Stato? Ma suvvia, ogni tanto occorre pure essere un po’, ma solo un po’, più seri.

 Pasquale Almirante
 p.almirante@aetnanet.org






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