Autonomia scolastica vincolata e all’insegna del risparmio
Data: Lunedì, 25 luglio 2011 ore 06:58:33 CEST
Argomento: Redazione


E’ di questi giorni il dibattito aperto presso alcune frazioni del catanese, come Piano Tavola,   che chiedono l’autonomia amministrativa e comunale  in difesa della specificità del territorio  e di contro vengono deliberati  a livello ministeriale accorpamenti di istituti scolastici, che devono raggiungere il quorum di mille studenti per garantire la presenza di un dirigente scolastico e di un “segretario”, ora chiamato “direttore dei servizi generali e amministrativi”.
Si va incontro  a scuole di due comuni diversi  che vengono aggregate o affidate “in reggenza” e proprio perché piccoli e con pochi abitanti fruitori di scarse e ridotte risorse economiche e quindi in reale difficoltà a garantire  ai cittadini i servizi essenziali.
Ci sono in Italia comuni con meno di trecento abitanti con tanto di sindaco, assessori, consiglieri , segretario comunale, e vigili urbani e le scuole per essere autonome devono avere mille studenti e limitato personale in segreteria e come collaboratori scolastici.
Il deputato regionale Giovanni Barbagallo  propone di ridurre da 90  a 70 il numero dei  deputati regionali , risparmiando così sette milioni di euro l’anno e 35 milioni per ogni legislatura.
Lo stesso presidente della provincia, on.. Giuseppe Castiglione, quale presidente dell’ Upi  propone,  nella logica del risparmio e della riduzione della spesa pubblica di  ridurre a sette le nove province siciliane  ed unificare le  province di Siracusa  con Ragusa   ed anche Enna con Caltanissetta.
I  comuni  grossi ed ancor più quelli piccoli   soffrono la riduzione dei finanziamenti  statali e regionali e possono contare  sugli introiti dei tributi comunali, al fine di garantire i servizi essenziali
  Quale logica  allora bisognerà  seguire, quella del  “ campanile” piccolo e bello, o quella della rete cooperativa dei servizi che aggrega realtà territoriali, e persone nell’operare con efficacia ed efficienza ?
Anche nel mondo della scuola gli ex provveditorati agli studi , poi  chiamati “CSA” ed ora “ USP “,  uffici scolastici provinciali, non ricevendo il rinnovo  di personale, man mano che  i dipendenti vanno in pensione , si trovano in difficoltà nel garantire i servizi essenziali alle scuole, che si riducono sempre di numero.
  E’ oggi quanto mai urgente ed indispensabile  una necessaria cultura di rete tra le istituzioni, al fine di  garantire i servizi, utilizzando al meglio le competenze dei singoli e le risorse professionali, Occorre, inoltre,  cambiare mentalità e stile, mettendo al primo posto la qualità dei servizi offerti per il  bene  dei cittadini, utenti e “clienti”
 L’autonomia tanto richiesta e decantata dai nostri Padri e che  oggi anima anche movimenti partitici, appare  ormai  svuotata di senso e priva di spessore.
Il manico del coltello è, infatti, legato alla “borsa”, a quell’economia fragile, debole, incerta e “liquida” che come un budino si manifesta  priva di coesione e di effettiva forza attiva e propulsiva.
Occorre rimboccarsi le maniche e andare controcorrente per vincere la battaglia, affrontando il toro per le corna ed indirizzarlo al vero bene comune.


Giuseppe Adernò

Presidente ASASI - Catania







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