E’ di questi giorni
il dibattito aperto presso alcune frazioni del catanese, come Piano
Tavola, che chiedono l’autonomia amministrativa e
comunale in difesa della specificità del territorio e di
contro vengono deliberati a livello ministeriale accorpamenti di
istituti scolastici, che devono raggiungere il quorum di mille studenti
per garantire la presenza di un dirigente scolastico e di un
“segretario”, ora chiamato “direttore dei servizi generali e
amministrativi”.
Si va incontro a scuole di due comuni diversi che vengono
aggregate o affidate “in reggenza” e proprio perché piccoli e con pochi
abitanti fruitori di scarse e ridotte risorse economiche e quindi in
reale difficoltà a garantire ai cittadini i servizi essenziali.
Ci sono in Italia comuni con meno di
trecento abitanti con tanto di sindaco, assessori, consiglieri ,
segretario comunale, e vigili urbani e le scuole per essere autonome
devono avere mille studenti e limitato personale in segreteria e come
collaboratori scolastici.
Il deputato regionale Giovanni Barbagallo propone di ridurre da
90 a 70 il numero dei deputati regionali , risparmiando
così sette milioni di euro l’anno e 35 milioni per ogni legislatura.
Lo stesso presidente della provincia, on.. Giuseppe Castiglione, quale
presidente dell’ Upi propone, nella logica del risparmio e
della riduzione della spesa pubblica di ridurre a sette le nove
province siciliane ed unificare le province di
Siracusa con Ragusa ed anche Enna con Caltanissetta.
I comuni grossi ed ancor più quelli piccoli
soffrono la riduzione dei finanziamenti statali e regionali e
possono contare sugli introiti dei tributi comunali, al fine di
garantire i servizi essenziali
Quale logica allora bisognerà seguire, quella
del “ campanile” piccolo e bello, o quella della rete cooperativa
dei servizi che aggrega realtà territoriali, e persone nell’operare con
efficacia ed efficienza ?
Anche nel mondo della scuola gli ex provveditorati agli studi ,
poi chiamati “CSA” ed ora “ USP “, uffici scolastici
provinciali, non ricevendo il rinnovo di personale, man mano
che i dipendenti vanno in pensione , si trovano in difficoltà nel
garantire i servizi essenziali alle scuole, che si riducono sempre di
numero.
E’ oggi quanto mai urgente ed indispensabile una
necessaria cultura di rete tra le istituzioni, al fine di
garantire i servizi, utilizzando al meglio le competenze dei singoli e
le risorse professionali, Occorre, inoltre, cambiare mentalità e
stile, mettendo al primo posto la qualità dei servizi offerti per
il bene dei cittadini, utenti e “clienti”
L’autonomia tanto richiesta e decantata dai nostri Padri e
che oggi anima anche movimenti partitici, appare
ormai svuotata di senso e priva di spessore.
Il manico del coltello è, infatti, legato alla “borsa”, a
quell’economia fragile, debole, incerta e “liquida” che come un budino
si manifesta priva di coesione e di effettiva forza attiva e
propulsiva.
Occorre rimboccarsi le maniche e andare controcorrente per vincere la
battaglia, affrontando il toro per le corna ed indirizzarlo al vero
bene comune.
Giuseppe Adernò
Presidente ASASI - Catania