Più attenzione alle esigenze didattiche dei digital native
Data: Sabato, 16 luglio 2011 ore 17:34:56 CEST
Argomento: Redazione


In questi ultimi giorni, molti studenti, attraverso i social network, mi hanno contattato per manifestare la loro insoddisfazione sullo svolgimento degli ultimi esami di maturità. In particolare sulla quasi sistematica impossibilità, per motivi tecnici o temporali, di poter mostrare, con i dovuti step, applicazioni multimediali, condivisioni di contenuti su Facebook, You tube, riviste on line.
Orbene,  sono anni che ci si interroga sulla distinzione generazionale tra digital immigrant e digital native, e sono anni che le istituzioni ministeriali finanziano corsi di alfabetizzazione sull’informatica, con la speranza di ridurre ed avvicinare le competenze e le esigenze didattiche  di docenti e studenti.
Nel mio ultimo contributo su AetnaNet ( Analfabetismo di sola andata ) ho riportato alcune riflessioni dell’ex ministro della pubblica istruzione Tullio De Mauro,  che successivamente ho approfondito in un piacevole confronto su Facebook con Maria Amelia Beltramini Boveri, caporedattore della rivista Focus ( Mondadori ). Da questa discussione è emerso che  il percepito della funzione docente non ne usciva in modo esaltante, anzi ne usciva sufficientemente    compromesso in termini di conoscenze e competenze adeguate alle ultime tecnologie di condivisione del sapere.
Digital native è una espressione che viene  applicata ad una persona che è cresciuta con le tecnologie digitali come i computer, Internet, telefoni cellulari e MP3, per contro un immigrato digitale (digital immigrant) rappresenta una persona che è cresciuta prima delle tecnologie digitali e le ha adottate in un secondo tempo.
Impedire ad un giovane digital native di esprimersi, nel contesto di un esame di stato, attraverso le tecnologie digitali, è un’incongruenza in termini, che danneggia tutto il sistema scolastico, arretrando il baricentro evolutivo dell’innovazione didattica.
Tutto questo può essere sintetizzato in un temine: Keeg, che  indica una totale inabilità  o intolleranza verso la tecnologia. In senso lato anche una intolleranza verso il web e verso le persone che con maestria usano e amano gli strumenti innovativi (geek).
Le persone che si rifiutano di usare la posta elettronica e sono ancora convinti che non esista altro metodo di comunicazione asincrono oltre al fax e alla posta tradizionale sono keeg. Ma sono keeg anche coloro che non hanno la minima confidenza con il computer, come  gli impacciati informatici, quelli che non sono in grado di scrivere un testo con un programma di office automation o che non sanno spedire  o leggere una email.
Concludo che queste mie righe di riflessione, devono essere lette come un incentivo ad un maggior impegno didattico verso le nuove tecnologie e che ogni riferimento a fatti o persone impegnate nell’ultima tornata degli esami di stato, è da ritenersi del tutto casuale.


Aldo Domenico Ficara
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