In questi ultimi giorni,
molti studenti, attraverso i social network, mi hanno contattato per
manifestare la loro insoddisfazione sullo svolgimento degli ultimi
esami di maturità. In particolare sulla quasi sistematica
impossibilità, per motivi tecnici o temporali, di poter mostrare, con i
dovuti step, applicazioni multimediali, condivisioni di contenuti su
Facebook, You tube, riviste on line.
Orbene, sono anni che ci si interroga sulla distinzione
generazionale tra digital immigrant e digital native, e sono anni che
le istituzioni ministeriali finanziano corsi di alfabetizzazione
sull’informatica, con la speranza di ridurre ed avvicinare le
competenze e le esigenze didattiche di docenti e studenti.
Nel mio ultimo contributo su AetnaNet ( Analfabetismo di sola andata )
ho riportato alcune riflessioni dell’ex ministro della pubblica
istruzione Tullio De Mauro, che successivamente ho approfondito
in un piacevole confronto su Facebook con Maria Amelia Beltramini
Boveri, caporedattore della rivista Focus ( Mondadori ). Da questa
discussione è emerso che il percepito della funzione docente non
ne usciva in modo esaltante, anzi ne usciva
sufficientemente compromesso in termini di conoscenze
e competenze adeguate alle ultime tecnologie di condivisione del
sapere.
Digital native è una espressione che viene applicata ad una
persona che è cresciuta con le tecnologie digitali come i computer,
Internet, telefoni cellulari e MP3, per contro un immigrato digitale
(digital immigrant) rappresenta una persona che è cresciuta prima delle
tecnologie digitali e le ha adottate in un secondo tempo.
Impedire ad un giovane digital native di esprimersi, nel contesto di un
esame di stato, attraverso le tecnologie digitali, è un’incongruenza in
termini, che danneggia tutto il sistema scolastico, arretrando il
baricentro evolutivo dell’innovazione didattica.
Tutto questo può essere sintetizzato in un temine: Keeg, che
indica una totale inabilità o intolleranza verso la tecnologia.
In senso lato anche una intolleranza verso il web e verso le persone
che con maestria usano e amano gli strumenti innovativi (geek).
Le persone che si rifiutano di usare la posta elettronica e sono ancora
convinti che non esista altro metodo di comunicazione asincrono oltre
al fax e alla posta tradizionale sono keeg. Ma sono keeg anche coloro
che non hanno la minima confidenza con il computer, come gli
impacciati informatici, quelli che non sono in grado di scrivere un
testo con un programma di office automation o che non sanno
spedire o leggere una email.
Concludo che queste mie righe di riflessione, devono essere lette come
un incentivo ad un maggior impegno didattico verso le nuove tecnologie
e che ogni riferimento a fatti o persone impegnate nell’ultima tornata
degli esami di stato, è da ritenersi del tutto casuale.
Aldo Domenico
Ficara
redazione@aetnanet.org