Non il nanismo ma la politica nana crea difficoltà alla Nazione.
Data: Mercoledì, 13 luglio 2011 ore 07:50:36 CEST
Argomento: Opinioni


O Italia, a cor ti stia
 far ai passati onor; che d’ altrettali
 oggi vedove son le tue contrade,
 né v’è chi d’onorar ti si convegna (...)
Perché venimmo a sì perversi tempi?  ( Leopardi, Sopra il monumento di Dante…)
[…]”Amico mio, questo secolo è un secolo di ragazzi, e i pochissimi uomini che rimangono, si debbono andare a nascondere per vergogna, come quello che camminava diritto in un paese di zoppi” (Leopardi, Operette morali).
Un  nano- ovverosia un uomo di bassa statura- che fa politica non c’è nulla da eccepire: l’intelligenza non si misura a” palmi “o  con il metro del sarto! Del resto, “  piccola botte, spesso - si dice- fa buon vino”!  
Per non dire che nani sulle spalle di giganti- volendo - potrebbero anche arrivare a  vedere più lontano!
Quello che non è accettabile nell’Italia di oggi non è il nanismo,  è  la politica nana,  cioè di basso  profilo  intellettuale e morale,  che sembra aver preso il sopravvento , e che ci fa paura e ci scoraggia!
La politica è  cultura, arte  della parola saggia della mediazione  e della interlocuzione  garbata e civile, del confronto  dialettico delle idee e delle proposte , della ricerca condivisa del bene comune  e, soprattutto, è capacità di programmare  e  di vedere, -dove altri non vedono- , il futuro da progettare!
Purtroppo, spiace dirlo,  questa Italia che celebra il 150esimo della sua unità, ha troppi politici non solo disuniti, ma anche  di modesto prestigio sia etico che culturale,  che non si meritano , anzi disonorano, il più delle volte,   il ministero  al quale sono stati preposti ; politici nani che  volano molto basso, che amano proprio le bassure e la palude del turpiloquio per esprimersi - , incapaci non solo   di  sapere ascoltare i problemi reali della gente, ma anche di  capirli e di  sapere  darne adeguate e puntuali  risposte ( non dico soluzioni!), senza abbandonarsi  ad isteriche  alterazioni di linguaggio e di modi comportamentali, a dir poco ,da suburra! Ma era nei nostri voti questa l’Italia che volevamo? 
E cosi ci  avviene di vedere – in manifestazioni ufficiali, e teletrasmesse, - o tempora, o mores - un ministro che alza, come  ebetito,  col sigaro in bocca, il dito medio in spregio all’inno d’Italia, e che farfuglia parolacce contro chi la pensa diversamente;  e un altro, che si spazientisce davanti a una platea di insegnanti,  e  inveisce con sprezzante e cafonesca arroganza  contro i “precari” , definendoli “la parte peggiore dell’Italia” prima ancora che questi possano formulargli  una domanda  di chiarimento sul loro status, sbraitando villanamente- a priori - per  sottrarsi  a qualsiasi possibilità di confronto democratico e responsabile, cioè capace di dare risposte civili e concrete  alla controparte, come è dovere di un ministro!   E che dire di quell’altro campione di garbo  e d’estetica eleganza, professorone  critico d’arte, politicante d’occasione, non si sa più di quale schieramento,” onorevole”  ex  deputato al parlamento,  sindaco, a tempo perso, anche  di un paesello  siciliano, che non dico, e sovrintendente e curatore e animatore e presentatore di mostre d’arte di festival , e di   non so di quant’altre cose,  il quale, tutte le volte che va in TV ,non manca mai di stupirci  per la grazie di come si porge ? Come   invasato,  con gli occhi da miope strabuzzati di fuori e la bava alla bocca, il professor Sgarbi  – nomina sunt consequentia rerum-  altro non riesce a fare che aggredire  caninamente il suo inerme interlocutore tempestandolo di innominabili epiteti e di ripetute  ossessive ecolalie: ”sei una capra ,sei una capra capra  capra asino asino  asino asino”,tutte le volte che il malcapitato non la pensa come lui!  Naturalmente l’elencazione  dei cultori del Galateo potrebbe continuare, ma carità di Patria m’impone di smettere! Sic stantibus rebus” una cosa è certa:
se questi sono i tuoi uomini illustri, o Italia, mai  potrebbe il pianto dei tuoi occhi adeguarsi al tuo danno e allo scorno; che “fosti donna” ed “ or sei povera ancella”!

Nuccio Palumbo
antoninopal@katamail.com






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