Accademie e conservatori, la strada alternativa
Data: Venerdì, 10 giugno 2011 ore 20:15:00 CEST
Argomento: Sondaggi


Accademie di belle arti
Accademie, conservatori e Isia (istituti superiori per l'industria artistica) oggi sono equiparati alle università tradizionali e rilasciano diplomi di primo e secondo livello riconosciuti dal Miur.
Le accademie di belle arti sono più di 40, ambite ogni anno da diverse migliaia di giovani selezionati in autonomia dagli istituti: prove orali, pratiche, spesso entrambe. Anche in virtù dell'autonomia universitaria, la gamma dell'offerta formativa è ampia: quattro le macro-aree di riferimento (arti visive, arti applicate, comunicazione, didattica) ognuna delle quali include diversi indirizzi di studio.
  Chi sceglie le arti visive potrà specializzarsi in grafica, pittura, scultura o decorazione. Chi sceglie le arti applicate approfondirà il restauro o la scenografia, oppure ancora il design o le teorie e tecniche della comunicazione visiva. Con un mercato dell'insegnamento ormai saturo e le prospettive di una carriera artistica ridotta al lumicino, i laureati in Belle arti cercano sbocchi professionali in altri ambiti, dalle agenzie fotografiche, all'editoria, così come nella moda e dello spettacolo
Conservatori
Sono 70 i conservatori in Italia: una cinquantina di strutture statali mentre le altre, parificate, sono gestite da enti locali. Tutti garantiscono la stessa offerta: un triennio di studi, alla fine del quale si consegue una laurea di primo livello, e un biennio di specializzazione che sfocia nella laurea di secondo livello.
Accedere a questi istituti non è facile. Anzitutto perché è previsto il numero chiuso, che varia a seconda dei conservatori e delle classi. In secondo luogo perché a tentare l'ingresso sono in molti: ogni anno su 30mila persone che ci provano, solo 1.500 entrano. Prerequisito fondamentale è il possesso di un diploma di maturità (anche se in casi di eccezionale bravura è concesso l'ingresso ai non diplomati, che però dovranno conseguire il titolo di scuola superiore prima della fine del conservatorio), ma soprattutto di adeguate competenze musicali. L'esame di ammissione prevede infatti un test d'ingresso che serve a verificare le abilità, che devono essere già di alto livello e di solito maturate grazie a un lungo percorso di studi precedente, che può anche essere superiore ai 10 anni.
L'offerta formativa è variegata. Ad esempio c'è chi sceglie di studiare per cinque anni un solo strumento: si va dal clavicembalo all'organo, dal pianoforte all'arpa, dal liuto alla chitarra, passando per gli ottoni e tutti gli altri strumenti musicali. Non c'è però solo la parte strumentale. Chi vuole può scegliere anche l'indirizzo compositivo - per scrivere musica, dirigere un coro o fare jazz - o l'area didattica, pensata per chi andrà a insegnare musica nelle scuole medie o nei licei musicali, ormai pronti al varo. Infine è stata data attenzione anche alla formazione delle nuove professionalità, specializzate nel composizione di musica elettronica come nelle tecnologie del suono
Accademie militari
Le accademie militari garantiscono la laurea a chi conclude il percorso di studi ed entra nei corpi di appartenenza. È così dal 1997, quando la riforma delle forze armate ha previsto che la formazione delle future eccellenze sia gestita a metà tra docenti universitari e ufficiali. Le accademie militari in Italia sono quattro: aeronautica (a Pozzuoli), guardia di finanza (a Bergamo), esercito (a Modena), marina (a Livorno). L'ingresso è subordinato al possesso dei requisiti d'età (meno di 22 anni) e al superamento di prove di cultura generale e test psico-attitudinali. Le lauree sono di primo e secondo livello.
Chi vuole far parte dell'esercito deve bussare all'accademia militare di Modena, dove si effettua un biennio di studi cui segue un triennio di specializzazione alla scuola di Torino. Qui è possibile conseguire la laurea in scienze strategiche ma anche in medicina, veterinaria, chimica e tecnologie farmaceutiche (l'obiettivo è l'ingresso nel corpo di sanità), oppure la laurea in ingegneria. A Modena studiano anche gli allievi ufficiali dei carabinieri, che seguono lezioni giuridiche per laurearsi, al termine del triennio successivo, alla scuola ufficiali di Roma, in giurisprudenza.
A Livorno dopo cinque anni di studio i 120 alunni decidono quale laurea conseguire: scienze marittime e navali, per entrare nello stato maggiore; ingegneria delle telecomunicazioni nel comparto delle armi navali; ingegneria navale nel genio; medicina e chirurgia nel corpo sanitario; giurisprudenza nel commissariato, mentre scienze del governo e dell'amministrazione del mare apre le porte delle capitanerie di porto.
I futuri top-gun dell'aeronautica italiana seguono invece un triennio in scienze aeronautiche a Pozzuoli e poi un biennio all'istituto di scienze militari aeronautiche di Firenze per conseguire la laurea specialistica. Non tutti sono destinati a volare: c'è chi si specializza in ingegneria (aerospaziale, civile ed elettronica) e chi diventa commissario a terra, grazie alla laurea in giurisprudenza.
L'accademia della guardia di finanza prevede infine un percorso formativo di cinque anni: alla fine del triennio svolto nella sede di Bergamo si consegue la laurea di primo livello mentre a conclusione del successivo biennio, nella sede di Roma di Castelporziano, è riconosciuta la laurea specialistica in scienze della sicurezza economica-finanziaria.
  (di Luca Davi  da http://www.ilsole24ore.com/art)






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