Proposta dell'Anief pro-precari: sessanta punti per chi va fuori «Sarebbe una sorta di indennità di servizio per chi si trasferisce»
Data: Sabato, 28 maggio 2011 ore 12:00:00 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Quaranta punti in più per quei docenti precari che resteranno nella "propria" graduatoria provinciale. Che sia una boutade da clima elettorale o una proposta seria non stiamo qui a giudicare, ma la proposta comunque c'è e l'onorevole Pittoni l'ha sfoderata a ridosso della consegna delle domande di aggiornamento. Questo vero e proprio maxincentivo (e chi combatte con le graduatorie sa che quaranta punti in un colpo sono una manna), nelle intenzioni di Pittoni dovrebbe salvaguardare la continuità didattica limitando gli spostamenti dei prof precari.                          
Alla coordinatrice provinciale dell'Anief, Adele Sammarro, l'idea di Pittoni è andata di traverso, per cui sbotta e anzitutto chiarisce che «in base alla normativa può parlarsi di continuità didattica, laddove si presti servizio sempre nella medesima istituzione scolastica e, quindi, non nella provincia».
E poi, ragiona la Sammarro, la concessione di un bonus andrebbe controcorrente rispetto alla cancellazione dei punteggi extra che, prima, venivano assegnati a chi insegnava nelle sedi di montagna o in un carcere. E poi, commenta la sindacalista, bonus per bonus allora sarebbe meglio proporre «sessanta punti per chi invece si trasferisce, da intendersi come indennità di servizio che potrebbe rivelarsi anche non fruttuosa a livello lavorativo». Ecco perché se la proposta di Pittoni dovesse prendere il largo: «L'Anief chiederà sessanta punti, anche perché bisogna contemplare che chi decide di trasferirsi resta lontano dagli affetti e dalla propria residenza, con l'aggravante delle spese da sostenere». Sempre l'Anief fa sapere che «questa battaglia presto sarà affrontata in Parlamento». La possibilità di un punteggio aggiuntivo, peraltro notevole, è argomento che ai precari potrebbe interessare non poco, visto tra l'altro il restringimento delle maglie che è stato annunciato per settembre. Ovvero, a fronte di 67.000 immissioni in ruolo in tre anni (30.000 docenti e 37.000 Ata) ci sarà una contrazione fortissima di posti a disposizione per i contratti a termine e gli incarichi "a spezzone". Sono dell'altro ieri i numeri dei quali s'è discusso anche all'Usp di Cosenza in un incontro tra il dirigente dell'Ufficio, Luigi Troccoli, e i sindacati. A livello regionale, il dato per il prossimo anno prevede, complessivamente, 1.093 posti in meno. L'infanzia perderà 62 posti, la primaria 377, la secondaria di primo grado 131 e quella di secondo grado 523. Nella provincia bruzia la forbice sarà ancora più evidente e colpirà l'infanzia con 23 posti in meno, la primaria con 129, la secondaria di primo grado con 44 e quella di secondo grado con 197.
Al vertice dell'Usp ha partecipato anche il professore Franco Greco, che a livello locale rappresenta l'And, l'Associazione nazionale docenti. «L'Ufficio scolastico regionale, anche in considerazione di questa situazione di particolare criticità, che lo stesso Usr ha rappresentato al Miur - ha detto Greco - ha comunicato che il Ministero ha autorizzato l'istituzione in organico di diritto per la Regione Calabria di ulteriori 60 posti. Alla provincia di Cosenza ne sono stati assegnati 21, che d'intesa con Troccoli, abbiamo convenuto di ripartirli 10 per la scuola secondaria di primo grado e 11 per quella di secondo grado. Si tratta comunque di un incremento del tutto insufficiente a fronte dei tagli che sono stati operati e le cui conseguenze saranno assai pesanti, sia sul piano occupazionale che su quello della quantità e qualità del servizio di istruzione nella provincia».   (da http://www.gazzettadelsud.it di Luigi Carbone)

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