Le suore fanno cantare Faccetta Nera a scuola
Data: Domenica, 15 maggio 2011 ore 07:04:01 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Curiosa la recita dell’istituto Marcelline di Lecce che nel saggio di fine anno ha intenzione di inserire all’interno del programma dei canti che i bambini delle elementari dovranno eseguire anche un caposaldo della musica risorgimentale come Faccetta Nera. Già: la recita che conclude l’anno è naturalmente ambientata nei 150 anni dell’Unità d’Italia, come da programma ministeriale: ma stranamente anche un canto in pieno stile fascista è stato inserito all’interno del programma della serata.
BELL’ABISSINA
 Le spiegazioni che le suore che gestiscono l’istituto privato hanno dato a quelli di 20 centesimi, quotidiano online che per primo ha trovato la storia non appaiono in effetti granché soddisfacenti: “Il fascismo è argomento del programma no? E allora è naturale che qualcosa del concerto di fine anno lo riguardi!”.
Nel programma del coro finale, che gli scolari provano ogni mercoledì, c’è qualcosa che non quadra. Qualcosa che può sembrare pure orecchiabile, ma pesa come un macigno. Vi compaiono, fra gli altri, l’inno nazionale italiano; il “Garibaldi Innamorato” di Sergio Caputo; “Le radici ca teni” dei Sud Sound System; “Bella ciao” e, appunto, “Faccetta nera”. Un genitore è andato su tutte le furie, quando lo ha saputo. E’ padre adottivo di una bambina di colore. La risposta dell’Istituto pare sia stata libro di storia alla mano. Il loro programma didattico include il periodo fascista e dunque hanno inserito una canzone lo rievoca e che, comunque, i bambini sanno ormai a memoria e vogliono cantare come tutte le altre. Come se “Faccetta nera” fosse un’altra canzone pop che rievoca un qualunque periodo storico dall’Unità a noi (anche perché, chiediamo venia, ma il Fascismo cosa ci azzecca con i 150 anni dall’Unità?). E non, come è, la celebrazione sonora di una delle fogne assolute della nostra storia, scritta dal profondo di quella fogna stessa. Un caso di straordinaria leggerezza, una pericolosissima negligenza.
Su 20 centesimi si affrontano con dovizia di particolari le possibili conseguenze legali di questa sciagurata scelta. “Ma anche al di là di questo”, dicono i reporter, ” il rischio che corrono i responsabili della didattica di questa scuola è quello di far associare ai bambini, magari anche molto inconsciamente, elementi di affettività positiva e bei ricordi degli ultimi attimi prima delle vacanze estive del 2011, a concetti e melodie che erano incentrate sull’esaltazione della possibilità di ridurre in “schiavitù d’amore”, una volta trattele dall’Etiopia conquistata, giovani donne di colore subsahariane”: davvero un’eventualità che tutti vogliamo evitare, o no? In ogni caso, le suore marcelliniste sono state ulteriormente contattate per replicare alla vicenda, ma si sono rifiutate di formalizzare un parere sul punto.(da Giornalettismo)

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