Diritti sul lavoro e un futuro possibile: migliaia in piazza ai cortei dei precari
Data: Domenica, 10 aprile 2011 ore 07:45:41 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Diritti e tutele sul lavoro. A chiederli sono stati i precari scesi in piazza  a Roma e nelle maggiori città italiane. Nella capitale in migliaia - almeno duemila secondo la Questura - si sono radunati a piazza della Repubblica per dare vita al lungo corteo che si è snodato fino al Colosseo portando a braccia un lunghissimo tricolore. Diverse anche le bandiere del popolo viola.  'Il nostro tempo è adesso', 'Il futuro è possibile', 'Il futuro dei ricercatori precari? E' materia oscura', le frasi che campeggiavano su alcuni degli striscioni. "Siamo tanti, siamo bravi. Il nostro Paese è ingiusto ma non ce ne vogliamo andare", uno degli slogan scanditi al corteo. Tra le fila giovani e meno giovani, madri, padri e molte famiglie con bambini.  
Presenti alla manifestazione anche Verdi, Italia dei Valori e Comunisti italiani. Partecipa anche la Cgil insieme alla leader Susanna Camusso che si è posta alla testa del corteo raggiunto anche da Rosy Bindi. "Come da tempo abbiamo detto il tema della precarietà è il tema del nostro Paese. Non c'è futuro - sottolinea la leader Cgil - se ci sono intere generazioni che pensano che questo Paese non li vuole e non dà loro nessuna prospettiva". Riguardo l'assenza dei leader delle altre sigle sindacali Camusso ha aggiunto: "Devo dire che ho visto lungo il corteo anche altri, credo che anche in questo caso rischia di essere un problema del gruppo dirigenti e non dei lavoratori".
"Se siamo precari e precarie - denunia un gruppo di precari di SanPrecario.org. - non è per colpa di un tragico destino ma perché qualcuno, in questi ultimi 15 anni ha fatto profitti immensi sulla nostra pelle". "Non ne possiamo più, la precarietà stanca, segna ormai le nostre vite dalla formazione al lavoro e fino alle relazioni personali", dice un manifestante appartenente alla Fgci.
In piazza anche scienziati dell'Inaf che lamentano all'interno dell'ente una politica che "non va nella direzione di qualificare i ricercatori precari" perché, afferma un gruppo di giovani astrofisici, "sottopagare le persone con contratti atipici, senza considerare la loro anzianità di lavoro, non qualifica i ricercatori".
A Napoli in 5mila hanno sfilato da piazza Mancini a piazza del Gesù Nuovo, per rivendicare "un paese a 'precarietà zero', una continuità di reddito nei periodi di non lavoro, contratti veri e stabili, un sistema di welfare che non tagli fuori nessuno, la garanzia di una pensione dignitosa, investimenti nel diritto allo studio e in un sistema formativo di qualità'' secondo quanto si legge in un comunicato della Cgil Campania.
Il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, ha inviato un messaggio "di piena solidarietà" ai precari mobilitati in tutto il Paese, rispondendo anche al ministro della Gioventù, Giorgia Meloni, che ha esortato a non pretendere i privilegi che avevano ''i nostri genitori''. "Di stupidaggini se ne sentono in questo periodo, ma questa è particolare: padri e figli, quelli che lavorano, sono tutti nei guai - ha rimarcato Bersani - Metà della gente che è a casa adesso, o in cassa integrazione o licenziata, fa parte di coloro che erano considerati i cosiddetti garantiti" ha aggiunto il leader democratico convinto che "sarà meglio che il governo conosca un po' più da vicino la realtà che sta vivendo questo paese". Ed ha liquidato così le domande dei giornalisti che gli chiedevano un commento alle parole di Silvio Berlusconi in merito alla vicenda del lodo Mondadori: ''Mi rifiuto di parlare tutti i giorni di Berlusconi. Oggi c'è una manifestazione dei precari, io voglio discutere di questo, Berlusconi dica quello che vuole sul processo e dintorni".
In un videomessaggio pubblicato sul suo blog è intervenuto anche il leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, confermando così il sostegno del partito alla manifestazione 'Il nostro tempo è adesso'. ''E' ora di dire basta con il caporalato. Basta con la violenza, con la spada di Damocle, con il ricatto, con la scusa che il precariato è l'unico modo per avere lavoro'' ha scandito Di Pietro, puntando il dito contro il ''nuovo padronato che sfrutta il mercato degli schiavi, il sintomo di un 'nuovo' sistema di relazioni industriali che di nuovo non ha proprio niente, ed è invece un ritorno al passato peggiore, ai tempi in cui i lavoratori non avevano nessun diritto. E' un ritorno allo schiavismo. Fermiamo questo ritorno a un lavoro senza diritti. Fermiamo - conclude Di Pietro - la tratta dei moderni schiavi''.
 (Adnkronos/Ign)






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