Scuola, dopo le donne un'altra piazza
Data: Mercoledì, 02 marzo 2011 ore 08:45:00 CET
Argomento: Comunicati


Sale l'attesa in vista della manifestazione del 12 marzo prossimo a difesa della scuola pubblica.
Non sarà un appuntamento di partito, sarà replicato il format del 13 febbraio scorso con la mobilitazione delle donne: niente simboli di partito e piazze "in rete". Il Pd darà il sostegno, adesione da Sel. I democratici, nel frattempo, organizzano per l'otto aprile la notte bianca della scuola.                  "Avanti con la mobilitazione", sia quella a difesa della scuola pubblica, sia quella per la raccolta delle firme per le dimissioni di Berlusconi. E' la parola d'ordine lanciata dal segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, durante la riunione della segreteria. Ed è soprattutto sul primo tema che il partito punta per catalizzare il malessere dei cittadini 'non militanti'.
Durante la riunione è stato fatto il punto sulla raccolta delle firme per chiedere le dimissioni del premier, e che saranno consegnate l'8 marzo da Rosy Bindi a Palazzo Chigi. I Circoli sono stati sollecitati per fare uno sforzo capillare sui loro territori nel prossimo fine settimana. Ma è la scuola che può far uscire la mobilitazione dall'ambito ristretto dei 'militanti' del Pd. Il Forum sulla scuola del partito ha già tenuto nei mesi scorsi due grandi incontri con insegnanti, presidi, associazioni familiari e di studenti: lì è stato riscontrato una grande malessere verso il governo. Il che, si nota al Pd, è significativo perché negli ultimi anni il centrodestra aveva tra gli insegnanti un buon consenso. Insomma il "vento gira" e, ha osservato Bersani, "noi dobbiamo essere lì".
Durante la segreteria è stato deciso il massimo impegno in vista della manifestazione del 12 marzo a difesa della scuola, tanto è vero che Francesca Puglisi, responsabile scuola del Pd, partecipa al comitato organizzatore dell'iniziativa che sarà simile nel 'format' a quella delle donne del 13 febbraio: niente bandiere di partito, largo alla società civile sul palco, manifestazione 'a rete' in varie piazze italiane. Il Pd poi vuol battere sul ferro caldo e l'8 aprile darà vita ad una iniziativa sui generis, "la notte bianca della scuola". Dalle 17 sino a notte fonda si riuniranno in quattro luoghi collegati via Web (Bologna, Milano, Torino e Napoli) tutti i protagonisti della scuola, e cioè insegnanti, studenti, famiglie, personale ausiliario, e li si farà la prova, ha spiegato Puglisi, "della scuola che vogliamo". Bersani sarà a Bologna, e si stanno cercando personalità della cultura che tengano delle ‘lezioni' nelle quattro aule scolastiche.
Alla manifestazione del 12 marzo prossimo c'è anche il sostegno di Sinistra ecologia e libertà. L'adesione l'ha annunciata oggi Claudio Fava, del coordinamento di Sel. Secondo Fava interpreta "il suo mestiere come un forestiero che abita le stanze di Palazzo Chigi col pensiero inchiodato alle camere da letto di Palazzo Grazioli e di Arcore. E da forestiero ritiene naturale insultare la scuola pubblica, cioè dello Stato. In quell'insulto grossolano - insiste Fava - c'è il fastidio per un sistema scolastico che, pur tra mille difficoltà, continua a rappresentare uno dei pochi luoghi ancora liberi da condizionamenti e da ricatti". Per questo "saranno tanti gli italiani in piazza sabato 12 marzo: se la battaglia in difesa della Costituzione ha oggi un senso profondo e' proprio perché porta dentro di sé la difesa, puntuale e inemendabile, di tutti i suoi diritti e i suoi valori. A cominciare dal diritto a un'istruzione pubblica e libera da condizionamenti, da obbedienze, da reticenze".
Ma contro lo schieramento a difesa della scuola pubblica si scaglia il ministro della Funzione pubblica Renato Brunetta, siamo davanti alla "sinistra dell'ipocrisia", e "difendere la scuola pubblica significa farla funzionare rendendola efficiente, di qualità e meritocratica. Non significa far prevalere la logica corporativa". Brunetta sostiene che "la scuola pubblica si misura nel grado di soddisfazione delle famiglie e dei giovani". Ecco perché, ha aggiunto, "io vorrei vedere in un sondaggio quante famiglie italiane siano contente della scuola pubblica". Inoltre, il ministro ha evidenziato, che "la scuola privata è un complemento importante ma minoritario e il bene pubblico è l'istruzione, che si può fare attraverso le strutture pubbliche o quelle private".
Ma l'ex ministro dell'Istruzione Giuseppe Fioroni il governo del Cavaliere è colpevole non solo di attacchi verbali alla scuola pubblica, ma anche di tagli pesanti. Fioroni li quantifica in "8 miliardi che aggravano la nostra emergenza educativa". Peraltro, aggiunge l'ex ministro, "se fossi in Berlusconi prima di sparare sulla scuola", accusandola "di portare a un relativismo etico", "toglierei la trave dal mio occhio".   (da Paneacqua.it)

 redazione@aetnanet.org






Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-240030.html