Torniamo allo spirito e all'essenza dei decreti delegati
Data: Domenica, 27 febbraio 2011 ore 07:00:00 CET Argomento: Redazione
Lo scrittore e
filosofo francese MONTESQUIEU nel 1748 pubblicò a Ginevra, in forma
anonima, L'Esprit des lois (Lo spirito delle leggi), frutto di
quattordici anni di lavoro. Una vera e propria enciclopedia del sapere
politico e giuridico, in cui, attraverso le leggi che governano la
società, sono esaminati i diversi tipi di governo (democrazia,
monarchia e dispotismo) in una visione laica, liberale e progressista,
che ha fatto giustamente considerare l'autore come uno dei padri del
liberalismo e tra i precursori di quelle idee che con la Rivoluzione
francese hanno portato alla concezione dello Stato moderno. Pubblicata
da un pastore protestante, l'opera venne attaccata da gesuiti e
giansenisti e messa all'indice nel 1751, dopo il giudizio negativo
della Sorbona.
La nostra Costituzione repubblicana, entrata in vigore nel 1948,
si basa sulla “divisione” dei poteri. Sulla Carta, questa operazione
“matematica” è rimasta sacra. In pratica però – in questo paese (con la
“p” minuscola) - ci sono tendenze ad eseguire… “somme, sottrazioni e
moltiplicazioni” nei poteri dello Stato. Botta e risposta di ieri
alla Camera:<>, accusa l’on. Cicchitto. «Concordo - è la replica
fulminea del presidente Fini- la situazione è istituzionalmente
insostenibile!».
Non voglio entrare a gamba tesa in uno scottante dibattito politico.
Ognuno dei due ha usato tre parole uguali ma con diversissimo
riferimento fattuale. A chi darebbe ragione Montesquieu? “Ai posteri
l’ardua sentenza” della verità storico-politica di questo contorto
periodo italiano.
La nostra scuola ancora è regolata dai “Decreti delegati” (D.P.R. 31
maggio 1974, n. 416), che nascono, come tutte le leggi italiane
repubblicane, dall’unica fonte democratica chiamata Costituzione. Lo
spirito di quei Decreti è proprio la divisione dei poteri anche
all’interno del mondo della pubblica istruzione. Ad es. è un Genitore
che presiede il Governo di ogni scuola. Da un po’ di tempo
intanto si avverte, come del resto nella società italiana, una voglia
di eseguire le altre tre operazioni “matematiche” sorelle della
divisione.
Direbbe Sidney Sonnino “Torniamo allo Statuto”. Io dico: “Torniamo ai
Decreti Delegati”.
Nella scuola dove ogni giorno imparo insegnando, c’è una tendenza
all’epochè, al congelamento, alla messa tra parentesi, alla sospensione
della legge scolastica. Anche da noi come in tutte le realtà
scolastiche statali dal 1974 esiste la divisione dei poteri: c’è un
parlamento (il Collegio dei Docenti), un governo (il Consiglio di
Istituto) e una magistratura giudicante (i Consigli di Classe). Hanno
ragione Cicchitto e Fini… si sta avvertendo una situazione
“istituzionalmente” insostenibile. Viene deciso e indicato un piano
didattico da parte del Collegio e il Consiglio di Istituto non ne tiene
conto. Si vota e si verbalizza al Collegio la sospensione dei viaggi di
istruzione e il preside (DS ?) manovra e pilota i CdC perché i proff
diano la disponibilità alle gite e alle crociere. Arriva persino il
conforto economico Gelmini-Brambilla con 6 milioni di aiuti economici
per le gite nei luoghi del Risorgimento. Dai Mille a un milione
di studenti alla scoperta dell'Unità d'Italia: Protocollo d'Intesa per
il 150° anniversario. Molto gentile, signor Ministro del MIUR. Ci
basta il decreto legge “Milleproroghe”. I Mille di Garibaldi non hanno
bisogni di visitatori. Semmai di emulatori.
I lavoratori della conoscenza, quando protestiamo e scioperiamo veniamo
solo derisi. Lo Stato (nostro datore di lavoro, Padre=padrone) ci
ringrazia perché risparmi soldi. Gli alunni si ritrovano qualche ora in
meno di lezione. Le famiglie ci mandano a quel paese (ma già ci
siamo tutti dentro, fino al collo). Quest’anno la forma di lotta si
chiama: Blocco dei viaggi di istruzione e rifiuto della adozione dei
libri di testo. Albergatori, ristoratori, ditte di trasporti, direttori
dei musei… lo hanno capito bene il danno economico per la soppressione
delle “gite” così come gli editori scolastici e i “rappresentanti” nel
mercato dei libri cominciano a fare i conti in rosso sul mancato
fatturato!
I sindacati - dentro le scuole - hanno perso la forza e la voce
contrattuale. Manca ormai la rappresentanza vera perché il governo ha
deciso che non si devono fare le nuove elezioni delle RSU.. Lo vogliono
capire o no che la democrazia è fatta di ritmi elettorali! I
problemi che si presentano negli anni scolastici non sono sempre
uguali. Di identico c’è ormai solo lo stipendio praticamente congelato
col CCNL del 2006-9 insieme al blocco degli scatti di anzianità per due
anni, deciso arbitrariamente e unilateralmente per voto di fiducia
parlamentare, lo scorso anno, dal plenipotenziario dell’economia
Tremonti.
I DS si allineano all’accentramento dei poteri dell’assolutismo
governativo. Da “governatori” si fanno legislatori e giudici assoluti,
esautorando Collegi dei Docenti, CdC e mercanteggiando i voti dei
Consigli di Istituto. Mi illudevo 37 anni fa che i Decreti Delegati
avrebbero rafforzato lo “spirito” della vita scolastica. I genitori
hanno abbandonato da tempo i seggi elettorali nelle scuole dei loro
figli. Da una percentuale di votanti del 90% del 1975 si sono ridotti a
percentuali ad una sola cifra.
Oggi un’altra doccia fredda. L’ennesimo attacco istituzionale
(immaginate di Chi?) alla scuola pubblica, davanti alla platea
cristiano-riformista padrona delle scuole private. "Libertà vuol
dire avere la possibilità di educare i propri figli liberamente, e
liberamente vuol dire non essere costretti a mandarli in una scuola di
Stato, dove ci sono degli insegnanti che vogliono inculcare principi
che sono il contrario di quelli dei genitori". Vi giuro che non l’ha
detto il DS della mia scuola (che si chiama con la “C”) ma un suo
vicino… di alfabeto!
Viva l’Italia unita nel suo 150°.
Giovanni Sicali
giovannisicali@gmail.com
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