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Decreti: Torniamo allo spirito e all'essenza dei decreti delegati

Redazione
Lo scrittore e filosofo francese MONTESQUIEU nel 1748 pubblicò a Ginevra, in forma anonima, L'Esprit des lois (Lo spirito delle leggi), frutto di quattordici anni di lavoro. Una vera e propria enciclopedia del sapere politico e giuridico, in cui, attraverso le leggi che governano la società, sono esaminati i diversi tipi di governo (democrazia, monarchia e dispotismo) in una visione laica, liberale e progressista, che ha fatto giustamente considerare l'autore come uno dei padri del liberalismo e tra i precursori di quelle idee che con la Rivoluzione francese hanno portato alla concezione dello Stato moderno. Pubblicata da un pastore protestante, l'opera venne attaccata da gesuiti e giansenisti e messa all'indice nel 1751, dopo il giudizio negativo della Sorbona.
La nostra  Costituzione repubblicana, entrata in vigore nel 1948, si basa sulla “divisione” dei poteri. Sulla Carta, questa operazione “matematica” è rimasta sacra. In pratica però – in questo paese (con la “p” minuscola) - ci sono tendenze ad eseguire… “somme, sottrazioni e moltiplicazioni” nei poteri dello Stato.  Botta e risposta di ieri alla Camera:<>, accusa l’on. Cicchitto. «Concordo - è la replica fulminea del presidente Fini- la situazione è istituzionalmente insostenibile!».
Non voglio entrare a gamba tesa in uno scottante dibattito politico. Ognuno dei due ha usato tre parole uguali ma con diversissimo riferimento fattuale. A chi darebbe ragione Montesquieu? “Ai posteri l’ardua sentenza” della verità storico-politica di questo contorto periodo italiano.

La nostra scuola ancora è regolata dai “Decreti delegati” (D.P.R. 31 maggio 1974, n. 416), che nascono, come tutte le leggi italiane repubblicane, dall’unica fonte democratica chiamata Costituzione. Lo spirito di quei Decreti è proprio la divisione dei poteri anche all’interno del mondo della pubblica istruzione. Ad es. è un Genitore che presiede il Governo di ogni scuola.  Da un po’ di tempo intanto si avverte, come del resto nella società italiana, una voglia di eseguire le altre tre operazioni “matematiche” sorelle della divisione.
Direbbe Sidney Sonnino “Torniamo allo Statuto”. Io dico: “Torniamo ai Decreti Delegati”.
Nella scuola dove ogni giorno imparo insegnando, c’è una tendenza all’epochè, al congelamento, alla messa tra parentesi, alla sospensione della legge scolastica. Anche da noi come in tutte le realtà scolastiche statali dal 1974 esiste la divisione dei poteri: c’è un parlamento (il Collegio dei Docenti), un governo (il Consiglio di Istituto) e una magistratura giudicante (i Consigli di Classe). Hanno ragione Cicchitto e Fini… si sta avvertendo una situazione “istituzionalmente” insostenibile. Viene deciso e indicato un piano didattico da parte del Collegio e il Consiglio di Istituto non ne tiene conto. Si vota e si verbalizza al Collegio la sospensione dei viaggi di istruzione e il preside (DS ?) manovra e pilota i CdC perché i proff diano la disponibilità alle gite e alle crociere. Arriva persino il conforto economico Gelmini-Brambilla con 6 milioni di aiuti economici per le gite nei luoghi del Risorgimento.  Dai Mille a un milione di studenti alla scoperta dell'Unità d'Italia: Protocollo d'Intesa per il  150° anniversario. Molto gentile, signor Ministro del MIUR. Ci basta il decreto legge “Milleproroghe”. I Mille di Garibaldi non hanno bisogni di visitatori. Semmai di emulatori.
I lavoratori della conoscenza, quando protestiamo e scioperiamo veniamo solo derisi. Lo Stato (nostro datore di lavoro, Padre=padrone) ci ringrazia perché risparmi soldi. Gli alunni si ritrovano qualche ora in meno di lezione. Le famiglie ci mandano a quel paese  (ma già ci siamo tutti dentro, fino al collo). Quest’anno la forma di lotta si chiama: Blocco dei viaggi di istruzione e rifiuto della adozione dei libri di testo. Albergatori, ristoratori, ditte di trasporti, direttori dei musei… lo hanno capito bene il danno economico per la soppressione delle “gite” così come gli editori scolastici e i “rappresentanti” nel mercato dei libri cominciano a fare i conti in rosso sul mancato fatturato!
I sindacati - dentro le scuole - hanno perso la forza e la voce contrattuale. Manca ormai la rappresentanza vera perché il governo ha deciso che non si devono fare le nuove elezioni delle RSU.. Lo vogliono capire o no che la democrazia è fatta di ritmi  elettorali! I problemi che si presentano negli anni scolastici non sono sempre uguali. Di identico c’è ormai solo lo stipendio praticamente congelato col CCNL del 2006-9 insieme al blocco degli scatti di anzianità per due anni, deciso arbitrariamente e unilateralmente per voto di fiducia parlamentare, lo scorso anno, dal plenipotenziario dell’economia Tremonti.
I DS si allineano all’accentramento dei poteri dell’assolutismo governativo. Da “governatori” si fanno legislatori e giudici assoluti, esautorando Collegi dei Docenti, CdC e mercanteggiando i voti dei Consigli di Istituto. Mi illudevo 37 anni fa che i Decreti Delegati avrebbero rafforzato lo “spirito” della vita scolastica. I genitori hanno abbandonato da tempo i seggi elettorali nelle scuole dei loro figli. Da una percentuale di votanti del 90% del 1975 si sono ridotti a percentuali ad una sola cifra.
Oggi un’altra doccia fredda.  L’ennesimo attacco istituzionale (immaginate di Chi?) alla scuola pubblica, davanti alla platea cristiano-riformista padrona delle scuole private.  "Libertà vuol dire avere la possibilità di educare i propri figli liberamente, e liberamente vuol dire non essere costretti a mandarli in una scuola di Stato, dove ci sono degli insegnanti che vogliono inculcare principi che sono il contrario di quelli dei genitori". Vi giuro che non l’ha detto il DS della mia scuola (che si chiama con la “C”) ma un suo vicino… di alfabeto!
Viva l’Italia unita nel suo 150°.

Giovanni Sicali
giovannisicali@gmail.com









Postato il Domenica, 27 febbraio 2011 ore 07:00:00 CET di Giovanni Sicali
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