Diario di bordo dalla Camera dei Deputati...scritto da un deputato bresciano, Perangelo Ferrari
Data: Giovedì, 24 febbraio 2011 ore 04:00:00 CET
Argomento: Attività parlamentare


23 febbraio 2011 - Giornata di bombardamenti. L’aviazione di Gheddafi bombarda le popolazioni in rivolta della Cirenaica e Giorgio Napolitano sgancia una bomba, di molta maggiore utilità e legittimità, sul decreto legge, cosiddetto ‘Milleproroghe’. La notizia arriva in Aula poco prima che il Governo annunci la richiesta dell’ennesima fiducia. Del resto, dopo che il decreto era passato al Senato con l’analoga strozzatura della fiducia, eravamo vicini alla sua decadenza. Fini rientra in Aula per leggere integralmente la lettera del Capo dello Stato, nella attenzione e nel silenzio generali. E’ un testo di inusitata nettezza, che si chiude con un esplicito avvertimento a rispettare, “d’ora in avanti”, funzioni e richiami della Presidenza della Repubblica. Napolitano rigetta il decreto “concernente essenzialmente la proroga di alcuni termini” perchè si è trasformato “sostanzialmente in una sorta di nuova legge finanziaria dai contenuti più disparati”. “Molte di queste disposizioni aggiunte in sede di conversione - ribadisce la lettera – sono estranee all’oggetto, quando non alla stessa materia del decreto, eterogenee e di assai dubbia coerenza con i princìpi e le norme della Costituzione”. Governo e maggioranza schiumano rabbia ma incassano il colpo fingendo tranquillità. Mettersi contro Napolitano di questi tempi, a parte gli effetti pratici che derivano dall’esercizio dei poteri del Capo dello Stato, significa mettersi contro l’opinione pubblica più larga vista la popolarità di cui gode l’orgoglioso inquilino del Quirinale. Abbozzano e tacciono. Anche noi abbozziamo senza esultare e tacciamo, per non mettere in imbarazzo il Capo dello Stato. In effetti, nessuno applaude al termine della lettura della missiva presidenziale. Di fatto, però, gli argomenti di Napolitano sono gli stessi appena usati in Aula dal nostro Gruppo per illustrare la ‘Pregiudiziale di costituzionalità’ che abbiamo presentato contro il decreto e che ci stavamo apprestando a votare. L’altro bombardamento, quello libico, è assai più drammatico e insensato. In Transatlantico si sprecano i commenti sulla situazione nel Paese ‘amico’. Liquidatori, da parte di tutti, i giudizi sull’intervista di D’Alema a Il Sole 24 ore di domenica. Io ho una ragione in più per rammaricarmi dell’uscita dalemiana a favore di Gheddafi. Il 21 gennaio 2009 il Trattato fu ratificato dalla Camera con 413 voti favorevoli 63 contrari e 37 astenuti. Udc e Idv votarono contro. Il Pd a favore, con una dichiarazione di voto di D’Alema. Io e molti altri avevamo deciso di votare contro, contravvenendo alle indicazioni del Gruppo, ma l’ultimo intervento della radicale on. Bernardini, inaccettabile per la gratuita aggressività nei confronti dello stesso D’Alema, mi fece propendere per l’astensione: proprio per non confondere il mio dissenso con gli argomenti della ultras pannelliana. In quella votazione furono 33 i voti ‘ribelli’ del gruppo: 9 contrari (tra i quali, i 6 radicali) e 24 astenuti. Se l’avessi saputo… Non che la Bernardini avesse ragione, ma D’Alema aveva proprio torto a difendere a spada tratta il testo di un trattato mortificante. Tanto quanto ha torto oggi a confidare che sia Gheddafi stesso a guidare la transizione verso la democrazia. Non c’è nulla di più surreale di una realpolitik che ha perso i riferimenti con la realtà. A chi si lamentava in Transatlantico che l’Italia è stata alla finestra, osservando da lontano il dramma libico, qualcuno ha fatto osservare che l’articolo 4 del Trattato prevede la non ingerenza negli affari interni dei rispettivi Paesi. Tutto sommato, Berlusconi ha ragione a non voler disturbare l’amico Gheddafi… (deputato bresciano, Perangelo Ferrari)

Angelo Battiato (inviato speciale a Brescia)
angelo.battiato@istruzione.it





Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-239874.html